Gaetano Gigli

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Gaetano Gigli (Mondavio, 22 maggio 1872 – Roma, 1 maggio 1954) è stato un latinista, scrittore, poeta e librettista italiano tra il XIX e il XX secolo.

[modifica] Biografia

Nacque il 22 maggio 1872 a Mondavio (PU) dal patrizio delle Piagge Giuseppe Gigli e da Antonia Trigi Pellegrini 1844 – 1929, era figlio unico.

Dopo aver perso il padre a otto anni, la madre ancora giovane si risposò ancora ed ebbe altri figli. Gaetano ricevette l’istruzione di base presso le scuole di Orciano (PU) e Mondavio (PU), acquisì l’istruzione ginnasiale a Fossombrone (PU), quindi il liceo classico ed all'università a Roma dove viveva presso lo zio: lo storico Camillo Manfroni. All’epoca Gaetano aveva quindici anni e si ricorda un episodio curioso. Sentendo la nostalgia della campagna ricevette dalla zia i soldi per affittare una carrozzella, la zia gli aveva infatti suggerito di seguire la via Nomentana fino a quando, finita la città, avrebbe potuto godere degli spazi verdi. Il ragazzo però, anche fuori Roma, trovava la strada comunque fiancheggiata da alte mura, alla fine si arrese e scoppiò a piangere.

Era un latinista molto stimato. Pubblicò note e commenti delle Satire di Orazio, dell’Eneide di Virgilio e dell’Iliade ed Odissea. Scrisse varie poesie ed argute novelle. Scrisse anche testi di canzoni, sia per l’amico musicista Alessandro Peroni (Mondavio (PU), 13 ottobre 1874 – Milano, 9 aprile 1964), sia per il conterraneo Mario Vitali (Pausula oggi Corridonia, (MC) 29 gennaio 1866 - Pesaro, 25 luglio 1932) di cui è stato il librettista dell'opera seria in due atti "Romana" (prima esecuzione nel teatro Velluti di Pausula il 21 settembre 1909). Fino all’ultimo giorno ha sempre lavorato dando lezioni private di latino.

Gaetano non prendeva quasi mai l'autobus, preferiva andare a piedi con passo molto veloce. Almeno una volta alla settimana si recava a piedi in Piazza Vittorio per rendere visita a due vecchie amiche. “Quasi tutte la sere ci veniva a trovare quando noi abitavamo in via Vetulonia 63”, ricorda la nipote Leonilde Faraoni, “ed una di quelle mia sorella (Anna Faraoni) gli fece un ritratto. Nel pomeriggio invece si recava alla funzione nella Chiesa di San Giovanni a Porta Latina e spesso lo accompagnava mio cugino Gaetano Gigli (jr)”.

I mobili del suo studio, in stile neo-gotico, erano stati disegnati da sua moglie Corinna. Vi erano: due scrivanie con due sedie dagli alti schienali, due librerie, una savonarola (sotto la finestra), due grosse e comode poltrone di pelle nera, tra le quali era posto un lume di legno sul cui paralume di pergamena, si leggeva la scritta in lettere gotiche: ‘NULLA DIES SINE LINEA’.