Giacoma de Settesoli
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Giacoma de' Frangipane-Settesoli, conosciuta come Jacopa de' Settesoli, secondo il biografo Alfredo Crielesi sarebbe nata nel 1190 a Roma nel rione Trastevere come Jacopa de' Normanni, fu data in moglie giovanissima a Graziano Frangipane de' Settesoli, esponente della nobile casata romana dei Frangipane che aveva in proprietà il Septizonio, un monumento fatto costruire da Settimio Severo vicino al Circo Massimo a Roma e divenuto dopo la caduta dell'Impero roccaforte dei Frangipane.
Altri autori suppongono che Giacoma sia nata intorno al 1190 a Torre Astura e dintorni, nel basso Lazio, dove la sua famiglia d'origine aveva possedimenti.
Diviene vedova nel 1217, quindi signora dei tanti castelli e terre del Lazio dei Frangipane.
Il primo atto che la riguarda è del 1210, dove già vedova e con due figli da tutelare, Giovanni e Giacomo, gestiva il territorio di Marino, Nemi ed altri beni dei Frangipane. Sarà proprio lei a firmare, nel 1237, assieme al primogenito Giacomo, la prima delle costituzioni o statuti che regoleranno la vita civile della terra di Marino.
Conobbe San Francesco d'Assisi nel 1210, quando il Santo venne a Roma, e lo aiutò a trovare alloggio presso i Benedettini di Ripa Grande e ad ottenere udienza dal Pontefica Innocenzo III. San Francesco, secondo la leggenda, per sdebitarsi con Giacoma le regalò una capra ammaestrata, che la accompagnò sempre.
San Francesco ispirato da Jacopa nel 1221 fondò l'ordine dei "Fratelli e Sorelle della Penitenza" o "Terzo Ordine" dedicato ai laici che pur rimanendo a vivere nel mondo desideravano condurre una vita cristiana di stile francescano.
Quando il Santo Assisiate stava morendo, sempre secondo la tradizione, dettò una lettera da scrivere a Giacoma perché voleva rivederla prima di morire, e le chiese di portargli il suo velo nuziale e i mostaccioli, dolce tipico romano che ancora oggi sopravvive nella tradizione gastronomica romana. Ma Giacoma, chiamata affettuosamente da Francesco "frate Iacopa", arrivò ad Assisi prima che la lettera fosse spedita, portando proprio ciò che Francesco le aveva chiesto di portare.
Dopo la morte di Francesco Giacoma tornò a Roma, lasciò il potere al figlio Giovanni e si dedicò a opere di carità e pietà, nel 1231 riuscì ad istituire il convento di S. Francesco a Ripa in collaborazione con il Papa Gregorio IX.
Fatto testamento si ritirò come Terziaria francescana ad Assisi, dove morì forse nel 1236. Venne sepolta nella cripta della Basilica di San Francesco (Assisi) davanti al Santo e ai suoi compagni, di fronte all'altare fra le due scalinate dietro una griglia metallica nera, si legge sulla tomba: Hic santa nobilisque romana (Qui c'è una santa e nobile romana).
