Giovanni Martini
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Giovanni Crisostomo Martini (Sala Consilina, 28 gennaio 1853 – New York City, 27 dicembre 1922) è stato un militare italiano naturalizzato statunitense.
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[modifica] Biografia
[modifica] Origini contestate
Le origini italiane di Giovanni Martini (John Martin) non sono molto chiare e attualmente risultano disputate tra i comuni di Sala Consilina e quello ligure di Apricale. Difatti alcuni ricercatori sostengono che il Martini sia nato a Sala Consilina nel 1853 con il nome di Giovanni Crisostomo Martino, un trovatello lasciato nella Ruota dei Prjetti, mentre per altri ad Apricale battezzato Giovanni Battista Martini, figlio di Leonida, il 16 marzo 1841, sposatovi nel 1860, separato dalla moglie e dal figlio nel 1865. Di certo è documentato, per ammissione dello stesso Martini, solo l’anno di nascita, ossia il 1853. Giovanissimo, nel maggio del 1866, si arruolò, come tamburino, nel Corpo Volontari Italiani di Garibaldi e partecipò alla campagna in Trentino (il fatto non è stato mai accertato). L’anno successivo seguì nuovamente Garibaldi combattendo nella battaglia di Mentana. Emigrò negli Stati Uniti nel 1873 imbarcandosi a Glascow nel mese di marzo sulla S.S. Tyrian.
[modifica] Soldato negli USA
Sbarcato a Castle Clinton a New York City, il 1° giugno 1874 Giovanni Martini, dopo aver anglicizzato il nome in John Martin, si arruolò nell’esercito statunitense come trombettiere firmando una ferma di cinque anni, e fu assegnato allo squadrone H sotto il comando del capitano Frederich Benteen del 7° Cavalleggeri del tenente colonnello George Armstrong Custer. Dalle sue note personali matricolari risulta che era alto un metro e 68, occhi marroni, capelli neri e carnagione scura. Soldato disciplinato e volenteroso.
[modifica] A Little Big Horn
Il 25 giugno 1876 fu l’unico sopravvissuto della celebre Battaglia del Little Big Horn combattuta tra la cavalleria statunitense e gli indiani Sioux e Cheyenne di Toro Seduto e Cavallo Pazzo.
Il tenente colonnello George Armstrong Custer prima di attaccare il campo indiano di Cavallo Pazzo con i suoi 242 cavalleggeri, ordinò al trombettiere John Martin di correre a chiedere rinforzi alla colonna rimasta di retroguardia.
Il tenente William W. Cooke, per timore che il giovane ragazzo di lingua italiana non avesse ben capito il senso del messaggio, pensò di metterlo per iscritto su un foglietto: “Benteen. Come on. Big Village. Be Quick. Bring Packs. W.W. Cooke PS Bring pacs”, che tradotto in italiano significa “Benteen vieni in fretta Villaggio Grande e porta le munizioni”.
Il trombettiere John infilò il pezzo di carta nel guanto e partì in fretta. Mentre si allontanò velocemente avvertì le prime scariche di fucileria, dall’alto della collina vide sbucare indiani da ogni dove, sentì dietro di sé le grida dei guerrieri che lo avevano individuato e che cercavano di colpirlo. Si lanciò ventre a terra giù per il pendio e in poco più di un’ora riuscì a raggiungere il maggiore Benteen a cui consegnò il messaggio. L’ impresa salvò la sua vita ma non quella del comandante, che fu trucidato dagli indiani con tutti i suoi uomini.
[modifica] La carriera
Tre anni dopo, il 7 ottobre del 1879, sposò Julia Higgins, diciannovenne di origine irlandese, da cui ebbe otto figli, il primo dei quali chiamato George in memoria di Custer. Continuamente intervistato da giornalisti e storici a riguardo dei fatti del Little Big Horn, restò nel 7° Cavalleggeri fino al 1887. Promosso sergente fu trasferito in artiglieria, al 3° Reggimento, batteria G. Nel 1898 partecipò alla guerra ispano-americana per il possesso di Cuba.
Fu congedato il 7 gennaio 1904 con il grado di Primo Sergente Maggiore. Gestì con la moglie un negozio di dolciumi nei pressi di un forte e poi fu impiegato come bigliettaio dalla Metropolitana di New York presso la 103° Street Station.
Nel 1906 John e la moglie si separano, lui si recò presso una figlia che viveva a Brooklyn. Il 27 dicembre 1922 morì investito da un camion e fu sepolto nel Cypress hill national cemetery di Brooklyn.
[modifica] Bibliografia
- Giuseppe Mercenaro, Giovanni Martini, il garibaldini che scampò al Little Big Horn, articolo del Secolo XIX, 15 febbraio 2004.
- Antonia Bonomi, John Martin, il Giovanni Crisostomo Martino trombettiere italiano
che salvò la pelle a Little Big Horn, in Arcobaleno, anno 9, n° 9.
- Claudio Nobbio e David Riondino, John Martin, Il trombettiere di Apricale. Da Garibaldi a Custer, Fratelli Frilli Editori, Genova 2007.