Nayef Hawatmeh
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Nayef Hawatmeh arabo:نايف حواتمة, Nāyef Hawātmeh, nome di battaglia Abū l-Nūf' (Salt, 17 novembre 1935) è un politico palestinese.
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[modifica] Anni giovanili
Hawatmeh è originario di una tribù beduina greco-ortodossa. Nel 1954 frequentò il corso di studi superiori in Medicina al Cairo e aderì al Movimento Nazionalista Arabo, di cui rappresentò presto l'ala sinistra. Fu obbligato a sospendere i propri studi a causa di insormontabili problemi finanziari.
[modifica] Attività politica
Tornò nel 1956 in Giordania dove divenne professore in una scuola cattolica ma condusse ugualmente attività politica, esprimendo le sue concezioni rivoluzionarie per quanto riguardava il problema vicino-orientale. Fu condannato a morte in contumacia dal governo giordano e si rifugiò nel 1958 in Libano, prima di auto-esiliarsi in Iraq. Diresse in Iraq per cinque anni la branca locale del MNA. Dopo la caduta di Kassem, andò a combattere i britannici in Yemen del Sud dal 1963 al 1967. Nel 1967 tornò in Giordania, dopo aver beneficiato di un'amnistia e si unì ai ranghi del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (FPLP). .
È il segretario generale del movimento marxista del Fronte Democratico Democratico per la Liberazione della Palestina (FPDLP), creato nel 1969 in seguito a una scissione con il FPLP, di cui è stato anche uno dei fondatori.
Risiede e ha buone relazioni con la Siria, da cui il FPDLP riceve un certo qual sostegno.
È stato il primo dirigente palestinese a sostenere la necessità della creazione di uno Stato palestinese accanto allo Stato israeliano.
[modifica] Ideologia
Hawatmeh vuole la trasformazione dello Stato israeliano in uno Stato palestinese democratico, in cui non abbia più senso parlare di israeliani, palestinesi, ebrei, musulmani o cristiani. Per lui tale Stato decreterebbe la fine del Sionismo - ma non della cultura ebraica - e del panarabismo - ma non della cultura araba. Si tratterebbe quindi di uno «Stato palestinese di democrazia popolare», integrato a uno Stato arabo unificato, democratico e popolare. Il paese costituirebbe allora la punta di diamante della rivoluzione mondiale e non la tappa intermedia per una nazione araba unificata.
Hawatmeh prefigura uno Stato depurato da ogni forma di nazionalismo, vede la nazione araba sotto la forma di uno Stato federato o confederato, democratico, popolare, rivoluzionario, ma senza alcun carattere nazionalistico.[1]
[modifica] L'attività di guerriglia
Questo non gli ha impedito di condurre violente azioni di guerriglia in Palestina contro il potere israeliano, con dirottamenti aerei e azioni di fuoco che sono state qualificate come "terroristiche" dai suoi avversari e "patriottiche" dai suoi sostenitori. Nota la strage condotta a Ma'alot nel 1974, per cui le autorità israeliane gli vietarono l'ingresso nei territori palestinesi occupati.
Hawatmeh si è opposto agli Accordi di Oslo del 1993, definiti "una svendita", ma in seguito ha assunto un atteggiamento meno oltranzista, verso la fine degli anni novanta. Nel 1999 si è espresso a favore di un incontro con Arafat (che aveva firmato gli Accordi di Oslo) e ha persino stretto la mano al Presidente della Repubblica israeliana Ezer Weizmann i funerali di Re Husayn di Giordania, ricevendo aspre critiche a livello palestinese e arabo.
Nel 2004è stato per un breve periodo parte attiva nell'ambito di un tentativo non-governativo congiunto palestinese-israeliano per dar vita a un gruppo palestinese favorevole al progetto dei "due Stati", e si è espresso a favore della cessazione delle ostilità nella cosiddetta Seconda Intifada, scatenata dall'ostentata passeggiata in forze di Ariel Sharon nell'area sacra [[ haram sharif ) della moschea al-Aqsa di Gerusalemme.
Nel 2007 Israele gli ha consentito, per la prima volta dal 1967, di recarsi nei territori della Cisgiordania occupata, al fine di consentire la sua partecipazione a un incontro organizzato dall' Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).
[modifica] Note
- ^ Olivier Carré, Le nationalisme arabe, Parigi, p. 120