Nicolas Jean-de-Dieu Soult
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Nicolas Jean-de-Dieu Soult (Saint-Amans-la-Bastide, 29 marzo 1769 – Saint-Amans-la-Bastide, 26 novembre 1851) è stato un generale francese, maresciallo dell'Impero e ministro.
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[modifica] Da soldato semplice a generale
Bravo negli studi, prometteva una brillante carriera giuridica quando rimase orfano di padre e dovette arruolarsi nel 1785 come semplice soldato nel reggimento della fanteria reale, nella quale salì rapidamente i gradi inferiori.
Dopo sei anni di servizio divenne sergente. Su richiesta del suo colonnello fu nominato nel 1792 istruttore nel primo battaglione del primo reggimento volontari dell'Alto Reno con il grado di sottotenente. Divenne aiutante maggiore il 16 luglio dello stesso anno, capitano nell'agosto 1793, a novembre aiutante provvisorio nell'armata della Mosella e capo di battaglione aiutante generale provvisorio all'inizio del 1794 e dopo due mesi ebbe il grado effettivo.
Dopo la battaglia di Fleurus (26 giugno 1794), ove si distinse per il suo sangue freddo, fu promosso l'11 ottobre generale di brigata dai rappresentanti della nazione. Durante i cinque anni che seguirono fu impegnato costantemente in Germania agli ordini dei generali Kléber, Moreau, Jourdan e Lefebvre.
Aggregato all'armata della Sambre-et-Meuse, partecipò brillantemente ai fatti d'arme di Altenkirchen, Friedberg, Lieptingen ed a Stockack e nel combattimento svoltosi nella foresta omonima contro l'armata del principe Carlo, ove si segnalò sia per la sua intelligenza militare sia per la sua audacia. Il 21 aprile 1799 gli fu conferito il grado di generale di divisione.
Passò quindi all'armata di Elvezia agli ordini del generale de Masséna nella quale costruì la sua reputazione militare, particolarmente nella seconda battaglia di Zurigo[1]. Allorché nel 1800 l'allora primo console Napoleone Bonaparte incaricò il generale Masséna di riorganizzare l'Armata d'Italia, quest'ultimo insistette affinché gli fosse assegnato Soult, al quale affidò il comando dell'ala destra.
Soult risultò particolarmente brillante nella difesa di Genova, durante la quale quasi ogni giorno compì un'azione militare degna di nota. Il 6 aprile, in una prima sortita, attraversò audacemente alla testa di alcuni battaglioni lo schieramento dell'armata austriaca liberando il generale Gardanne, sostenne numerosi scontri con il nemico respingendolo oltre la Piotta, s'impadronì di Sassello, riportò nuovi successi a Ponte-Giunera e rientrò in Genova con numerosi prigionieri, cannoni e bandiere catturati al nemico. Nel corso di un'altra sortita attraversò nuovamente lo schieramento austriaco e ingaggiò un nuovo combattimento a monte Fasce ove tuttavia un colpo di cannone gli fracassò una gamba ed egli rimase alla mercé del nemico.
[modifica] Maresciallo dell'Impero
La vittoria di Marengo gli restituì la libertà. Poco tempo dopo ricevette il comando della zona meridionale del Regno di Napoli.
Dopo la pace di Amiens Soult rientrò a Parigi ove Napoleone lo chiamò a comandare una parte della Guardia consolare nonostante egli avesse combattuto agli ordini del generale Moreau. Soult non amava Napoleone ma ebbe l'intelligenza di mostrare la sua obbedienza al potere costituito. Il 19 maggio 1804 fu promosso Maresciallo dell'Impero e l'anno successivo Gran cordone e capo della 4° coorte della Legione, ricevendo inoltre il titolo di colonnello-generale della Guardia imperiale e quello di comandante in capo del campo di Boulogne.
A settembre del 1805 ricevette il comando del 4° corpo d'armata dell'armata della Germania. Egli forzò l'attraversamento del Reno a Spira, quello del Danubio a Donawerth, s'impadronì di Augusta e passando da Biberach e Memmingen riunì le sue forze a quelle di Napoleone ad Ulm.
Comandante di un Corpo d'armata ad Austerlitz, condusse l'attacco decisivo sul centro dello schieramento nemico.[2]Dopo la battaglia e la presa di Vienna fu nominato Governatore della città.
Nella campagna di Prussia del 1806 comandò ancora l'ala destra dell'armata. Egli ebbe un ruolo importante in quasi tutte le battaglie famose della Grande Armée.
Nella campagna di Polonia contenne l'attacco del generale russo Bennigsen durante la battaglia di Eylau, contribuendo decisamente al risultato.
Sconfisse poi a Greussen il maresciallo Kalkreuth ed inseguì con accanimento il re di Prussia; bloccò Magdeburgo e, costretti a Ruthnau cinque squadroni di sassoni ad arrendersi, si impadronì di Lubecca costringendo il generale Blücher a capitolare a Schwartau. Riportò poi altri successi a Wolfersdorf, a Heilsberg ed entrò in Königsberg. Dopo la firma della pace di Tilsit rientrò in Francia. Nel 1808 ricevette da Napoleone il titolo di duca di Dalmazia.
