Televisione digitale terrestre in Italia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'attivazione della televisione digitale terrestre in Italia deriva dal processo di attuazione delle raccomandazioni comunitarie in merito al passaggio dalla tradizionale televisione analogica terrestre alla televisione digitale terrestre.
Per l'Italia il termine ultimo previsto per la conversione da televisione analogica terrestre a televisione digitale terrestre (il cosiddetto switch-off), e quindi il termine ultimo per aggiornare gli impianti, era il 31 dicembre 2006, ma il Consiglio dei Ministri nel dicembre 2005 ha rinviato la cessazione del servizio analogico alla fine del 2008. Il 15 luglio 2006, durante la seconda Conferenza Nazionale sul Digitale Terrestre svoltasi a Napoli, Rai, Mediaset e Telecom Italia Media hanno presentato "Tivù", la piattaforma unica per il digitale terrestre, un progetto con cui i tre maggiori concorrenti del settore si impegnano a fornire nuovi contenuti gratuiti su piattaforma digitale. Il ministro delle comunicazioni Gentiloni ha anche indicato come data realistica per la chiusura della tv analogica il 2012, data ultima imposta dall'Unione Europea per il passaggio definitivo al digitale.
Indice |
[modifica] Panorama legislativo attuale
La Commissione Europea richiede che la conversione da televisione analogica a televisione digitale sia completata entro il 2012 in tutti i Paesi membri dell'Unione Europea.
L'introduzione della tecnologia digitale per le trasmissioni televisive da terra è partita, sull'esperienza degli altri Paesi europei, in via sperimentale a Torino durante il primo governo Prodi. Successivamente con la legge 66/2001 si è stabilito:
- termine dello switch off il 31 dicembre 2006
- il 40% dei canali presenti in ciascun mux privato dovrebbe essere affittato a terzi (al momento Telecom e Mediaset rispettano questo parametro, la RAI no, non essendo tenuta a farlo)
Nel 2003 è stata emanata la legge Gasparri, legge di riordino del Sistema Televisivo Italiano, in cui sono stati imposti due tipi di limiti alle emittenti su Digitale Terrestre:
- Si è confermato il tetto del 40% da affittare a terzi
- Si è introdotto il Sistema Integrato delle Comunicazioni (Sic), secondo cui i ricavi di ciascuna emittente possono arrivare al massimo al 20% dei ricavi totali facenti parte del Sic, calcolato dall'antitrust.
La Gasparri se da una parte rispetta il principio del 20% introdotto dalla Corte Costituzionale, dall'altra parte, con l'introduzione del Sic, ha elevato il totale su cui quel 20% viene calcolato, consentendo per legge ulteriori possibilità di crescita per gli attori che attualmente ricoprono una posizione dominante sul mercato televisivo analogico italiano. Il Sic è stato quantificato a giugno 2006 in 22 miliardi di €, con un massimo di 4,4 miliardi per azienda.
È bene precisare però che i servizi PPV non rientrano nel limite del 40% se le trasmissioni hanno una durata massima di 24 ore settimanali. Tant'è che Mediaset, con 5 canali ppv, e Telecom, con 7 canali ppv, possono trasmettere eventi pay, catalogati come "servizi della società dell'informazione" dall'antitrust italiano, non rispettando il limite del 40%.
Molti inoltre pensano che il lancio del digitale terrestre sia un pretesto per aggirare la sentenza 466 della Corte Costituzionale che impone l'abbandono dell'analogico da parte di una rete Mediaset e l'esclusione della pubblicità in una delle tre reti RAI.
