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Montatura equatoriale - Wikipedia

Montatura equatoriale

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Montatura alla tedesca
Montatura alla tedesca

Una montatura equatoriale è una montatura o sostegno di un telescopio che consente con un unico movimento di "inseguire" il moto apparente di un astro nel cielo.

Le montature equatoriali si dividono in più categorie. Esse presentano tutte in comune due caratteristiche: una fisica ed una strumentale. La caratteristica fisica comune a tutte le montature equatoriali consiste nel fatto che l'asse principale intorno a cui ruota tutta la massa strumentale presenta, rispetto al suolo, un'inclinazione variabile in funzione della latitudine del posto in cui lo strumento si trova: tale asse mira quindi il Polo Nord celeste.

L'altra caratteristica consiste nell' invariabilità della declinazione strumentale: una volta puntato l'oggetto da osservare, entra in funzione il solo moto siderale e non c'è rotazione di campo.


Indice

[modifica] Montature equatoriali

La montatura all'inglese del telescopio Zeiss di Merate
La montatura all'inglese del telescopio Zeiss di Merate

[modifica] Montatura alla tedesca o di Fraunhofer

È stata questa la prima montatura equatoriale ed è tutt'ora usatissima nel campo amatoriale per la sua eventuale facile trasportabilità nonché per la semplicità costruttiva. In questa montatura il telescopio è sempre posizionato da una parte (ora Est ora Ovest del meridiano dell'osservatore) mentre dall'altra parte sono posti dei contrappesi che bilanciano il peso strumentale. La montatura è validissima ancora oggi ed è poco adatta soltanto ai telescopi robotizzati in quanto presenta il problema della reversibilità degli assi al meridiano: se si insegue un oggetto da Est ad Ovest, dal sorgere al tramonto, quando questo si trova al meridiano, per poterne proseguire l'osservazione occorre riposizionare il telescopio invertendo la posizione telescopio-contrappesi. Questa montatura consente l'accessibilità al Polo. Al seguente link qui è visibile la montatura originale di Fraunhofer conservata al deutsches Museum [1].

Montatura a forcella
Montatura a forcella

[modifica] Montatura inglese

La montatura inglese risolve il problema della revesibilità degli assi al meridiano: il telescopio è situato al centro di una culla che punta verso il Nord celeste. Questa montatura non consente l'accesso al polo. Una variante di questa montatura va considerata la

[modifica] Montatura inglese fuori asse

Questa montatura presenta, anziché un traliccio centrale, un robusto asse al cui lato è posizionato il telescopio e dalla parte opposta i contrappesi. Ricorda un poco la montatura tedesca e presenta anch'essa il problema della reversibilità degli assi ma consente l'accesso al polo.

[modifica] Montatura fotografica

Unisce i vantaggi della montatura alla tedesca ed all'inglese. Inoltre è assai compatta e non presenta il problema della reversibilità degli assi al meridiano.

[modifica] Montatura a forcella

È la più pratica delle montature equatoriali. Il telescopio è fissato all'interno di una forcella che punta il Polo Nord celeste. Consente l'accessibilità al polo e non ha problemi di reversibilità di assi. L'unico svantaggio è rappresentato dal fuori centro delle masse rispetto all'asse gravitazionale ideale, per cui la forcella deve essere della massima robustezza per non subire flessioni all'estremità dove è situato l'intero peso strumentale del tubo ottico.

[modifica] Montatura Porter od a ferro di cavallo

È così chiamata perché ideata da Russel W. Porter [2] per il telescopio da 200 pollici di Monte Palomar [3].

