Mutilazione del bestiame

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Il fenomeno della mutilazione del bestiame si riferisce ad eventi accaduti negli Stati Uniti a partire dagli anni settanta ovvero al ritrovamento di capi di bestiame rinvenuti morti con gravi mutilazioni mortali. L'esistenza del fenomeno è confermato dalle indagini, su 15 casi avvenuti in New Mexico, da parte dell'FBI^[1] la quale fu chiamata a indagare ed esplorò ipotesi quali: culti satanici, UFO e predatori naturali ed altro, ma senza alcun risultato.

Dagli esami effettuati sulle carcasse è stato evidenziato che agli animali erano stati asportati, nella maggioranza dei casi, i genitali e le zone circostanti. Ciò che lascia perplessi sono le modalità dell'asportazione, ovvero dalla precisione chiurgica delle incisioni, la totale assenza di sangue sia nel corpo dell'animale sia nella zona circostante il rinvenimento della carcassa.

Le ferite tramite le quali venivano asportati gli organi sembrerebbero essere state provocate con tecnologia laser in quanto la sezione di tessuto interessata dalla ferita risulta cauterizzata. In molti casi la carcassa dell'animale presentava fratture multiple sul lato rivolto verso terra, questo ha fatto presupporre che gli animali fossero caduti da un'altezza elevata, particolare che ha alimentato le teorie degli ufologi sul fatto che gli animali fossero stati rapiti da presunti alieni per poi essere uccisi e scaraventati al suolo. L'ufologa Linda Moulton Howe è considerata la massima esperta mondiale di casi di mutilazione animale.