Chronicon Salernitanum

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il Chronicon Salernitanum è una cronaca anonima, scritta probabilmente attorno al 990 (o 974), che narra vicende riguardanti soprattutto i laici dei principati di Benevento e Salerno.

Inizia con il racconto, tratto dal Liber Pontificalis dei tentativi di impadronirsi di Roma attuati a partire dall’VIII secolo dai Longobardi e della conseguente fine del Regno longobardo causata dall’intervento di Carlo Magno in difesa del papa.

La narrazione termina bruscamente nel 974 con Pandolfo, principe di Capua e Benevento , che si accinge ad assediare Salerno, dove erano asserragliati coloro che avevano spodestato il principe di Salerno Gisulfo. La narrazione della congiura contro Gisulfo è particolarmente viva e dettagliata e fa ritenere che l’autore fosse contemporaneo a questo episodio.

L’anonimo cronista ha utilizzato varie fonti, compresa la Historia Langobardorum Beneventanorum di Erchemperto, mostrando una serie di conoscenze che fanno pensare che fosse un religioso.

Non ci sono neppure dediche, ma solo un cenno ad un antenato dell’autore, un certo Radoaldo che fu tra coloro che, per dissapori con il principe Sicardo (832-839), lasciarono il principato di Benevento. Huguette Taviani-Carozzi ha attribuito l’opera a Radoaldo di Salerno, abate del monastero benedettino di Salerno.

Il Chronicon Salernitanum è caratterizzato, a differenza delle altre cronache dell’epoca, da un gusto per la narrazione e da una ricchezza di dettagli dai quali è stato possibile trarre molte preziose informazioni sulla vita quotidiana e la mentalità a quel tempo. Secondo la Catholic Encyclopedia "ha qualche pretesa di merito letterario" ed il "materiale è buono nonostante la mancanza di capacità critica che fa sfigurare l’opera".