Vincenzo Monti
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(Vincenzo Monti)
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Vincenzo Monti (Alfonsine, 19 febbraio 1754 – Milano, 13 ottobre 1828) è stato un poeta, drammaturgo e scrittore italiano.
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[modifica] Vita
Monti, figlio di Fedele e Domenica Maria Mazzari proprietari terrieri, nacque ad Alfonsine, Ravenna. Dopo avere ricevuto la prima educazione presso il seminario di Faenza, studiò diritto e medicina all'Università di Ferrara.
Già nel 1775 Monti è ammesso all’Accademia dell'Arcadia e può pubblicare il suo primo libro La visione di Ezechiello", tre anno dopo, invitato dal legato pontificio a Ferrara il cardinale Scipione Borghese si reca a Roma dove si sposa con Teresa Pikler che gli darà due figli: Costanza e Francesco, quest’ultimo morirà tuttavia in tenera età. Nella città eterna lavora al servizio del Conte Luigi Braschi Onesti, nipote di papa Pio VI.
Stimolato dalle opere di Vittorio Alfieri Monti iniziò a scrivere pezzi teatrali e nel 1785 debuttò con grande successo con la tragedia Aristodemo.
Nel gennaio 1793 l'inviato francese Hugo Basseville è ucciso nella via pubblica dove circolava esibendo il simbolo dei rivoluzionari francesi, la coccarda. Monti riprende l'evento nella celebre Cantica in morte di Ugo di Basseville ispirata a Dante Alighieri.
Inizialmente se posizioni contrarie alla rivoluzione francese che trovarono spazio nelle sue poesie La Feroniade o La Musogonia, Monti accolse tuttavia, successivamente, in modo positivo i mutamenti politici portati dall'arrivo in Italia di Napoleone, divenendo addirittura un collaboratore dell'amministrazione cisalpina.
In effetti già il 18 luglio 1797, solo pochi giorni dopo la proclamazione della costituzione della Repubblica Cisalpina, egli era giunto a Milano da Roma. Tornati gli austriaci nel corso della Campagna d'Egitto, Monti si rifugiò a Parigi, per tornare al seguito di Napoleone nel marzo 1801, alcuni mesi dopo Marengo. Al periodo parigino risale la Mascheroniana, opera in tre canti rimasta incompleta scritta da Monti in occasione della morte di Lorenzo Mascheroni il 14 luglio 1800.
Ritornato in Italia fu nominato professore di retorica all'università di Milano e poi di Pavia dove tenne tuttavia soltanto il discorso inaugurale. Dopo che Napoleone si fece Re d'Italia nel 1805 Monti divenne lo storico e poeta ufficiale di corte, componendo molte liriche inneggianti a Bonaparte, alle sue vittorie e alla sua politica, come la poesia "Bardo della Selva nera". Quest'opera celebra Napoleone tramite le parole di uno dei suoi soldati sopravvissuto alla battaglia di Austerlitz.
Dopo la sconfitta di Napoleone Monti non si fece scrupoli nel dedicare pari lodi al nuovo sovrano l'imperatore d'Austria e Re del Lombardo-Veneto Francesco I e ne fu ricompensato conservando il ruolo di poeta di corte. Agli ultimi anni di vita del Monti, che si spense a Milano il 13 ottobre 1828, risale la magnifica traduzione dell'Iliade di Omero.
[modifica] Opere principali
- 1776 - "La visione di Ezechiello"
- 1779 - "Prosopopea di Pericle" (ode) e "Saggio di poesie"
- 1781 - "La bellezza dell'universo" (poema)
- 1782 - "Sciolti a Sigismondo Chigi" e "Pensieri d'amore"
- 1783 - "Versi"
- 1784 - "Al signor di Montgolfier" (ode)
- 1787 - "Aristodemo" (tragedia)
- 1788 - "Galeotto Manfredi"
- 1793 - "Bassvilliana"/"In morte di Ugo di Bassville" (mai terminato)
- 1797 - "La Musogonia" e "Prometeo"
- 1800 - "Poesie", "Dopo la battaglia di Marengo", e la traduzione dell'opera di Voltaire "La Pucelle d'Orléans" -> "La pulcella d'Orleans"
- 1802 - "Mascheroniana"/"In morte di Lorenzo Mascheroni" (poema) e "Caio Gracco" (tragedia)
- 1803 - traduzione: "Satire" (Persio)
- 1805 - "Alla maestà di Napoleone"
- 1806 - "Il bardo della Selva Nera"
- 1810 - traduzione: "Iliade" (Omero)
- 1815 - "Il mistico omaggio"
- 1816 - "Il ritorno di Astrea"
- 1825 - "Sulla mitologia"
- 1817-1826 - "Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca"
[modifica] Curiosità
Attualmente ad Alfonsine nella Romagna, si trova la casa del grande scrittore, adibita a museo.
Di lui fu più volte criticata l'ispirazione poetica, dovuta perlopiù al bisogno di soldi, ma gli si riconoscevano grandi doti di poeta: la corrente Iliade, infatti, fu da lui tradotta per puro diletto, senza guadagno, ed è l'unica che, oltre alla versione inglese di Alexander Pope, riesce meglio ad esprimere i concetti omerici.
Ugo Foscolo criticò Vincenzo Monti chiamandolo il "traduttor dei traduttori", in quanto aveva tradotto l'Iliade senza sapere il greco, ma rielaborando semplicemente in maniera poetica le traduzioni precedenti.
[modifica] Bibliografia
- Cesare Angelini: Carriera poetica di Vincenzo Monti. Fabbri, Milano 1960
- Guido Bustico: Bibliografia di Vincenzo Monti. Olschki, Firenze 1924
- Nicolò Minéo: Vincenzo Monti. La ricerca del sublime e il tempo delle rivolutione. Giardini, Pisa 1992
- Angelo Romano: Vincenzo Monti a Roma. Vecchiarelli, Roma 2001, ISBN 88-8247-076-8
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
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