Abd al-Muttalib ibn Hashim
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‘Abd al-Muttalib ibn Hashim (Mecca, c. 497 – Mecca, c. 578) è stato un mercante arabo.
Il vero nome di ‘Abd al-Muttalib ibn Hashim arabo:عبد المطلب ﺑﻦ ﻫﺎﺷﻢ, ‘Abd al-Muṭṭalib ibn Hāshim era Shayba ibn Hāshim ma era conosciuto come ‘Abd al-Muṭṭalib perché crebbe sotto la tutela dello zio Muttalib. Fu il nonno di Maometto, ultimo profeta dell'Islam e di Ali ibn Abi Talib, primo Imam sciita e quarto Califfo sunnita.
‘Abd al-Muttalib fu una figura di notevole importanza economica e politica a Mecca e sayyid dei Banu Hashim, clan dei Quraysh.
Suo padre era Hāshim b. ‘Abd Manāf e sua madre era Salma bint ‘Amr dalla tribù dei B. Najjār di Yathrib (che sarebbe poi diventata Medina). Nel 497 suo padre morì mentre era per commercio a Gaza (Palestina) prima che lui nascesse. Una situazione che precorse quella del figlio ‘Abd Allāh, padre di Maometto Gli fu dato il nome di Shayba, che significa “uomo anziano” in arabo, perché nacque con alcuni capelli bianchi.
Dopo la morte di suo padre partì da Yathrib con sua madre e la sua famiglia all’età circa otto anni alla volta della città della Ka‘ba insieme allo zio al-Muttalib. Una tradizione poco affidabile vuole che, quando al-Muttalib arrivò in città con un giovanetto seduto dietro di lui sulla stessa cavalcatura, la gente pensò che il nobile coreiscita fosse andato a comprare un schiavo e qualcuno esclamò: "Ecco al-Muttalib e ‘abd al-Muttalib!" (lo schiavo di al-Muttalib). Al-Muttalib fu scandalizzato da quelle parole e si affrettò a rispondere: " Non è ‘abd al-Muttalib! È mio nipote, il figlio di mio fratello Hāshim!" Ma la sua risposta non servì a far perdere al giovane figlio di Hashim il suo laqab che egli avrebbe portato per tutta la sua vita. Quando al-Muttalib morì, Shayba gli succedette come capo del clan dei Banu Hashim.
Divenuto adulto, ‘Abd al-Muttalib ereditò la rifāda e la siqāya, cioè l’onore e il privilegio di nutrire e dissetare i pellegrini che venivano alla Ka‘ba; assolveva al suo incarico con grande diligenza e senso di responsabilità, tanto da essere tenuto nella più alta considerazione.
Si afferma che ‘Abd al-Muttalib scoprisse la fonte di Zemzem per ispirazione divina e da questo rinvenimento sarebbe a lui derivato l'ufficio della siqāya.
L'ispirazione gli giunse di notte mentre dormiva a fianco della Ka‘ba, Ebbe una visione alla quale ne seguì un’altra nella notte successiva e ancora una terza, finché non ebbe certezza di cosa e dove doveva cercare. Durante l’ultimo di questi sogni aveva sentito una voce che gli diceva: "Scavala e non te ne pentirai, perché è la tua eredità, proveniente dal tuo più grande antenato. Non si prosciugherà mai, né mancherà di bagnare tutte le gole dei pellegrini". ‘Abd al-Muttalib, con Hārith ibn ‘Abd al-Muttalib, allora suo unico figlio, scavò Zemzem - che tutt'oggi è considerata la fine sacra per eccellenza - trovando l'acqua dopo quattro giorni di sforzo. Dopo questo successo il coreiscita sostenne, che poiché il pozzo era proprietà di Isma‘il, esso sarebbe appartenuto alla tribù intera.
Un altro episodio che lo riguarda si colloca nel momento in cui Abraha, il viceré etiopico dello Yemen attaccò la Ka‘ba nel cosiddetto Anno dell'elefante (al-Fil), chiamato così perché nell’esercito di Abraha c’erano molti elefanti.
Questa spedizione servì a datare il tempo prima della venuta del Profeta e fu solo all'epoca del secondo Califfo, Umar ibn al-Khattab che si adottò un calendario islamico basato sulle lunazioni, il cui anno 1 fu fissato nel 622, anno dell'Egira.
Un altro interessante episodio è legato alla nascita del padre di Maometto, ‘Abd Allāh. Si dice che ‘Abd al-Muttalib, non avendo potuto generare alcun figlio, avesse promesso alla divinità urbana di Hubal di sacrificargli il decimo figlio che gli fosse nato. Il fatto attesta la persistenza di pratiche sacrificali umane nella Mecca preislamica ma la tradizione islamica ci dice che, una volta avuti effettivamente 10 figli, poco prima che ‘Abd al-Muttalib si accingesse al sacrificio dell'ultimo nato, fosse fermato da tutte le donne del clan che lo convinsero a sostituire il fanciullo con 50 dromedari.
‘Abd al-Muttalib morì quando Maometto aveva 8 o 10 anni e venne preso in casa dallo zio paterno ‘Abd Manāf, più conosciuto come Abu Talib, commerciante non particolarmente abbiente, ma ricco di benevolenza per il nipote.
