Cistus monspeliensis
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Cisto marino |
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Fiori di Cistus monspeliensis |
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||
Cistus monspeliensis L., 1753 |
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Nomi comuni | ||||||||||||||
Cisto marino |
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Il Cisto marino o cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis L., 1753) è un arbusto appartenente alla famiglia delle Cistaceae tipico delle associazioni floristiche cespugliose o arbustive mediterranee.
Indice |
[modifica] Morfologia
La pianta ha un portamento cespuglioso ed eretto, alta da 50 a 120 cm, con corteccia bruna. Le foglie sono lineari-lanceolate, sessili, tomentose e collose al tatto, con margine revoluto.
I fiori sono riuniti in piccoli racemi, hanno simmetria raggiata e diametro di 1,5-2 cm. Il calice è composto da cinque sepali liberi, disuguali. La corolla è composta da 5 petali liberi, di colore bianco, con una piccola macchia gialla alla base. L'androceo è composto da numerosi stami con filamenti brevi, inseriti sul ricettacolo. L'ovario è supero, sormontato da un breve stilo.
Il frutto è una capsula di forma ovale, contenente numerosi semi.
[modifica] Ciclo fenologico
Il cisto marino ha un ciclo vegetativo autunno-primaverile, con attività vegetativa intensa nel periodo primaverile, che culmina con la fioritura nei mesi di aprile-maggio.
Nel periodo estivo entra in riposo vegetativo a causa delle condizioni siccitose proibitive riprendendo l'attività solo con le piogge autunnali. Durante il riposo estivo l'habitus diventa tipicamente xerofitico, perdendo buona parte del fogliame. Per questo motivo la macchia a cisto ha una tonalità grigio-bruna in estate determinata dalla colorazione della corteccia.
[modifica] Distribuzione
Il Cisto marino è una tipica pianta mediterranea piuttosto comune nelle associazioni cespugliose degli ambienti mediterranei, specialmente in zone soleggiate e aride. Si adatta bene a condizioni pedologiche difficili, vegetando su suoli sterili, grossolani e dotati di scarsa potenza. Vegeta nella macchia mediterranea bassa, nell e sporadicamente nella gariga, spesso in prossimità delle zone costiere.
È il tipico rappresentante della macchia a cisto, associazione monofloristica o a larga prevalenza a cisto che si estende spesso su vaste superfici, indice di degradazione della vegetazione mediterranea. Ricopre facilmente le aree percorse da incendi in quanto i semi hanno la capacità di resistere alle alte temperature, permettendo alla specie una rapida colonizzazione dell'area.
[modifica] Utilità
Questa pianta ha una scarsa utilità, limitata all'impiego come legna da ardere per avviare l'accensione dei fuochi negli usi domestici. È invece una pianta fondamentale come colonizzatrice di aree collinari degradate in quanto rappresenta l'ultimo baluardo verso la desertificazione, prevenendo l'erosione dei suoli declivi percorsi da incendi.
[modifica] Nomi regionali
Sardegna | mudrèju, mudrègu, murdègu, mudègu, mudèciu, mudèju, mudrègiu |