Forte San Zeno
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Forte San Zeno, originariamente chiamato Werk Radetzky (dal feldmaresciallo Radetzky), è un forte austriaco di Verona, la cui costruzione è iniziata nel 1848 con la messa in opera del terrapieno, del fosso, e dello spalto, nel 1849 fu costruito il ridotto centrale e l'anno successivo il ridotto di gola. Nel 1859 il forte venne ampliato con la costruzione del muro distaccato alla Carnot e da caponiere.
La sua costruzione fu voluta da Radetzky, e il progetto fu del maggiore Conrad Petrasch, direttore della Genie Direction di Verona.
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[modifica] Struttura
Forte San Zeno è un forte a tracciato poligonale con ridotto centrale. Come denota l'intitolazione al feldmaresciallo Radetzky, Comandante Generale dell'armata del Lombardo-Veneto, il forte era il caposaldo dello schieramento esterno, anche per la sua posizione più elevata e dominante. Il tracciato del terrapieno è simmetrico con impianto su dieci lati. Il forte era il cardine settentrionale del campo trincerato di destra d'Adige, nel suo primo assetto (1848-1850). Le sue artiglierie, dal terrapieno e dalle piattaforme superiori del ridotto, battevano l'intero giro d'orizzonte: la campagna antistante, la spianata retrostante, la strada per Peschiera e altre strade radiali che facevano capo a San Massimo, nonché la linea ferroviaria proveniente da Bolzano, che lambiva il fronte principale. Il forte venne disarmato in seguito alla costruzione della linea più avanzata del campo trincerato (1861), e mantenne la funzione di sicurezza contro infiltrazioni di fanteria.
Nel piazzale interno, il ridotto centrale casamattato era articolato in due corpi a segmento di torre, collegati da muri, in modo da formare un cortile di sicurezza. Nel ridotto, oltre ai vari servizi, era sistemato il comando di settore. Entrambe le parti del ridotto si elevavano su un solo piano, casamattato, provvisto di cannoniere. La loro copertura terrapienata era disposta a piattaforma per l'artiglieria.
Al livello del fosso asciutto il forte era completamente circondato dal muro distaccato alla Carnot, con feritoie per fucilieri, munito da due caponiere casamattate sul fronte principale. Dal cortile interno si accedeva al cammino di ronda, lungo il muro alla Carnot, attraverso due poterne dirette all'angolo rientrante dei fianchi. La strada di accesso al forte saliva dalla spianata, proseguiva in trincea fino al portale di ingresso nel fronte di gola.
[modifica] Armamento
- 12 bocche da fuoco
[modifica] Presidio di guerra
- 60 uomini
[modifica] Stato di conservazione
Nel secondo dopoguerra, il forte venne quasi completamente smantellato per dare lavoro ai disoccupati: furono spianati i terrapieni, demolita la torre maggiore del ridotto, si è conservata la torre minore, con paramento di laterizio a vista. Assai suggestiva la strada militare d'accesso, che sale verso il ridotto. Il tutto, purtroppo è in cattive condizioni di conservazione.
[modifica] Bibliografia
- AA. VV. Il Quadrilatero: nella storia militare, politica, economica e sociale dell'Italia risorgimentale. Verona, Comune di Verona, 1967.
- G. Barbetta. Le mura e le fortificazioni di Verona. Verona, Vita veronese, 1970.
- G. Beltramini. Le strade di Verona entro la cinta muraria. Verona, 1983.
- A. Sandrini e P. Brugnoli. Architettura a Verona nell'età della Serenissima. Verona, Banca popolare di Verona, 1988.
- A. Sandrini e P. Brugnoli. Architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea. Verona, Banca popolare di Verona, 1994.
- AA. VV. Verona. La città e le fortificazioni. Roma, 2005.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
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