Chirurgia vascolare
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La chirurgia vascolare ha come target terapeutico arterie e vene ed utilizza tecniche di riparazione, di derivazione, di sostituzione e di rimozione.
La chirurgia vascolare nasce con i lavori di Kunlin, Oudot, Wesolowski e Debakey ma anche i contriuti di Jaboulay, Carrel e Pringle, all'inizio del secolo XX, parteciparono a questa straordinaria operazione culturale.
Per quel che concerne i passi compiuti nell'ambito della progettazione di sostituti arteriosi, sempre più complianti e sempre più resistenti, non si può fare a meno di ricordare i pionieri Voohee, Jaretzki e Blakemore che per primi impiantarono tessuti porosi come condotti vascolari nell'animale, e che con i loro contributi rappresentano i pionieri sulle cui spalle poggia l'evoluzione biotecnologica dei materiali protesici e della loro applicazione clinica.
Parlare quindi nel III millennio di chirurgia vascolare significa parlare anche ed inevitabilmente del progresso biotecnologico legato a tali materiali protesici (per chirurgia tradizionale, mininvasiva ed endovascolare) che hanno condizionato il trattamento delle malattie vascolari che coinvolgono il sistema arterioso.
La nascita delle tecniche endovascolari si deve a Dotter e che hanno iniziato a dilatare le arterie (ostruite o stenotiche) per via endovascolare, successivamente Parodi e Gruentzig successivamente Dake hanno sviluppato endoprotesi per l'aneurisma dell'aorta addominale e toracica.
Lo sviluppo delle tecniche endovascolari ha permesso il miglioramento dei risultati della morbilità e mortalità, allargando il numero di pazienti trattabili.
La chirurgia vascolare nel versante arterie tratta principalmente le carotidi, l'aorta, le iliache e le arterie degli arti inferiori, più raramente i vasi viscerali: renali mesenterica superiore ed inferiore, tripode celiaco ed i suoi rami.
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