Agobardo di Lione
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Agobardo di Lione (in latino Agobardus Lugdunensis; Spagna, 778 – Lione, 840) è stato un santo e arcivescovo cattolico spagnolo. Fu arcivescovo di Lione e uno dei più insigni rappresentanti del clima di risveglio culturale che venne denominato rinascita carolingia.
Lasciò una Summa che ebbe vasta diffusione e fu ristampata anche in epoca recente, perché considerato testo molto importante per conoscere i costumi del IX secolo. Nel suo libro si apprende che all'epoca c'era un fiorente commercio di schiavi, ad avviso di Agobardo tenuto da mercanti ebrei.
Qualcuno ha inteso questo accenno come una dimostrazione di sentimenti antiebraici, negati da altri perché nello stesso testo il vescovo di Lione sostiene come infondata l'accusa agli ebrei di rapire i bambini per scopi rituali.
Agobardo, come esperto di diritto, ha contribuito per l'eliminazione del principio della personalità della legge in base al quale ciascuno era giudicato sulla base del diritto nazionale (nel senso etimologico di nascita), per sostituirlo con il più moderno principio della territorialità del diritto, uguale per tutti.
Sul piano religioso Agobardo si impegnò a combattere i riti magici e le superstizioni popolari.
Nulla ha a che vedere Agobardo di Lione, con un preteso Agobardo di Lisieux che in un'opera di Raffaele Ventura, con prefazione di Alessandro Zuccari è oggetto di quella che lo stesso autore definisce una biografia immaginaria di un personaggio, il quale, a partire dall'epoca di Abelardo, sarebbe stato inventato per dimostrare che nomina non sunt res, nell'ambito della disputa tra realisti e nominalisti.