Al-Malik al-Kamil
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Muhammad ibn Muhammad b. al-‘Ādil b. Ayyūb, detto al-Malik al-Kāmil, (1180 – Damasco, 6 marzo 1238) è stato un sultano ayyubide curdo.
al-Malik al-Kamil arabo:ﺍﻟﻤﻠﻚ ﺍﻟﻜﺎﻣﻞ, al-Malik al-Kāmil , ossia "Il sovrano perfetto", era il laqab di Abū al-Ma‘ālī Muḥammad b. Muḥammad b. al-‘Ādil b. Ayyūb Nāṣer al-Dīn, arabo:أبو المعالى محمد بن محمد بن أيوب ناصر الدين الملك الكامل.
Fu un Sultano ayyubide di discendenza curda che governò l'Egitto e la Siria e che, come suo zio Saladino e suo padre Safedino, fu impegnato a contrastare i Crociati che, per due volte nel corso del suo Sultanato, tentarono di riconquistare Gerusalemme.
[modifica] Biografia
Figlio del Sultano al-‘Ādil, fratello di Saladino, nel 1218 al-Malik al-Kamil guidò la difesa dei musulmani nel corso dell'assedio crociato di Damietta contro la Quinta Crociata, e un anno dopo divenne sultano quando suo padre morì. Nel 1219 fu quasi detronizzato da una cospirazione ordita dai Copti egiziani e costretto a riparare in Yemen fin quando suo fratello al-Mu'azzam, governatore di Damasco, non riuscì a vanificare il complotto.
al-Malik al-Kamil avanzò varie richieste di accomodamento pacifico ai Crociati ma tutti furono sdegnosamente respinti a causa dell'improvvida opposizione del Legato pontificio Pelagio. Egli offrì di restituire Gerusalemme ai crociati e che le sue mura (che suo fratello aveva demolito ai primi dell'anno) fossero ricostruite, nonché di restituire la Vera Croce (che tuttavia si dubita egli avesse nella propria disponibilità). A un certo momento egli negoziò anche con Francesco d'Assisi, che aveva accompagnato la Crociata e che si dice avesse cercato di convertire lo stesso Sultano.
A causa della carestia e delle malattie insorte in Egitto in seguito alle mancate esondazioni del Nilo, al-Malik al-Kamil non poté difendere Damietta (in cui s'erano attestati nel loro sbarco i Crociati), che fu presa nel novembre del 1219. Il Sultano si rifugiò nella cittadella fortificata di al-Manṣūra, edificata accanto al Nilo. Le azioni belliche languirono fino al 1221, allorché al-Malik al-Kamil offrì ancora una volta una soluzione pacifica della questione, ancora una volta però respinta. I Crociati marciarono in direzione del Cairo, ma al-Kamil dette semplicemente disposizioni affinché fossero aperte le chiuse delle dighe che regolamentavano l'afflusso delle acque del fiume sul territorio. L'impantanamento cui non poterono sottrarsi i pesanti armamenti e i carriaggi dei Crociati fu totale e devastante, obbligandoli così a più miti consigli col Sultano e ad accettare una tregua di otto anni. Il Sultano rientrò quindi a Damietta, ormai sgomberata, in settembre.
Negli anni seguenti vi fu un'importante contesa armata fra al-Malik al-Kamil e suo fratello al-Mu‘aẓẓam, e il Sultano dovette accettare una pace con l'Imperatore e Re di Sicilia Federico II, che aveva programmato la Sesta Crociata. Al-Mu‘azzam morì nel 1227, eliminando la necessità di un regolamento pacifico per al-Malik al-Kamil, ma proprio allora Federico II si presentò in Terra Santa. Dopo la morte di al-Mu‘aẓẓam, al-Malik al-Kamil e un altro suo fratello, al-Ashraf Khalīl, negoziarono un trattato che assegnava tutta la Palestina (inclusa la Transgiordania) ad al-Malik al-Kamil e la Siria ad al-Ashraf Khalil. Nel febbraio del 1229 al-Malik al-Kamil negoziò un trattato decennale di pace con Federico II e Gerusalemme e gli altri Luoghi Santi del Regno di Gerusalemme tornarono ai Crociati. Ai musulmani e agli ebrei fu vietato risiedervi, eccezion fatta per i musulmani che vivevano nelle immediate vicinanze della Cupola della Roccia e della moschea di Moschea di al-Aqsa. Gerusalemme non era stata più ripresa dai Crociati fin da quando Saladino l'aveva ripresa ai Crociati nel 1187, e dal momento che egli non ne aveva consentito la riedificazione muraria, al-Malik al-Kamil non si preoccupò che essa tornasse ad essere un centro di potere crociato. Nondimeno numerosi musulmani si opponevano ancora al trattato decennale sottoscritto, come pure non pochi cristiani, incluso il Patriarca latino di Gerusalemme, che decretò l'interdetto sulla Città Santa, regolarmente ignorato da Federico II. La pace agì pertanto come previsto ma al-Malik al-Kamil dovette immediatamente affrontare una contesa con i Selgiuchidi e i Khwārezmshāh prima di morire nel 1238.
I suoi figli, al-Ṣāliḥ Ayyūb e al-Adil II, gli succedettero in Siria ed Egitto rispettivamente, ma il Sultanato ayyubide era entrato nella sua fase di decadenza, tracimata presto in guerra civile.
Nel 1239 il trattato decennale con Federico II spirò, e Gerusalemme tornò sotto controllo ayyubide e in questa condizione rimase fin quando il dilagare dei Mongoli, la sconfitta della dinastia del Khwārezmshāh e il dilagare di bande corasmie fecero cadere rovinosamente Gerusalemme nelle mani di questi ultimi nel 1244.