Legio III Gallica
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Legio III Gallica | |
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Due tori, simbolo della III Gallica, trasportano un carro recante l'insegna della legione LEG III GAL, sul rovescio di questa moneta di Eliogabalo, che divenne imperatore col fondamentale sostegno della III |
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Periodo di attività |
49 a.C.-IV secolo |
Tipo | legione romana |
Titoli onorifici |
Gallica, "dalla Gallia" |
Simbolo | Toro |
Campi | Siria |
Campagne | partica, Marco Antonio (36 a.C.) partica, Cn. Domizio Corbulone (63) rivolta giudaica, (69-70) partica Lucio Vero (161-166) partica Settimio Severo (197-198) |
Battaglie | Farsalo (48 a.C.) Munda (45 a.C.) Perugia (41 a.C.) Seconda Bedriaco (69) Antiochia (218) |
Comandanti | Gaio Giulio Cesare Marco Antonio Gneo Domizio Corbulone Lucio Vero Settimio Severo Alessandro Severo Eliogabalo |
La Legio III Gallica ("dalla Gallia") fu una legione romana costituita da Gaio Giulio Cesare intorno al 49 a.C., per la sua guerra civile contro gli ottimati guidati da Gneo Pompeo. Il cognomen Gallica suggerisce che le reclute fossero originarie della Gallia Narbonense. La legione era ancora attiva in Aegyptus all'inizio del IV secolo, e aveva come simbolo il toro.
Indice |
[modifica] I secolo a.C.
La legione prese parte alla guerra civile tra Cesare e Pompero, combattendo nella battaglia di Farsalo (48 a.C.) e in quella di Munda (45 a.C.). Alla morte di Cesare la III entrò a far parte dell'esercito di Marco Antonio, uno dei membri del secondo triumvirato, ed impiegata nella sua campagna partica (36 a.C.). La legione entrò a far parte dell'esercito opposto da Fulvia e Lucio Antonio contro Ottaviano ma che si arrese al futuro primo imperatore romano a Perugia, nell'inverno del 41 a.C.. Dopo la sconfitta definitiva di Marco Antonio nella battaglia di Azio (31 a.C.), la III Gallica fu tra le legioni rimaste nell'esercito di Ottaviano: venne mandata in Siria a presidiare la provincia.
[modifica] I e II secolo
Il governatore di Siria Cn. Domizio Corbulone utilizzò la III Gallica per la sua campagna (63) contro i Parti, volta ad affermare il dominio romano sul Regno di Armenia, uno stato cuscinetto tra le due potenze. Furono però i successi ottenuti da Corbulone a fomentare la gelosia di Nerone per la popolarità del suo generale, che costrinse a suicidarsi. La III fu poi inviata in Mesia, a difendere il confine sul Danubio.
Nell'Anno dei quattro imperatori (69) l'esercito del Danubio parteggiò prima per Otone e poi per Vespasiano. La III combatté per quest'ultimo nella decisiva seconda battaglia di Bedriaco, in cui le forze di Vitellio vennero sconfitte, ed ebbe un impatto decisivo sulla battaglia: i legionari della Gallica, durante la permanenza in Siria, avevano preso l'abitudine di salutare il sole nascente, in un gesto legato al culto solare, e così fecero anche a Bedriaco; gli uomini di Vitellio, credendo che la III legione stesse salutando dei rinforzi giunti da oriente si demoralizzarono e furono sconfitti. In questi anni il tribunus militum della III Gallica è C. Plinio Cecilio Secondo.
Dopo la conclusione della guerra, la III Gallica venne rimandata in Siria. La zona fu un punto caldo nel II secolo, e la III venne impegnata nella soppressione delle rivolta giudaica, così come nelle campagne partiche di Lucio Vero (161-166) e Settimio Severo (197–198).
[modifica] Ascesa di Eliogabalo
La III Gallica ebbe un ruolo fondamentale nell'ascesa di Eliogabalo, l'imperatore successore di Macrino. Macrino era succeduto all'imperatore Caracalla, membro della dinastia dei Severi e assassinato dalle truppe durante la campagna partica; il nuovo imperatore aveva mostrato la propria clemenza, limitandosi a rimandare in Siria le donne e i giovani della famiglia.
Nel 218 Giulia Mesa si recò a Rafana, in Siria, dove la III Gallica era acquartierata sotto il comando di P. Valerio Comazone Eutichiano e fece una ricca donazione ai legionari, con il denaro che Macrino non le aveva confiscato. In cambio, il 16 maggio, i legionari acclamarono imperatore il nipote quattordicenne di Giulia, quel Sestio Vario Avito Bassiano passato alla storia col nome di Eliogabalo e che venne spacciato per figlio naturale di Caracalla per sollecitare lo spirito legalista dell'esercito. L'8 giugno la III Gallica e altre legioni che sostenevano la causa del rampollo della dinastia severiana sconfissero nella battaglia di Antiochia le forze di Macrino. Comazone entrò a far parte della corte di Eliogabalo, divenendone il prefetto del pretorio e ragiungendo il consolato nel 220.
Intanto, nel 219 gli eccessi di Eliogabalo portarono alla rivolta di Vero, che si proclamò imperatore col sostegno della III Gallica. Eliogabalo soppresse la rivolta, fece giustiziare Vero e sciolse la legione, i cui legionari vennero trasferiti alla III Augusta, di stanza in Africa. Ad ogni modo, il successivo imperatore, Alessandro Severo, ricostituì la legione e la rimandò in Siria, nei pressi di Damasco, a proteggere la strada per Palmira.
[modifica] IV secolo
Le informazioni sul periodo successivo della legione sono oscure e rare, ma nel 323 erano ancora in Siria. Una unità mista della III Gallica e della I Illyricorum venne impegata in Egitto nel 315-316.
Un membro di rilievo della III fu il centurione Lucio Artorio Casto, la figura storica probabilmente alla base di Re Artù.
[modifica] Bibliografia
[modifica] Altri progetti
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[modifica] Voci correlate
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