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Autostrada della morte - Wikipedia

Autostrada della morte

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Voce principale: Guerra del Golfo.

L'autostrada della morte
L'autostrada della morte

L'Autostrada della morte è il soprannome di una strada che corre tra il Kuwait e Basra nella quale le unità dell'esercito regolare iracheno in ritirata furono attaccate e completamente distrutte dagli aerei statunitensi durante l'offensiva della coalizione durante la Guerra del Golfo nella notte tra il 26 e il 27 febbraio 1991.

Il nome ufficiale è Highway 80 e si estende da Kuwait City fino alle città periferiche di Abdali (in Kuwait) e Safwan (in Iraq), proseguendo fino a Basra. La strada venne riparata alla fine degli anni '90 e fu utilizzata nelle prime fasi dell'invasione statunitense dell'Iraq nel 2003 dalle forze statunitensi ed inglesi.

Indice

[modifica] Attacchi aerei

Una colonna di veicoli bombardati nella strada costiera verso Basra
Una colonna di veicoli bombardati nella strada costiera verso Basra

Gli attacchi aerei vennero compiuti su due sezioni distinte dell'autostrada: circa 1400 veicoli sull'autostrada a nord di Al Jahra (la "vera" autostrada) e altri 400 veicoli della strada costiera verso Basra.

Sull'autostrada principale, gli aerei bombardarono la testa e la coda dell'enorme colonna di veicoli, intrappolando il convoglio e rendendolo un bersaglio statico per i successivi attacchi. Quando la zona venne visitata dai giornalisti, la strada era ridotta ad una lungo linea ininterrotta di veicoli danneggiati, abbandonati e distrutti. I rottami appartenevano in maggioranza a veicoli civili rubati (come automobili, camion ed autobus), che erano guidati da soldati iracheni e miliziani palestinesi allineati con l'OLP. La maggior parte dei veicoli vennero abbandonati prima dell'attacco.

Sulla strada costiera, conosciuta con il nome di Battaglia dello sfasciacarrozze (Battle of the Junkyard), i veicoli della guardia repubblicana irachena attaccarono le forze di terra alleate. I veicoli, che vennero distrutti completamente, erano principalmente militari e appartenevano alla prima divisione corazzata "Hammurabi" della guardia repubblicana.

[modifica] Controversie

Un carro T-54/55 arrugginito che giace nell'autostrada della morte (febbraio 2003)
Un carro T-54/55 arrugginito che giace nell'autostrada della morte (febbraio 2003)
Resti del convoglio distrutto (febbraio 2003)
Resti del convoglio distrutto (febbraio 2003)

L'azione offensiva che rese famigerata la strada divenne una fonte di controversie. Alcuni commentatori suggerirono che l'uso della forza fu sproporzionato, siccome le forze irachene si stavano ritirando e la colonna comprendeva prigionieri di guerra Kuwaitiani e prigionieri politici, rifugiati civili palestinesi.[citazione necessaria] Alcuni argomentano che i soldati regolari iracheni erano sull'orlo di un ammutinamento e l'attacco che hanno subito ha di fatto aiutato il regime di Saddam Hussein.[citazione necessaria]

Anche se nessun reporter fu presente durante l'attacco, furono scattate fotografie che mostrano l'incredibile ammasso di veicoli distrutti e bruciati. Il bombardamento venne considerato da alcuni osservatori come crimine di guerra - ovvero un deliberato bombardamento di una porzione di strada dove truppe irachene in fuga e non combattenti erano bloccate.

