Virgilio Maroso
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Virgilio Maroso | ||
Dati biografici | ||
Nome | Virgilio Maroso | |
Nato | 26 giugno 1925 Crosara di Marostica, VI |
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Nazionalità | Italia | |
Morto | 4 maggio 1949 Superga, TO |
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Dati agonistici | ||
Disciplina | Calcio | |
Ruolo | Centrocampista | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
Torino | ||
Club professionistici | ||
1944 | → Alessandria | 20 (0) |
1945-46 | Torino | 35 (0) |
1946-49 | Torino | 68 (1) |
Totale Serie A | 68 (1) | |
Nazionale | ||
1945-49 | Italia | 7 (1) |
Statistiche aggiornate al novembre 2007 | ||
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito |
Virgilio Maroso (Marostica, 26 giugno 1925 – Superga, 4 maggio 1949) è stato un calciatore italiano, nel ruolo di terzino.
Era il fratello maggiore di Pietro Maroso, anch'egli calciatore e oggi presidente del Varese.
[modifica] Caratteristiche tecniche
Insieme a Valentino Mazzola è considerato il giocatore più talentuoso del Grande Torino: grazie ad un fisico esile, ma robusto, era ammirato per la sua corsa leggera, per gli scatti d'anticipo e per i recuperi. Terzino, raffinato palleggiatore dalla coordinazione naturale, potente ed elegante, sapeva inserirsi anche in azioni offensive con la disinvoltura di un attaccante di ruolo. Raramente falloso, era celebre anche per il suo modo di "nascondere" la palla all'avversario diretto, prima che questi potesse giocarla.
Tra i suoi pigmalioni, Adolfo Baloncieri, che lo allenò durante il campionato di guerra 1943-44 all'Alessandria, e Mario Sperone.
Con il Torino vinse tre campionati: quando la squadra sembrava ormai destinata a vincere il quinto titolo consecutivo, l'aereo che il 4 maggio 1949 la riportava a casa da Lisbona si schiantò contro la Basilica di Superga. Nella tragedia perì anche Maroso, non ancora ventiquattrenne.
[modifica] Curiosità
- Giocava soprattutto per divertimento, anche se desiderava che la moglie non assistesse mai alle partite.
- Le sue passioni, oltre al calcio, erano le motociclette e i cani.
- Non era particolarmente superstizioso, ma prima di ogni partita era solito vestirsi sempre allo stesso modo, con una giacca Principe di Galles e pantaloni di vigogna scuri. Sempre prima della gara, si recava al campo passando per Piazza San Carlo, dove pestava il toro davanti al Caffè Torino.
- Aveva riflessi prontissimi, curava l'elasticità muscolare con una rigida disciplina di vita per essere perfetto in campo.
- Alle 22 andava, di regola, a letto e, se usciva alla sera, anche solo per una passeggiata, anticipava la cena, per non perdere più di mezz'ora di riposo.