Donna del gioco
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La Donna del gioco o Signora del gioco (Dòna del zöc in dialetto camuno) è una figura mitica.
Ricollegata a culti di origine pagana, è stata affiancata alle figure di Diana, Erodiade, Berchta.
Si manifestava in varie forme: un fantasma, uno scheletro, una cacciatrice, una gigantessa, una vecchia filatrice o una lavandaia.
A volte era una bellissima ragazza che viveva nel bosco, vestita dei suoi soli capelli, con uno sguardo capace di ammaliare le persone.[1]
Se la si incontrava, la dea poneva al passante questa domanda: "Chi vive nella notte?". Per evitare la sua collera e ottenere il suo favore, si doveva rispondere più o meno così: "Tu vivi nella notte, io vivo nella notte, vivono nella notte quelli che non possono vivere di giorno".
L'Inquisizione condannò alle più atroci torture e alla morte sul rogo i seguaci della Donna del Gioco, che era identificata come il diavolo. [2]