Alcmeonidi
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Gli Alcmeonidi erano una potente famiglia aristocratica dell'antica Atene, che affermava di essere discendente del mitologico Alcmeone, nipote di Nestore.
Il primo importante rappresentante della famiglia degli Alcmeonidi fu Megacle, arconte eponimo di Atene nel VII secolo a.C.. Questi fu responsabile dell'uccisione di Cilone e dei suoi seguaci durante il tentato colpo di stato del 632 a.C.. Poiché Cilone aveva cercato rifugio nel tempio di Athena, Megacle e i suoi discendenti furono colpiti da una maledizione e costretti ad andare in esilio. Anche i corpi sepolti di altri Alcmeonidi vennero disseppelliti e portati fuori dai confini della città.
Essi poterono far ritorno in città nel 594 a.C., durante il regno di Solone. Durante la tirannia di Pisistrato, l'alcmeonide Megacle diede sua figlia in sposa a Pisistrato; ma quando questi rifiutò di avere figli con lei, Megacle lo bandì. Quando Pisistrato ritornò per la sua terza tirannia nel 538 a.C., gli Alcmeonidi furono di nuovo esiliati. la loro reputazione comunque rimase alta, e Megacle poté anche sposare Agariste, figlia di Clistene di Sicione; dall'unione tra i due nacque il legislatore ateniese, Clistene.
Questi rovesciò Ippia, figlio e successore di Pisistrato, nel 510 a.C.. Per fare ciò, egli corruppe l'oracolo di Delfi (che gli Alcmeonidi avevano aiutato a costruire mentre erano in esilio) per convincere gli Spartani a fornirgli un aiuto, cosa che essi fecero, sia pure a malincuore. In un primo tempo Clistene trovò un'opposizione in quanti consideravano gli Alcmeonidi inadatti al comando per via della maledizione subita, lo stesso Cleomene I, re di Sparta, si rivoltò contro di lui, che venne di nuovo esiliato per qualche tempo. Ma i cittadini pretesero il ritorno di Clistene e i restaurati Alcmeonidi divennero i responsabili della nascita della democrazia ad Atene.
Si diceva che gli Alcmeonidi avessero negoziato un'alleanza con i Persiani durante le guerre persiane, nonostante Atene fosse la città che guidava la resistenza all'invasione persiana. Anche Pericle e Alcibiade appartenevano agli Alcmeonidi, e durante la Guerra del Peloponneso gli Spartani, nel tentativo di screditare Pericle, tornarono a ricordare la vicenda della maledizione della famiglia. Come i suoi predecessori, anche Alcibiade provò ad allearsi con i Persiani dopo essere stato accusato di empietà. La famiglia scomparve dopo che Atene venne sconfitta nelle Guerre del Peloponneso.