Abgar V
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Abgar V (latino: Abgarus), detto Ukhama ("il nero"), (... – 50) fu un sovrano di Osroene, con capitale ad Edessa di Mesopotamia, dal 4 a.C. al 7 e poi di nuovo dal 13 al 50.
Alla sua figura storica è legata una leggenda, la "leggenda di Abgar", riguardante il mandylion una presunta raffigurazione del volto di Gesù.
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[modifica] Figura storica
Poco è noto della figura storica di Abgar V. Si sa che era toparca di Edessa (Mesopotamia) e che era di probabile discendenza araba.[1]
[modifica] Leggenda di Abgar
Nella mitologia cristiana, la leggenda di Abgar è un racconto antico al cui centro è una immagine miracolosa, legittimata dalla sua connessione diretta con Gesù in una religione affetta da iconoclastia.
La leggenda vuole che Abgar, re di Edessa, fosse affetto da malattia incurabile. Avendo sentito parlare dei miracoli praticati da Gesù, gli scrisse riconoscendone la natura divina, chiedendogli aiuto e offrendogli asilo nel proprio palazzo. La tradizione vuole che Gesù declinasse l'invito, ma che promettesse di inviare uno dei suoi discepoli, dotato del suo stesso potere, dopo la sua ascensione al cielo.
Eusebio di Cesarea, scrittore cristiano della prima metà del IV secolo, riproduce nella sua Storia ecclesiastica le due lettere scambiate da Abgar e Gesù.[2] Eusebio era convinto che gli originali delle lettere, scritte in siriaco, fossero conservate negli archivi di Edessa; affermava anche che un certo Addaï o, alternativamente, uno dei settantadue discepoli, Taddeo di Edessa, fosse stato mandato da Abgar da Tommaso apostolo nel 29.
Nella seconda metà del IV secolo la leggenda si evolse, includendo un ritratto di Gesù dipinto dal vivo. Il testo siriaco Doctrina Addai (Dottrina di Addai) racconta come l'archivista di corte Hannan avesse dipinto un ritratto di Gesù in occasione della sua visita; secondo questo testo, Gesù non avrebbe risposto per mezzo di una lettera, ma verbalmente, e l'evento sarebbe avvenuto nel 32. Questa Doctrina Addari è la fonte più antica tra quelle che citano una immagine di Gesù dipinta dal vivo, conservata da Abgar in uno dei suoi palazzi; versioni greche della leggenda sono conservate negli Acta Thaddaei, gli Atti di Taddeo.
La storia della lettera di Abgar, comprensiva del ritratto fatto da Hannan, viene riportata con qualche aggiunta dalla Storia degli Armeni di Mosè di Chorene (metà del V secolo), che riferisce come il ritratto fosse conservato ad Edessa.
La storia venne ulteriormente elaborata dallo storico ecclesiastico Evagrio di Edessa, che fu il primo a dichiarare che l'immagine era "opera divina" e "non realizzata da mani umane".
[modifica] Voci correlate
[modifica] Note
Precedessore Ma'nu III Saphul |
Signore dell'Osroene 4 a.C.-7 |
Successore Ma'nu IV bar Ma'nu |
Precedessore Ma'nu IV bar Ma'nu |
Signore dell'Osroene 13-50 |
Successore Ma'nu V bar Abgar |