[modifica] Questioni legali
In Italia il mercato televisivo si può prestare a molte interpretazioni. Sui ricavi c'è un oligopolio in cui tre aziende, Rai-Mediaset-Sky si spartiscono poco più di 2 miliardi di euro per ciascuno. In particolare la Rai ha la sua fonte di sostentamento per il 50% nel canone e per il restante 50% nella pubblicità. Mediaset e Sky hanno ricavi derivanti sia da pubblicità (soprattutto la prima) sia da abbonamenti e PPV. Si deve altresì sottolineare che nell'analogico terrestre Rai e Mediaset si spartiscono oltre il 90% dei ricavi pubblicitari totali, di cui il 40% va alla tv pubblica, il restante a Mediaset, ed hanno insieme l'85% degli ascolti.
Alla fine del 2005 la Commissione Europea ha avviato uno studio propedeutico all'emanazione di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia con l'accusa di aiuti di Stato. Tale accusa è stata mossa per il finanziamento statale di 220 milioni di euro per l'acquisto dei ricevitori per il digitale terrestre. Sono anche sorte delle polemiche perché un'azienda amministrata da Paolo Berlusconi la Solari.com srl, fratello dell'allora premier, è stato uno dei distributori di decoder (con una quota minima del 2% del mercato). Nel 2006, la stessa commissione ha aperto un'indagine a proposito del problema delle frequenze tv (nel mirino l'acquisizione da parte di Mediaset delle frequenze di Europa Tv, proprietaria del canale sportivo analogico Sportitalia), ma non è emerso niente di illegale. L'Antitrust ha però esteso i tetti esistenti del dvb-t al dvb-h, in particolare obbligando le emittenti che trasmettono su cellulare a lasciare il 40% dei propri canali a terzi e obbligando a usare le frequenze solo per la tv sui cellulari.
Il 19 luglio 2006 la Commissione Europea aveva inviato al governo Prodi una lettera di avviso formale in cui si chiedono chiarimenti in merito alla riforma del sistema televisivo, su cui si sospettavano incompatibilità con le norme europee in materia di concorrenza, nelle parti in cui si danno restrizioni alla fornitura di servizi nel settore delle trasmissioni televisive. Infatti la legge Gasparri, se da una parte dovrebbe favorire l'aumento del pluralismo permettendo alle tv locali di unirsi in network interregionali, dall'altra non interviene sulla (presunta) posizione dominante di Rai e Mediaset. A tal proposito, il 12 ottobre 2006 è stato presentato un nuovo disegno di legge che mira a ridimensionare Rai e Mediaset spostando una rete analogica a testa (si parla di Retequattro e Raidue, scartata Raitre che garantisce l'informazione regionale) solo sul digitale terrestre, in cui l'azienda milanese sta investendo milioni grazie anche alla pay-per-view; questo, secondo il ministro Gentiloni (centrosinistra) dovrebbe aumentare la concorrenza nel mercato televisivo italiano.
A gennaio 2007 l'Italia ha ricevuto una sanzione per gli incentivi all'acquisto sui decoder per il digitale terrestre, ritenuti non in regola con la neutralità tecnologica tra sistemi di trasmissione. Nello stesso anno il Governo Prodi ha varato nell'ultima finanziaria per il 2007 una nuova campagna di incentivi ma solo per l'acquisto di tv flat con tuner digitale terrestre integrato (apparecchi non molto diffusi). Tali incentivi sono delle detrazioni di imposta pari al 20% del prezzo d'acquisto, fino ad un massimo di 200 euro. Essi sono stati riproposti anche nella Finanziaria 2008.
Il 18 luglio 2007, Bruxelles chiede all'Italia di correggere alcune discriminazioni della Gasparri sul passaggio dall'analogico al digitale entro 2 mesi, altrimenti scatta un altro deferimento alla Corte di Giustizia Europea e una multa giornaliera di 300-400mila euro fino a quando non saranno sanate le anomalie; il governo, vista la lentezza dell'iter, ha chiesto una proroga, ma la UE l'ha respinta.
