Lo scarabeo d'oro
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Lo scarabeo d’oro (The Gold-Bug) è un racconto scritto da Edgar Allan Poe.
[modifica] Trama
Il racconto è narrato in prima persona da uno dei due personaggi principali, che si potrebbe identificare nello stesso Poe, e si svolge nell’isola di Sullivan, presso la città di Charleston, nella Carolina del Sud, dove è andato a vivere William Legrand, discendente di un’antica famiglia ugonotta di New Orleans. A causa di alcuni investimenti sbagliati, Legrand non ha conservati nulla dell’immensa ricchezza famigliare: ora abita in una capanna che si è costruito da sé e dove fa conoscenza, per puro caso, con l’autore del racconto. La conoscenza si trasforma presto in amicizia, per la stima e l’interesse che Legrand suscita in tutte le persone che gli si avvicinano.
Insieme a Legrand vive un vecchio servo di colore, di nome Jupiter, che, malgrado sia stato affrancato da molti anni, non ha mai voluto abbandonare il suo padrone. In un freddo giorno d’autunno, Legrand riceve la visita dell’amico, al quale annuncia di aver trovato uno scarabeo, di un bel colore d’oro lucido, appartenente a un genere completamente sconosciuto. Legrand è desideroso di sentire l’opinione del suo amico, ma avendo prestato l’animale al tenente G. del fortino sull’isola, che glielo avrebbe restituito solo la mattina dopo, disegna sommariamente lo scarabeo con la matita su un lurido pezzetto di carta protocollo. L’amico, che osserva il disegno alla luce del fuoco del camino, rimane interdetto di fronte all’immagine: sul foglio è disegnato un teschio. A causa del giudizio negativo dell’amico, Legrand, seccato, sta per gettare il foglio nel fuoco, quando un’occhiata casuale sembra risvegliare la sua attenzione. Si mette a studiare attentamente il disegno e lo ripone con cura nel portafogli.
Un mese dopo, l’amico di Legrand riceve un suo messaggio tramite il fedele Jupiter: gli chiede di raggiungerlo la sera stessa per una questione molto importante. Il vecchio servo esprime tutta la sua preoccupazione per la salute del padrone che, da uqndo ha trovato lo scarabeo d’oro, si comporta in maniera alquanto strana. I due uomini raggiungono Legrand, che annuncia all’amico di avere assolutamente bisogno di lui per compiere una perlustrazione.
Il gruppo in perlustrazione raggiunge un liriodendro straordinariamente alto, e Legrand chiede a Jupiter di scalarne il tronco, portando con sé lo scarabeo d’oro. Giunto al sesto ramo dell’albero Jupiter si sporge in fuori quanto più è possibile e trova un teschio umano. Spaventato, segue le istruzioni di Legrand che gli ordina di calare lo scarabeo con la cordicella attraverso l’occhio sinistro del teschio. Facendo riferimento allo scarabeo che pende, legrand traccia dei segni nel terreno per delimitare uno spazio circolare, del diametro di circa tre metri; poi fa scendere Jupiter dall’albero e, con i due compagni d’avventura, comincia a scavare. Dopo aver scavato con lena, Legrand, il suo amico e Jupiter scoprono una grande cassa, l’aprono e vi trovano dentro un favoloso tesoro: monete d’oro, diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri e un opale.
Legrand spiega all’amico che il messaggio criptato con le istruzioni per trovare il tesoro era riportato sul pezzo di carta usato per disegnare lo scarabeo. Il teschio visto dall’amico e il criptogramma erano stati scritti con inchiostro invisibile, sensibile al calore. Avvicinando la carta al fuoco del camino, Legrand si era accorto del messaggio, che poi aveva decifrato usando un codice particolare.
[modifica] Curiosità
Il racconto contiene una descrizione di metodi di decrittazione relativi alla lingua inglese.