Il telescopio Hale con montatura a ferro di cavallo
Il telescopio Hale con montatura a ferro di cavallo

Questa montatura fu ideata per l'impossibilità materiale di costruire una forcella idonea a contenere un telescopio il cui solo specchio principale presentava un diamtero di 5 metri: la forcella avrebbe dovuto presentare una sezione interna (braccio-braccio) di circa 6 metri. Questa montatura deriva, con modifiche, dalla montatura inglese: l'asse superiore che punta il Nord celeste è sostituito da una ruota a ferro di cavallo entro cui può essere alloggiato il telescopio in modo da consentire osservazioni anche a basse declinazioni. La ruota a ferro di cavallo nell'immagine linkata mostrata nella fase di lavorazione [4] è rettificata e lappata ed il ruotismo è assicurato da una serie di rulli che trascinano la ruota che spinge gravitazionalmente su di essi. Non avendo queste montature ruote dentate e viti senza fine per il trascinamento strumentale, si riduce pressoché a zero uno dei principali problemi meccanici dell'inseguimento realizzato con corona dentata: il periodismo della vite senza fine che s'innesta sulla corona, problema meccanico che da solo meriterebbe una trattazione a parte. Oggi il periodismo è comunque limitato molto tramite correzioni all'inseguimento operate dall'elettronica e dal software.

[modifica] Montatura Spriengfield

Questa montatura, usata soprattutto a livello amatoriale, fu anch'essa ideata da Russel W. Porter, è assai compatta e permette all'osservatore una comoda osservazione. [5]

Presso il museo di Stellafane, dedicato a Russel W. Porter sono visibili alcune creazioni di questo geniale personaggio che aveva con l'astronomia un solo saldo legame: una passione competente e scientifica.

[modifica] Allineamento delle montature equatoriali

Ad eccezione della montatura altazimutale che non richiede alcun allineamento, le montature equatoriali vanno tutte allineate (orientate) verso il Polo Nord Celeste con il loro asse principale, l'asse cioè attorno al quale il telescopio ruota in 24 ore (circa) per mantenere l'oggetto osservato al centro del campo. Il termine allineamento è stato qui usato in modo improprio: in realtà si deve parlare di orientamento, significandosi così che l'asse del telescopio punta il Polo Nord celeste.

L'allineamento è invece il procedimento in base al quale, una volta che si sia posto in stazione il telescopio orientandolo verso il Polo Nord celeste, si procede ad un più corretto e preciso allineamento strumentale con il Polo. Per tale allineamento si ricorre al metodo detto di Bigourdan che consiste nel posizionare correttamente il telescopio mediante successive approssimazioni. Molte montature moderne montano, inoltre, un piccolo cannocchiale detto cannocchiale polare che è allineato con l'asse polare della montatura e presenta un reticolo che facilita l'allineamento della montatura con il polo nord o sud celeste.

[modifica] Motorizzazione delle montature equatoriali

Tutte le montature viste, oltre che con movimenti manuali, possono compensare il moto apparente della volta celeste con opportuni sistemi motorizzati. Una volta orientato ed allineato polarmente lo strumento con diversi sistemi, un unico moto orario che compia il giro completo in maniera sincrona con il moto di rotazione terrestre, permetterà di mantenere perfettamente centrato l'oggetto celeste inquadrato.

Il discorso è valido per oggetti celesti al di fuori del sistema solare, mentre ad esempio per i pianeti, il loro moto relativo contribuirà ad ulteriori piccole variazioni.

Il moto orario meccanico viene realizzato tradizionalmente con sistemi che prevedono una vite senza fine innestata sull'asse di un motore elettrico, che va a fare girare una ruota dentata solidale con l'asse polare dello strumento, e con asse ad angolo retto rispetto alla vite. Nonostante tutte le attenzioni costruttive, questo genere di moto è più o meno afflitto dal problema dell'errore periodico, o periodismo, per cui lievi eccentricità, anche micrometriche, nella rotazione della vite senza fine, si trasformano in variazioni periodiche della centratura del soggetto inquadrato.

La compensazione del periodismo si ottiene con la continua compensazione manuale degli errori, utilizzando un astro inquadrato con forte ingrandimento al centro di un reticolo di riferimento (guida). In parte questa correzione si può ottenere con sistemi elettronici, che imparano dall'analisi dei processi di correzione manuale, o che agganciano un astro di riferimento ed eseguono con sistemi computerizzati il lavoro di guida dell'astronomo. I moderni motorini a controllo digitale (motori passo-passo) ne facilitano la realizzazione tecnica.

[modifica] Note


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