I militari statunitensi tuttavia affermarono che vennero trovati tra i rottami solo alcuni corpi e la maggior parte degli occupanti abbandonò i veicoli quando la strada divenne impraticabile. In base ad una intervista nel documentario FRONTLINE della televisione PBS, con il giornalista americano Rick Atkinson, quando fu chiesto ad un militare se è noto il numero di iracheni rimasti uccisi nell'autostrada della morte, venne risposto che

« Non penso che sapremmo mai quanti iracheni vennero uccisi là. C'erano circa 1500 veicoli distrutti sull'autostrada della morte, alla fine della guerra. E altri 400 sull'altra strada, che corre parallela alla costa. Coloro che vagarono tra i rottami subito dopo la resa degli iracheni trovarono relativamente pochi corpi. Certamente alcuni tra quelli che furono trovati erano terribilmente inceneriti. L'opinione consolidata è che molti iracheni uscirono semplicemente dai loro veicoli e fuggirono. Ed è difficile credere che le morti probabilmente furono superiori a più di un paio di centinaio[1]»

Robert Fisk de l'Independent giunse sul posto poco dopo il bombardamento alleato. Nel suo libro intitolato The Great War for Civilisation, Fisk descrive la scena di chilometri di veicoli militari e civili danneggiati che furono bombardati mentre erano rimasti bloccati, e i resti bruciati degli occupanti dei vicoli: "Ho visto centinaia di morti qui; ce ne devono essere stati migliaia. Non dovremmo chiamarla, invece che Autostrada della Morte, Massacro del ponte di Mutla"?[2]

L'ex segretario di stato Colin Powell, che era l'allora capo del Joint Chiefs of Staff, le scene della carneficina posero fine alle ostilità della guerra dopo la liberazione del Kuwait. Powell scrisse in seguito in My American Journey che: "la televisione stava iniziando a considerarci come se avessimo fatto il massacro per il gusto di farlo"[3].

In base al Foreign Policy Research Institute tuttavia, le "apparenze possono trarre in inganno":[4]

« Le analisi del dopoguerra mostrano che i rottami sulla strada per Basra sono stati abbandonati dagli iracheni prima di essere bersagliati e le perdite nemiche sono di fatto basse. Inoltre, i sondaggi hanno dimostrato che le immagini non hanno scalfito il supporto americano alla guerra. (Il mondo arabo ed islamico fu, ovviamente, di tutt'altra opinione. Powell potrebbe essere stato giustamente preoccupato di questo)[5] »

Il fotoreporter Peter Turnley pubblicò delle fotografie riguardanti fosse comuni [6] ed è stato affermato che questo costituisce una violazione della Convenzione di Ginevra[7].

[modifica] Note

  1. ^ Originale: "I don't think we'll ever know how many Iraqis were killed there. There were about 1,500 vehicles on the highway of death, counted, destroyed vehicles after the war. And another 400 or so on another road, a spur that ran parallel to the coast. Those who wandered through this wreckage right after the Iraqi surrender found relatively few bodies. Certainly some, and many that were terribly incinerated of those that were found. But the prevailing view is that many of the Iraqis had simply gotten out of their vehicles and ran. And it's difficult to believe that deaths on the highway of death probably exceeded more than a couple of hundred perhaps."
  2. ^ Originale: "I had seen hundreds of dead here; there must have been thousands. Shouldn't we have been referring back then, not to the Highway of Death, but to the Massacre at the Mutla Ridge?"
  3. ^ Originale: "The television coverage was starting to make it look as if we were engaged in slaughter for slaughter's sake"
  4. ^ Photojournalism and Foreign Affairs David D. Perlmutter Foreign Policy Research Institute January 27, 2005 Accessed October 26, 2007
  5. ^ Postwar studies found that most of the wrecks on the Basra roadway had been abandoned by Iraqis before being strafed and that actual enemy casualties were low. Further, opinion polls showed that American support for the war was largely unaffected by the images. (Arab and Muslim public opinion was, of course, another matter, about which Powell may have been rightly concerned.)
  6. ^ The Unseen Gulf War. Peter Turnley, Harvard University Nieman Reports, Spring 2003.
  7. ^ The Persian Gulf TV War. Douglas Kellner, UCLA, July 10, 2006. Retrieved October 24, 2007.

[modifica] Collegamenti esterni


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