Antropologia fisica
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L'antropologia fisica è una disciplina scientifica che si occupa dei meccanismi dell'evoluzione biologica, dell'ereditarietà genetica, dell'adattamento fisico degli esseri umani e dei resti fossili di tale evoluzione; trova larga applicazione in archeologia.
L'antropologia fisica si è sviluppata nel XIX secolo conseguentemente allo sviluppo della teoria dell'evoluzione di Charles Darwin e della teoria genetica di Gregor Mendel. Recentemente la direzione presa da questi studi sembra comportare uno spostamento in direzione di un'antropologia biologica.
Alcune branche di questa disciplina, come l'antropologia criminale, la fisiognomica, la frenologia, basate ad esempio sulla misurazione dell'indice cefalico (rapporto tra larghezza e lunghezza del cranio) da cui Cesare Lombroso ed i suoi epigoni arrivavano a definire alcune caratteristiche comportamentali, sono attualmente considerate pseudoscienze.
Tra i fondatori della moderna antropologia fisica sono da ricordare Pierre Broca e Franz Boas. In Italia i capiscuola vanno considerati Paolo Mantegazza e Giuseppe Sergi, fondatore della Società Romana di Antropologia (ora Istituto Italiano di Antropologia).
[modifica] Rami disciplinari
- Primatologia: lo studio delle grandi scimmie strettamente imparentate alla specie umana.
- Genetica delle popolazioni: lo studio delle diversità umane a livello biologico e genetico (collegata alla biologia evoluzionistica).
- Paleoantropologia o (Paleontologia umana): lo studio dell'evoluzione della specie umana.
Lo studio dell'evoluzione umana coinvolge altre specializzazioni, quali:
- l'osteologia (lo studio dei materiali scheletrici);
- la paleopatologia (studio delle tracce di malattie e ferite rintracciabili sugli scheletri umani);
- l'antropologia forense (analisi dei resti umani in relazioni ad indagini di polizia o giudiziarie).