Invaginazione
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L'invaginazione è una grave condizione patologica che colpisce alcuni distretti dell'apparato digerente. Il termine deriva dal latino (in+ vagina, guaina) ed indica la penetrazione di un segmento intestinale in quello immediatamente successivo.
Il processo conosciuto anche come intussuscezione (lat. intus,dentro + suscipere, accogliere) può essere assimilato al movimento di un cannocchiale i cui settori rientrano uno nell'altro.
Particolarmente colpito è il intestino tenue. Ma si possono avere invaginazioni appendico-ciecali (l'appendice vermiforme che si inguaina nel cieco) o ileo-coliche (un segmento dell'ileo penetra nel colon ascendente) o ileo-ciecali. Possibile anche l'invaginazione digiuno-gastrica. Sono appannaggio della prima giovinezza e dell'infanzia, tranne l'invaginazione digiuno-gastrica che può complicare un intervento di resezione gastrica secondo Billroth.
Il quadro clinico, che può risolversi anche per riduzione spontanea, è caratterizzato dai segni di un ileo, complicato dallo strangolamento del peduncolo vascolare del segmento invaginato.
La diagnosi può giovarsi delle indagini radiografiche con mezzo di contrasto. In letteratura sono riportati casi fortunati in cui proprio la somministrazione di bario per clisma ha portato alla risoluzione della invaginazione.
La terapia è chirurgica e può comportare, nei casi di sofferenza irreversibile dei segmenti intestinali, anche la loro resezione con successiva ricostruzione anastomotica dell'intestino.
