Berenice (racconto)
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Berenice è un racconto di Edgar Allan Poe del 1835.
Egaeus è un giovane intellettuale cresciuto con la cugina Berenice, spensierata e vivace. La cugina viene colpita da un male che la porta a un lento ma inesorabile declino fisico e spirituale. Anche Egaeus accusa il colpo: da quel giorno le sue facoltà speculative si indeboliscono, trascorre molte ore ad osservare particolari insulsi, perdendo del tempo prezioso. Decidono di sposarsi sebbene non si siano mai apertamente amati. Mentre si trova in biblioteca gli appare Berenice: i di lei capelli da neri si sono trasformati in biondo rossiccio e il sorriso mette in mostra una dentatura uniforme. Egaeus si convince che i denti della cugina sono in realtà le sue idee (cioè di Berenice, in questo caso oggetti tangibili come i denti vengono trasformati in qualcosa di astratto come le idee), e che solo possedendoli riuscirà a riconquistare la propria lucidità. La cugina muore e viene seppellita. Egaeus, nella biblioteca, si sveglia come da un sogno di cui non ricorda nulla. Un suo parente entra parlandogli di un sepolcro violato; inoltre gli fa notare una vanga, macchie di fango nel vestito e una scatola sul tavolo che cade per terra sparpagliando i 32 denti di Berenice. Aveva seppellito viva la cugina e poi, come auspicato nelle sue fantasticherie, le aveva sottratto la dentatura.
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