Capeliano
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Capeliano (latino: Capelianus; fl. 238) fu un governatore della provincia romana di Numidia, che sedò la rivolta di Gordiano I e Gordiano II in Africa contro l'imperatore romano Massimino Trace, nel 238.
Indice |
[modifica] Origini
Non ci sono notizie certe sull'origine familiare di Capeliano: probabilmente la sua famiglia, di rango senatoriale, era originaria di Cirta, in Numidia. Il suo cursus honorum iniziò con la pretura; divenne poi legatus Augusti pro praetore Numidiae per volere di Massimino Trace: in quanto governatore di Numidia, controllava l'unica legione stanziata in Africa, la Legio III Augusta.
[modifica] Contro i Gordiani
All'inizio del 238 i grandi proprietari terrieri africani elessero imperatore il proconsole dell'Africa proconsolare, Marco Antonio Gordiano Semproniano Romano Africano (Gordiano I), il quale associò al trono il figlio omonimo (Gordiano II), in opposizione a Massimino. Senza attendere ordini, Capeliano fece giurare fedeltà a Massimino alla III Augusta e la portò, assieme ad alcune truppe ausiliarie, verso Cartagine, dove i due Gordiani avevano stabilito la loro capitale. Di fronte alla città sconfisse e uccise nella battaglia di Cartagine (12 aprile) Gordiano II, mentre Gordiano I si suicidò in seguito alla notizia della morte del figlio.
La Historia Augusta racconta come Gordiano avesse deposto Capeliano, il quale avrebbe raccolto le sue forze, Mauri compresi, e attaccato Cartagine, facilitato dal tradimento della popolazione punica. Gordiano I avrebbe ordinato al figlio di attaccare il nemico, ma Capeliano, più esperto nelle cose militari, avrebbe avuto la meglio su Gordiano II, rammollito dalla nobiltà. La sconfitta di Gordiano II fu facilitata da una grande tempesta (cosa rara in Africa, come precisa l'autore della Historia), che scompaginò la milizia di Gordiano, il quale venne ucciso, senza che fosse possibile ritrovarne il corpo.
Dopo la vittoria, che pose fine dopo soli venti giorni al regno dei due Gordiani, Capeliano avrebbe sterminato, nel nome di Massimino, tutti i sostenitori dei Gordiani in Africa: saccheggiò città e templi, dividendo il bottino tra i suoi soldati, e uccise nobili e popolani allo stesso modo; la Historia suggerisce che agisse in questo modo per ottenere il favore dell'esercito, in modo che, nell'eventualità della morte di Massimino, potesse sostenere l'elevazione al trono del suo comandante.
Le fonti affermano che tra le ragioni per le quali Capeliano attaccò Gordiano ci fu l'odio personale: i due avevano avuto una contesa legale in passato; inoltre Capeliano era un sottoposto di Gordiano; infine, pare che Capeliano aspirasse al trono lui stesso. Va anche considerata la lealtà di Capeliano nei confronti di Massimino, il quale, essendo un imperatore "barbaro", non aveva il sostegno dei senatori romani.
[modifica] Fine
Nel frattempo, però, il Senato romano aveva sostenuto ufficialmente i due Gordiano, proclamando Massimino nemico pubblico e nominando suoi successori i senatori Pupieno e Balbino; Massimino prese le armi contro Roma, ma nell'aprile 238 morì davanti ad Aquileia.
Il fato di Capeliano non è noto: si sa che la sua legione, la III Augusta, fu disciolta da Gordiano III, figlio di una sorella di Gordiano II, nel 239, dopo che il nipote di Gordiano I ebbe ottenuto il trono.
[modifica] Bibliografia
[modifica] Fonti primarie
- Erodiano, Storia dell'Impero dopo Marco Aurelio, vii.9.
- Historia Augusta - Gordiani Tres, xv-xvi; Maximini duo, xix.
[modifica] Fonti secondarie
- Dietz, Karlheinz, Senatus contra principem. Untersuchungen zur senatorischen Opposition gegen Kaiser Maximinus Thrax, Verlag C.H. Beck, Monaco, 1980, ISBN 3-406-04799-8, , pp. 109-120.
- Sommer, Michael, Die Soldatenkaiser, Wiss. Buchgesellschaft, Darmstadt, 2004, ISBN 3-534-17477-1, pp. 32-35.
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