[modifica] Transizione da analogico a digitale
Per poter vedere la televisione digitale la maggior parte degli impianti casalinghi non dovrà subire alcuna modifica. Soprattutto gli impianti singoli dovranno, nella peggiore delle ipotesi, subire un riorientamento delle antenne, il che sarebbe comunque richiesto in molte regioni a causa della ridistribuzione dei siti di trasmissione in atto in questo momento. Alcuni impianti condominiali, in particolare quelli detti "canalizzati", dovranno invece essere aggiornati per poter ricevere nuove frequenze rispetto a quelle attualmente visualizzate.
A fine 2005 il termine della migrazione del segnale televisivo terrestre da analogico a digitale è stato rinviato al 2008.
In particolare un decreto del ministro delle comunicazioni Gentiloni ha stabilito per la Sardegna il primo marzo 2008, mentre per la Valle d'Aosta il primo ottobre dello stesso anno, restano confermati gli incentivi statali per l'acquisto di decoder digitali terrestri interattivi (con tecnologia mhp) nelle due regioni.
Il ministro Gentiloni ha previsto nel 2007 un nuovo piano nazionale delle frequenze che dovrebbe agevolare il passaggio al digitale, anche migliorando l'efficienza nell'utilizzo delle frequenze evitando eventuali inutili ridondanze, sebbene i continui slittamenti certo non aiutano l´opinione pubblica ad accelerare il passaggio al digitale, che secondo la volontà dell´Ue deve in ogni caso essere completato entro il 2012. È stato poi varato un disegno di legge che prevede come data per la conversione il 30 novembre 2012 e che obbliga Rai e Mediaset a restituire allo Stato le frequenze che utilizzano per la trasmissione di un canale televisivo ciascuno.
Tali canali dovrebbero entro 15 mesi dall'approvazione della legge chiudere i battenti in analogico e trasmettere esclusivamente in digitale terrestre. L'obiettivo dichiarato è quello di far acquistare le frequenze rimaste libere da altri operatori, i quali avrebbero tuttavia la facoltà di decidere se trasmettere immediatamente in digitale o se trasmettere in analogico. In tal modo si avrebbe un dimagrimento di Mediaset stimato in 450 milioni di euro ogni anno (alle condizioni attuali), copribile aumentando le tariffe pubblicitarie.
In ogni caso, sino allo switch-off (spegnimento) dei canali analogici, sarà problematico, a causa di mancanza di banda, trasmettere in alta definizione. I primi tentativi nello scenario italiano per questo nuovo standard sono stati effettuati dalla RAI in via sperimentale per le zone di Roma, Milano e Torino, in occasione del Campionato europeo di calcio 2008. In ogni caso c'è ancora molto da fare ed un primo passo potrebbe essere l'estensione del 16/9 a tutte le emittenti, nonché un aumento del bitrate e della risoluzione video.
[modifica] Servizi radio-televisivi nazionali
Di seguito sono elencati i servizi televisivi nazionali ricevibili in Italia sul digitale terrestre (previa verifica della copertura) ordinati secondo l'LCN.
[modifica] Servizi televisivi gratuiti
1. Rai Uno |
16. Rai News 24 |
32. Mediashopping |
[modifica] Servizi televisivi a pagamento
111. Steel |
[modifica] Servizi radiofonici gratuiti
011. Radio DeeJay
012. m2o
013. Radio Capital
850. Radio Uno
851. Radio Due
852. Radio Tre
854. FD Leggera
[modifica] Servizi interattivi
[modifica] Pay per view
118. Premium Extra 1 |
131. La7 Cartapiù A |
199. Glamour Plus (mux locali) |
[modifica] Altri
129. Premium Attivazione
130. La7 Cartapiù Attivazione
[modifica] Digitale terrestre nella Svizzera Italiana
La Televisione svizzera di lingua italiana ha eseguito la conversione il giorno 24 luglio 2006, e presto anche le altre televisioni SRG SSR idée suisse spegneranno i ripetitori analogici.
[modifica] Voci correlate
- Televisione digitale terrestre
- Elenco dei servizi televisivi ricevibili in Italia
- DGTVi
- RTSI (multiplex)