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Cuore di cane (romanzo) - Wikipedia

Cuore di cane (romanzo)

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bussola Nota disambigua – Se stai cercando il film, vedi Cuore di cane (film).
Cuore di cane
Titolo originale Собачье Сердце
Autore: Michail Afanas'evič Bulgakov
Anno
(1ª pubblicazione):
1928
Genere: Romanzo
Sottogenere: satirico
Ambientazione:
Anno di ambientazione:
Protagonista:
Coprotagonisti:
Antagonista:
Personaggi secondari:
Serie:
Preceduto da:
Seguito da:
EDIZIONE RECENSITA
Anno: 1928
Editore: Newton Compton
Edizione:
Traduzione:
Collana:
Pagine: 97
Capitoli
ISBN Tascabili Economici Newton
ISSN
Progetto Letteratura

Cuore di cane (in russo: Собачье Сердце, Sobač'e Serdce) è un romanzo di Michail Afanas'evič Bulgakov (Kiev 1891 - Mosca 1940), che narra la storia di un singolare trapianto d'organi a un cane con le vicende che ne conseguono in maniera satirica e disincantata.

Cuore di cane ha ispirato un film di Alberto Lattuada dal titolo omonimo.

Per approfondire, vedi la voce Cuore di cane (film).

[modifica] La vicenda del racconto

« Uuuuhhh!!! Guardatemi sto morendo. La bufera mi ulula il de profundis nel portone e io ululo con lei. È fatta, sono fregato! Un delinquente col berretto sporco, il cuoco della mensa impiegati al Consiglio Centrale dell'Economia Nazionale, mi ha rovesciato addosso dell'acqua bollente e m'ha bruciato il fianco sinistro. Che mascalzone! E si che è anche un proletario! »
(Michail Afanas'evič Bulgakov, Cuore di cane, Capitolo I)

Così inizia Cuore di cane: un cane randagio muore di freddo e di fame in una viuzza del centro di Mosca. Durante la sua agonia, il randagio (miracolosamente parlante e pensante) osserva e giudica cinicamente l'umanità che gli passa attorno: dai cuochi del Consiglio dell'Alimentazione Nazionale agli spazzini del Comune di Mosca, dalla dattilografa di categoria nona al professionista medio borghese.

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« Dall'altra parte della strada sbattè la porta di un negozio vivamente illuminato, e ne uscì un cittadino: "Beh, si: si tratta proprio di un cittadino, non certo di un compagno; anzi, questo qui è addirittura un signore. E non che giudichi dal cappotto -non sono così sciocco-. Oggi il cappotto ce l'hanno anche i proletari, o molti di loro. [...] Ma gli occhi: lì non si sbaglia, sia che li guardi da vicino che da lontano. Eh, sì, sono assai importanti gli occhi, sono una specie di barometro. Ci vedi quello dal cuore duro, che può schiaffarti la punta dello stivale nelle costole, senza nessun motivo; e ci vedi quello che ha paura di tutto e di tutti. Ecco, proprio un lacchè come questo tipo qui mi divertirebbe prendere a morsi nelle caviglie -Hai fifa, eh? Se ce l'hai vuol dire che te la meriti... Tiè... grr... rrr... bau, bau!-" »
(Michail Afanas'evič Bulgakov, Cuore di cane, Capitolo I)

Ed è proprio questo "lacchè" che si avvicinerà al nostro cane, battezzandolo Pallino, e deciderà di accoglierlo nella sua dimora. Per l'ex-randagio Pallino si apriranno nuovi orizzonti: un tetto, cibo a volontà, l'opportunità di passare indisturbato davanti al portiere del palazzo del suo padrone, in definitiva si sente felice e soddisfatto della sua nuova condizione di cane d'appartamento.

« Il signore sconosciuto, dopo aver portato il cane fino alla porta del suo lussuoso appartamento, suonò il campanello. [...] La porta si aprì silenziosamente e davanti al cane e al suo padrone si parò una donna giovane e carina, che indossava un grembiulino bianco e una crestina di pizzo. Il cane fu investito da un divino calore e la gonna della donna profumava di mughetto. [...]Venga pure avanti, signor Pallino", disse il signore, con ironia. Il cane scodinzolò ed entrò con religiosa compunzione. L'ingresso lussuoso era pieno di un'infinità di oggetti. la prima cosa che colpì il cane fu una specchiera lunga fiuno al pavimento, che mostrava un Pallino spelacchiato e distrutto; poi le terribili corna di un cervo appesse in alto alla parete, quindi un gran numero di pellicce e di galosce, infine un tulipano di opaline appesso al soffitto. »
(Michail Afanas'evič Bulgakov, Cuore di cane, Capitolo II)

Il padrone di Pallino è Filipp Filippovic Preobrazenskij, professore di medicina di fama mondiale, andrologo e ginecologo. Bulgakov in una parte del racconto colloca in un angolo della studio del professor Preobrazeskij Pallino, che assiste alla sfilata dei pazienti del medico, "un campionario gerontologico della belle epoque"[1], vecchi in cerca di gioventù.

Ad un tratto, il professor Preobrazeskij si accorda col suo assistente dottor Bormental per mettere in atto un esperimento straordinario: trapiantare i testicoli e l'ipofisi di un uomo morto al cane Pallino. Dal momento in cui Pallino viene anestetizzato per l'intervento, al racconto diretto per bocca di Pallino si sostituiscono le pagine del diario di Bormental, che analizza l'andamento del soggetto operato: prima "cane", poi "individuo", poi "homunculus": il cane Pallino dopo il trapianto dell'ipofisi inizia a camminare su due zampe, perde la coda, i peli e gli artigli, acquisisce la parola... ma eredita le informazioni cerebrali dell'uomo da cui ha ricevuto l'ipofisi, morto accoltellato in una bettola moscovita. Perciò si abbandona al turpiloquio, commette oscenità, parla di Marx e di Engels (si riempie la bocca di retorica sovietica che risulta abbastanza ostica a Preobrazeskij) ma poi insegue animalescamente i gatti per casa.

Ad un certo punto, dopo l'ultima bravata di Pallino (che ha assunto il nome da cittadino registrato all'Anagrafe del Comune di Mosca di Poligraf Poligrafovic Pallini), Preobrazeskij e soprattutto il dottor Bormental decidono di far cessare la snervante presenza nel modo più brusco: il signor Pallini viene privato dell'ipofisi umana e torna ad essere un normale cane da appartamento a nome Pallino.

[modifica] Traduzioni italiane di Cuore di cane

  • Cuore di cane, ovvero Endocrinologia della N.E.P., Bari, De Donato, 1967
  • Cuore di cane, Verona, Melander e Moretti, 1974
  • Cuore di cane, Roma, Newton Compton, 1975
  • Cuore di cane, Milano, Rizzoli, 1975

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