Atrahasis
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L'Epopea di Atrahasis è un poema epico del XVIII secolo a.C. di circa 1200 versi scritto in lingua accadica che contiene una serie di miti tradizionali mesopotamici quali ad esempio quelli della Creazione e del Diluvio. In particolare, il mito del Diluvio sarà ripreso nel XII secolo a.C. dall'Epopea di Gilgamesh e ancora più tardi dalla Bibbia e dal Corano.
[modifica] Sinopsi
La prima parte dell'Epopea di Atrahasis (o Epopea del Gran Saggio) racconta come all'orgine gli dei erano divisi in due classi: le divinità della classe inferiore degli Igigi lavoravano per la classe più elevata degli Annunaki che vivevano tranquillamente nell'agiatezza. In seguito a una rivolta degli Igigi che si rifiutarono di continuare a lavorare, gli Annunaki si riunirono per cercare una soluzione, il loro re Enlil minacciando di uccidere gli Igigi. Suo fratello Ea (nome accadico per il sumerico en.ki, avendo capito che questo non risolveva il problema, propose di creare l'Uomo. L'Uomo sarebbe stato in tutto simile agli dei, all'infuori del dono dell'immortalità, e avrebbe lavorato per nutrire gli dei (per il mezzo di sacrifici). La proposta fu accettata all'unanimità. L'uomo sarebbe stato modellato nell'argilla con l'aggiunta del sangue del dio Wê-ilu immolato per la circostanza. La dea madre Ninmah donò quindi la vita a l'essere così creato sputando dentro la mistura.
Nella seconda parte, si vede che gli uomini eseguono il loro compito alla perfezione ma il dio supremo Enlil è preoccupato dal loro moltiplicarsi. Per risolvere questo nuovo problema, Enlil invia in principio delle terribili epidemie poi carestie per cercare di decimare i suoi servitori. Ma Ea, dio delle acque dolci e protettore degli uomini, si oppone ai suoi piani per l'intermediario di Atrahasis, un uomo molto saggio che preveniva i suoi simili al sopraggiungere di ogni pericolo. Di più in più esasperato, Enlil decide infine di finirla una volta per tutte con gli uomini inviando un Diluvio Universale e vietando a Ea di comunicare con chiunque di loro. Ma Ea si rivolge a Atrahasis in sogno e gli consiglia di costruire un'Arca resa impermeabile con del bitume, e di imbarcare con lui un coppia di tutti gli esseri viventi. Il diluvio si scatenò per 7 giorni e 7 notti. Il settimo giorno si calmò e l'Arca attraccò al monte Nishir. Dieci giorni più tardi Atrahasis liberò una colomba che ritornò. Lo stesso accadde con una rondine. Infine liberò un corvo che avendo trovato il ritiro delle acque non ritornò. Allora Atrahasis disperse ai quattro venti tutti gli altri animali e fece un sacrificio che fu apprezzato dagli dei. Enlil, avendo constatato che il suo piano era ancora una volta fallito, ma avendo realizzato che la scomparsa degli uomini avrebbe riportato la situazione al problema precedente la loro creazione, si calmò, lasciò che gli uomini continuassero a esistere ma pretese da Ea che la vita degli uomini fosse diminuita, e comunque introdusse la malattia, la sterilità etc. Atrahasis invece per ricompensa ricevette l'immortalità e andò a stabilirsi presso lo sbocco dei Grandi Fiumi, nel giardino di Dilmun dove dimora Ea, e secondo la leggenda mesopotamica, vi vivrebbe ancora.
[modifica] Bibliografia
- W. G. Lambert and A. R. Millard, Atrahasis: The Babylonian Story of the Flood, Eisenbrauns, 1999, ISBN 1-57506-039-6.
- Q. Laessoe, "The Atrahasis Epic, A Babylonian History of Mankind," Biblioteca Orientalis 13 [1956] 90-102.
- Jeffrey H. Tigay, The Evolution of the Gilgamesh Epic, University of Pennsylvania Press, Philadelphia, 1982, ISBN 0-8122-7805-4.
