Roman von Ungern-Sternberg
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Il barone Roman (o Robert) Nicolaus von Ungern-Sternberg , in russo: Roman Fyodorovich Ungern von Shternberg (Роман Фёдорович Унгерн фон Штернберг; benché nato von Ungern-Sternberg, in età adulta egli preferì usare il nome di Ungern von Sternberg), noto anche come il Barone Nero, (Graz, 22 gennaio 1886 – Novonikolajevsk, 15 settembre 1921) è stato un militare russo di origine tedesca. Fu un dapprima luogotenente-generale russo e uno dei capi delle truppe bianche durante la guerra civile russa e successivamente un signore della guerra a sé stante che tentò di creare una monarchia indipendente in Mongolia e nei territori ad est del lago Baikal.
Ungern von Sternberg nacque a Graz, in Austria, da una famiglia di tedeschi baltici. Fu cresciuto a Tallinn (Reval in tedesco), capitale dell'Estonia allora parte dell'impero zarista, dal patrigno Oscar von Hoyningen-Huene. Dopo aver frequentato la scuola militare Pavlovsk a San Pietroburgo, fu di stanza in Siberia, dove rimase affascinato dallo stile di vita nomade delle tribù dei mongoli e dei buriati. Durante la Prima guerra mondiale Ungern von Sternberg combatté nella Galizia polacca, dove guadagnò la fama di ufficiale coraggioso ma, al tempo stesso, sconsiderato e mentalmente instabile. Il generale Wrangel scrisse infatti nelle sue memorie di temere la promozione di Ungern von Sternberg. Dopo la rivoluzione di febbraio del 1917 venne inviato dal governo provvisorio russo nell'estremo oriente russo, sotto il comando di Grigori Semenov.
Dopo la rivoluzione d'ottobre ad opera dei bolscevichi, Semenov e Ungern von Sternberg decisero di resistere all'avanzata delle truppe rosse. Ungern von Sternberg nei mesi successivi si distinse per le crudeltà perpetrate contro la popolazione locale e i suoi sottufficiali, guadagnandosi l'epiteto di "Barone sanguinario". A causa del suo comportamento eccentrico, egli divenne noto anche come il "Barone pazzo". Sebbene sia Semenov che Ungern von Sternberg fossero anti-bolscevichi, essi non si dichiararono mai parte delle forze bianche e non riconobbero mai l'autorità dell'ammiraglio Aleksandr Vasilevič Kolčak, comandante delle truppe bianche. Al contrario, i due vennero sostenuti dai giapponesi, che li rifornivano di armi e denaro. Era infatti nelle intenzioni del Giappone creare uno stato fantoccio guidato da Semenov nell'estremo oriente russo. Proprio per questa ragione i comandanti delle truppe bianche, fautori di una "Russia forte ed indivisibile", consideravano Semenov un traditore.
L'esercito di Ungern von Sterberg comprendeva truppe russe, cosacchi e membri delle tribù buriate che attaccavano senza distinguo i treni carichi di rifornimenti sia per le forze bianche che per quelle rosse.
Siccome l'ammiraglio Kolčak aveva la base delle sue operazioni nella Siberia centrale e Semenov e Ungern von Stenberg operavano all'est di Kolčak (nell'area di Transbaikal), i loro attacchi sui treni di approvvigionamento viaggianti verso ovest da Vladivostok sulla ferrovia transiberiana ostacolarono molto le operazioni di Kolčak negli Urali.
Nel 1920, Ungern von Sternberg si separò da Semenov e divenne a sua volta un signore della guerra. Convinto che la monarchia fosse il solo sistema politico in grado di salvare il mondo occidentale dalla sua corruzione, cominciò a pensare di poter restaurare la dinastia Qing sul trono cinese e porre tutto l'Estremo oriente sotto il controllo di quest'ultima. Antisemita convinto, pubblicò nel 1918 un Manifesto, in cui proponeva di sterminare tutti gli ebrei e i commissari della Russia e di insediare sul trono russo il granduca Michele, fratello del defunto zar Nicola II.
Per le distruzioni causate dalla Prima guerra mondiale, molti ebrei provenendo dal loro posto di stabilimento (dove erano costretti a vivere prima della guerra) andarono verso est, scappando così dai combattimenti. Comunque, le truppe di Ungern von Stenberg li massacrorono ogni volta che li incontrarono, spesso con metodi estremamente crudeli, come scorticare vive le loro vittime.
Nel 1919, la Mongolia venne occupata dalle forze repubblicane cinesi. Nel 1921 le truppe di Ungern von Sternberg entrarono in Mongolia su richiesta del Khan Bogd, leader religioso e politico del paese. Nel gennaio di quell'anno le truppe di Ungern von Sternberg sferrarono diversi attacchi sulla capitale Urga (oggi Ulan Bator) ma vennero più volte respinti riportando ingenti perdite. Fu così che Ungern von Sternberg ordinò alle sue truppe di dare fuoco ai campi sulle colline intorno ad Urga, in modo tale che i difensori della città pensassero di essere circondati da forze in superiorità schiacciante. Ungern von Stenberg riuscì in tal modo, nel mese di febbraio, a prendere la città senza dover sferrare un nuovo attacco.
Il 13 marzo la Mongolia venne proclamata una monarchia indipendente e Ungern von Sternberg divenne un dittatore. Un mistico che era affascinato dalla credenze e religioni dell'estremo est (ad esempio il buddhismo) e che credeva di essere la reincarnazione di Genghis Khan, Ungern von Stenberg, nella sua filosofia, mischiò eccezionalmente il nazionalismo russo con le credenze mongole e cinesi.
Un contigente bolscevico inviato in soccorso del leader filo-sovietico Sukhe-Bator decretò la sconfitta delle forze di Ungern von Sternberg in Mongolia. Nel mese di maggio, egli tentò di invadere il territorio russo presso Troitskosavsk (oggi Kyakhta, nella Repubblica dei Buriati). Dopo alcuni primi successi riportati tra maggio e giugno, Ungern von Sternberg venne definitivamente sconfitto tra luglio e agosto. Catturato dai suoi stessi soldati, venne consegnato all'Armata Rossa il 21 agosto 1921.
Dopo un processo sommario ad opera di un tribunale militare, Ungern von Sternberg venne fucilato a Novonikolayevsk (oggi Novosibirsk). Secondo la tradizione, Ungern von Sternberg ingoiò la sua medaglia raffigurante la Croce di San Giorgio per impedire che essa cadesse nelle mani dei bolscevichi.
Ungern von Sternberg venne dichiarato la reincarnazione del Mahakala da parte del XIII Dalai Lama Thubten Gyatso.