Cavalle di Diomede
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La cattura delle cavalle di Diomede fu l'ottava delle dodici fatiche di Eracle.
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[modifica] Vicenda
Nella mitologia greca le "cavalle di Diomede" erano quattro feroci giumente che si nutrivano di carne umana. Bestie splendide e incontrollabili, appartenevano al gigante Diomede, re della Tracia, figlio di Ares e Cirene, che viveva sulle rive del Mar Nero. Si diceva che le giumente si nutrissero della carne dei soldati caduti in battaglia, e che quando non era in guerra Diomede avesse risolto il problema dando ogni giorno una grande festa nel suo palazzo per poi uccidere i suoi ospiti e darli in pasto ai feroci animali. La leggenda volle poi che Bucefalo, il cavallo di Alessandro Magno, fosse un discendente di tali cavalle.
[modifica] L'ottava fatica
Incaricato di rubare le giumente, Eracle portò con sé Abdero, uno dei suoi eromenoi, ed alcuni altri giovani. Essi riuscirono a rubare le cavalle e furono perciò inseguiti da Diomede e dai suoi uomini.
Eracle non sapeva però della pericolosità degli animali, e quindi incaricò l'amato Abdero di sorvegliarli mentre lui sconfiggeva Diomede; Abdero fu così divorato dalle giumente.
Per vendetta, Eracle diede in pasto Diomede ai suoi stessi animali.
In memoria del ragazzo amato fondò poi la città di Abdera sul sito della sua tomba.
[modifica] Voci correlate
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