Michele Schirru
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Michele Schirru (Padria, 19 ottobre 1899 – Roma, 29 maggio 1931) è stato un anarchico italiano.
Nato a Padria, in Sardegna, emigrò giovanissimo negli Stati Uniti d'America e vi prese la cittadinanza: risale a quel periodo la sua adesione all'anarchismo,ne 'L'Adunata dei Refrattari' di New York. Qui commercia banane,mercato di Arthur Avenue,North Bronx; nei lunghi anni della lotta a sostegno di Sacco e Vanzetti e della sanguinosa guerra civile tra fascisti e oppositori dentro le Piccole Italie di Brooklin,Queens,Bronx,Manhattan,Staten Island,è stato in prima fila.
Di ritorno in Europa si è fermato a Parigi dove incontra Lussu: non gli è stato facile perchè l'ambiente dei fuoriusciti è infestato da spie che propongono atti terroristici essendo in realtà nient'altro che agenti provocatori,e Lussu diffida degli sconosciuti;ma in codesto caso quest'ultimo accetta d'incontrarlo in quanto il giovane Schirru ha credenziali(essendo corrispondente de 'L'Adunata dei Refrattari',che ha appena pubblicato in prima pagina il capitolo conclusivo de La Catena, libro di memorie liparote e di battaglia antifascista scritto da Lussu).Schirru coltiva un'idea fissa,che diverrà immediatamente una sua ferma convinzione: uccidere Mussolini come unica soluzione per liquidare il fascismo.
Il 2 Gennaio 1931 si avvia verso l' Italia con l'intenzione di uccidere Benito Mussolini (Lussu l'accompagna al treno, ricorderà: Lì alla Gare de Lyon,salutandolo dal marciapiede sotto la vettura, dissi arrivederci,e gli sorridevo.Anche lui sorrideva,ma triste.Rispose:no,non arrivederci.Addio. Soltanto questo disse,e sollevò il vetro del finestrino). A Roma giunge la sera di lunedì 12 Gennaio;l'albergo è il Royal: sa che Mussolini,spostandosi fra la residenza di Villa Torlonia, sulla Nomentana, e Piazza Venezia, ci passa davanti quattro volte al giorno, per cui già dall'indomani Schirru decide di imparare il tragitto del Duce, i portoni, gli angoli, e studiarne le abitudini. Trascorre due settimane effettuando ricognizioni pazienti, intere giornate d'andirivieni da Villa Torlonia a Porta Pia, e giù sino al Viminale e Via Nazionale e Piazza Venezia; ma a fine Gennaio non una volta l'anarchico Schirru si è imbattuto nell'auto presidenziale, così comincia a scoraggiarsi, ha un momento di sfiducia,dubbio,rilassatezza,cambia vita: al mattino dorme più del solito, ha conosciuto una ballerina ungherese di 24 anni,Anna Lucovszky, e di lei riempie le sue giornate. Sino alla sera di martedì 3 febbraio dello stesso anno, quando all'Hotel Colonna (il luogo scelto per appartarasi con Anna, si presenta un maresciallo: un richiamo al reale dopo sette giorni di trasgressione felice,viene arrestato; dentro il commissariato sfila svelto la pistola e se la punta alla tempia, spinto dalla necessità di un gesto che sia riparazione-espiazione, spara, sopravviverà ma sfigurato in quanto il proiettile gli ha trapassato il volto da parte a parte forando entrambe le gote.
Subito dopo Schirru fu processato dal Tribunale Speciale Fascista che, in data 28 maggio 1931, lo condannò alla pena di morte (fucilazione eseguita materialmente il giorno seguente)in quanto: "Chi attenta alla vita del Duce attenta alla grandezza dell'Italia, attenta all'umanità, perché il Duce appartiene all'umanità" (così recitava la sentenza).
Da segnalare: parte della descrizione è tratta da 'Il Cavaliere dei Rossomori' di Giuseppe Fiori(pubblicato nel 1985).
Michele Schirru appartiene alla folta schiera di anti-fascisti che durante il ventennio tentarono di attentare la vita di Mussolini: come lui anche Tito Zaniboni, Violet Gibson, Gino Lucetti, Anteo Zamboni ed Angelo Pellegrino Sbardellotto.
