Armata Bianca

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Armata Bianca (Белая Армия) è il nome che fu dato all'esercito contro-rivoluzionario che combatté contro l'Armata Rossa bolscevica, nella Guerra Civile Russa dal 1918 al 1921. Il nucleo di ufficiali di questo esercito, la Guardia Bianca, era costituito da nazionalisti e monarchici. L'Armata Bianca era appoggiata da rappresentanti di molti altri movimenti politici: democratici, socialisti rivoluzionari, a altri che si opposero alla Rivoluzione d'ottobre. Il grosso della truppa era costituito sia da oppositori attivi dei Bolscevichi, come i cosacchi, che da contadini apolitici che furono semplicemente arruolati al suo interno. Aiuti ci furono anche dalle democrazie occidentali soprattutto Gran Bretagna e Francia.

Indice

1 Struttura e ideologia
2 Teatro delle operazioni
3 Principali personalità appartenenti all'Armata Bianca
4 Voci correlate

[modifica] Struttura e ideologia

La designazione bianca contiene diverse interpretazioni. In primo luogo per la opposizione all' Armata Rossa che combatteva a fianco dei Bolscevichi. In secondo luogo perché il colore bianco aveva una profonda associazione con la corona zarista, visto che tutti gli zar di Russia venivano anche chiamati zar bianchi.

In realtà è abbastanza improprio parlare di Armata Bianca in senso letterale, in quanto non esistette mai una struttura gerarchica ed organizzata a cui attribuire questo nome, bensì un insieme sparpagliato e disorganizzato di gruppi anti-bolscevichi che componevano una specie di confederazione. Gli ufficiali dell'esercito erano personaggi di fede monarchica ed i suoi combattenti lottavano per una Russia unita in opposizione al progetto di una confederazione di stati ideata dai Bolscevichi.

L'Armata Bianca ricevette supporto anche da altre forze politiche, quali democratici, rivoluzionari socialisti, ed altri gruppi politici che si opponevano alle conseguenze della Rivoluzione d'Ottobre. I ranghi delle truppe regolari erano composti in gran parte da Cosacchi e da volontari e coscritti di ideali monarchici provenienti dalle classi sociali più diverse.

Alcuni dei leader del movimento, in particolare il generale Pyotr Nikolayevich Wrangel, formularono i concetti base che avrebbero dovuto amalgamare questa forza rivoluzionaria basati su ideali tradizionalisti e sviluppati all'interno dei gruppi degli esuli dopo la fine della Guerra Civile da pensatori russi come Ivan Ilyin, che presentavano molte similarità con le istanze del movimento chiamato Slavofili. Questo insieme dottrinale venne denominato Idea Bianca.

Emblema del governo di Kolchac

Ben presto gli ideali monarchici ebbero il sopravvento all'interno del movimento a scapito degli ideali repubblicani. Le politiche liberali di Alexander Kerensky vennero viste come le dirette responsabili della Rivoluzione d'Ottobre e nell'agosto del 1922 l'Armata Bianca del generale Mikhail Ditterix costituì lo Zemskij Sobor (assemblea parlamentare) di Preamursk eleggendo a capo della stessa il Granduca Nikolai Nikoaievich Romanov come zar di tutta la Russia.

Occorre segnalare la presenza di altri gruppi militari, come l' Armata verde e l' Armata Nera del generale Nestor Makhno, che, benché opposte sia ai Bolscevichi che all'Armata bianca occasionalmente si alleavano temporaneamente sia con l'una che con l'altra.

In diverse occasioni l'Armata bianca ebbe il supporto delle potenze occidentali e degli Imperi centrali e questo comportò l'accusa da parte dei Bolscevichi di essere rappresentante militare delle potenze europee.

[modifica] Teatro delle operazioni

La Guerra civile russa tra Armata Rossa e Bianca si perpetrò dal novembre del 1917 finò al 1921, con isolate sacche di resistenza lungo il fronte orientale che prolungarono il conflitto fino al 1923.

L'Armata Bianca ebbe l'aiuto occasionale da altre potenze mondiali come Giappone, Inghilterra, Canada, Francia, Stati Uniti, Germania, Cecoslovacchia e Grecia, che operarono soprattutto sul fronte in Ucraina, Siberia e Crimea, non riuscendo mai ad organizzarsi in un esercito unificato, permettendo così all'Armata rossa la superiorità strategica.

Gli scenari di guerra maggiori furono:

Il fronte meridionale, iniziò il 5 novembre 1917 sotto la guida del generale Mikhail Alekseev e dietro il comando del generale Laurus Kornilov, ed in seguito dal generale Denikin. L'armata che operò su questo fronte venne chiamata Forze Armate della Russia Meridionale e sopportò la maggior parte delle operazioni militari dell'intero conflitto, rappresentando quindi la minaccia più grave per l'Armata Rossa. Inizialmente essa era composta interamente da volontari, in gran parte provenienti dai cosacchi che furono i primi ad opporsi alla salita al potere dei Bolscevichi. Nel 1919 dopo il fallimento dell'offensiva su Mosca del generale Denikin l'armata sotto il suo comando fu costretta a una massiccia ritirata. Il generale Wrangel riorganizzò l'armata in Crimea e istituì un governo provvisorio che venne riconosciuto dalla Francia, dando vita ad una nuova avanzata che fallì rapidamente quando il leader polacco Józef Piłsudski stipulò una pace separata con i Sovietici e fece ritirare la Polonia dal conflitto.

Il fronte orientale, in Siberia, vide l'inizio delle operazioni nella primavera del 1918 e venne inizialmente combattuto da una forza militare clandestina composta da ufficiali dell'esercito e menscevichi. Il fronte iniziò una offensiva in concomitanza con le forze cecoslovacche ma vennero sconfitti dai Bolscevichi che non permisero in seguito ai polacchi di abbandonare il suolo russo sterminandoli tutti. Guidate dall'Ammiraglio Aleksandr Vasilevič Kolčak esse ebbero dei parziali successi all'inizio della campagna ma furono costretti alla ritirata fino verso i confini più estremi orientali dove composero delle sacche di resistenza fino al 1922.

Il fronte settentrionale e nord-settentrionale, guidata da Pyotr Krasnov subito dopo la presa al potere dei Bolscevichi, soffrirono di una scarsa coordinazione e della presenza di comandanti troppo spregiudicati come il Generale Bermont Avalov e il Generale Bulach Bulakhovich, il primo dei quali dichiarò guerra all' Estonia. Il suo più importante successo tattico fu l'attacco a Petrograd allora capitale della Russia bolscevica.