Extraterritorialità
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Il concetto di extraterritorialità trova la sua origine in un'antica concezione del diritto internazionale, derivante forse dal pensiero di Ugo Grozio, che invitava a considerare gli agenti diplomatici di un altro stato come se si trovassero in una condizione di quasi extra-territorium. I casi più comuni di extraterritorialità riguardano la situazione giuridica chiamata di immunità di cui godono le sedi diplomatiche; tale situazione deriva dall'osservanza di obblighi di diritto internazionale da parte dello stato ospitante la missione a favore dello stato di cui essa è organo. Oggi la concezione secondo cui il territorio sede una missione diplomatica non è soggetto alla giurisdizione dello Stato in cui si trova, non è più in uso.
Attualmente con il termine extraterritorialità si indica l'autolimitazione di sovranità che uno Stato attua nell'applicare la propria giurisdizione sul territorio dove si trova una sede diplomatica straniera, al fine di garantire ampia libertà e indipendenza ai diplomatici. Ciò non esclude che per lo stato ospitante la sede sussistano obblighi in particolare quelli necessari ad assicurare l'inviolabilità della sede diplomatica.
La sede diplomatica non è invece esente da particolari disposizioni locali in materia di sicurezza, edilizia e sanità.
[modifica] Esempi di extraterritorialità attuali
- La sede del Sovrano Militare Ordine di Malta a Roma;
- alcune proprietà della Santa Sede (situate perlopiù a Roma), come la residenza estiva del papa, Castel Gandolfo;
- la sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York ed altri suoi uffici in varie parti del mondo (Ginevra, Vienna, Nairobi, ...);
- il Bureau International des Poids et Mesures (situato nel Pavillon de Breteuil a Sèvres, nei dintorni di Parigi,)
- il CERN (il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, situato vicino alla città di Ginevra).
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