[modifica] La guerra nella penisola iberica
La guerra si riaccese furiosa in Spagna ed a Soult fu affidata l'ala sinistra dell'armata. Appena giunto riportò il 10 novembre 1808 una vittoria nella battaglia di Gamona, conquistò le città di Burgos e di Santander e costrinse alla ritirata l'armata spagnola presso Reynosa. Avuta notizia dell'intervento del corpo di spedizione del generale inglese Moore, che stava ostacolando i piani di invasione francese del paese, sospese l'azione per lui prevista dai piani di Napoleone e, dopo aver informato quest'ultimo, si mise alla caccia dell'inglese raggiungendolo presso La Coruna, ove lo attaccò mentre questi stava imbarcando le sue truppe. Moore morì in battaglia e 6.000 effettivi inglesi furono presi prigionieri.[3]
Per i quattro anni successivi Soult combatté da protagonista sul territorio spagnolo.
Dopo la sconfitta di Moore Soult entrò in Portogallo il 4 marzo 1809 dietro ordine di Napoleone e conquistò Minho e Chaves, riportando poi il 29 dello stesso mese la vittoria di Oporto.
Tuttavia, privo dei rinforzi necessari, dovette sloggiare da Oporto a causa dell'attacco potatogli da sir Arthur Wellesley (il futuro 1° duca di Wellington) ed in meno di sei giorni riportò in Galizia quanto era rimasto del suo corpo d'armata, riuscendo a prezzo di molte perdite, a sconfiggere presso Arzobispo le forze anglo-spagnole.
Dopo la battaglia di Talavera (1809) un decreto imperiale lo nominò maggior generale delle armate francesi in Spagna con ampi poteri. Il 19 novembre ottenne la vittoria nella battaglia di Ocaña.[4]
Si impadronì quindi di Siviglia e, alla fine di gennaio 1810 passò in Estremadura ed invase l'Andalusia che occupò interamente con la sola eccezione di Cadice.
Il 22 gennaio 1811 conquistò Olivença, vinse la battaglia di Gébora l'11 febbraio successivo, occupò Badajoz e quando l'armata anglo-portoghese assediò la città, egli giunse in suo soccorso, non esitando ad impegnarsi nella battaglia di Albuera, (16 maggio), pur trovandosi in inferiorità numerica, ma ove fu severamente sconfitto.
Nel 1812 tuttavia, dopo la decisiva disfatta di battaglia di Salamanca, dovette abbandonare l'Andalusia. Alla richiesta di Giuseppe Bonaparte, con il quale, come tutti gli altri marescialli, era sempre in totale disaccordo, lasciò la Spagna.
Nel mese di marzo 1813 Napoleone gli affidò il comando del IV Corpo d'armata della Grand Armée che lo portò alla battaglia di Bautzen. Quasi subito tuttavia fu rispedito a Bayonne per riorganizzare l'armata del sud che la sconfitta di Vitoria aveva completamente demoralizzato. Egli riuscì nell'intento ma la disponibilità di quasi sole reclute in confronto ai veterani di sir Arthur Wellesley gli fece subire numerosi scacchi, le cui entità furono mitigate solo dalla sua grande capacità militare. Dopo le vittorie di Maya e Roncesvalles fu respinto duramente dagli anglo-portoghesi e ripiegò dopo la sconfitta nella battaglia di Sorauren (28 luglio - 30 luglio). Dovette subire poi l'avanzata del grande avversario inglese a Orthez, a Aire, a Vic de Bigorre ed a Tarbes; l'ultima, definitiva, disfatta si verificò il 10 aprile 1814 a Tolosa.[5]
[modifica] La carriera politica
Dopo la prima abdicazione di Napoleone Soult si dichiarò realista ed il governo della prima restaurazione lo nominò il 21 giugno 1814 governatore della 13° regione militare. Insignito dell'Ordine di San Luigi fu nominato Ministro della guerra dal 3 dicembre 1814 All'11 marzo 1815, posto che occupava quando Napoleone sbarcò dall'isola d'Elba.
Come capo dell'esercito francese egli indirizzò un proclama alle truppe che non impedì all'imperatore di convocarlo alla Tuileries il 25 marzo. Egli fece atto di sottomissione e fu fatto Pari di Francia. Napoleone gli conferì il 9 maggio le funzioni di maggior-generale dell'armata. Il suo ruolo nella battaglia di Waterloo fu certamente il peggiore in tutta la sua carriera militare. Egli ebbe grande responsabilità nel mancato intervento del maresciallo Grouchy non avendogli inviato un numero sufficiente di corrieri, come era solito fare il maresciallo Berthier.[6]
Durante la Seconda Restaurazione Soult fu mandato in esilio e radiato dall'elenco dei marescialli di Francia. Tuttavia Luigi XVIII lo richiamò dall'esilio nel 1819 e l'anno successivo lo reintegrò nella dignità di maresciallo di Francia. Nuovamente fervente realista, fu elevato a Pari di Francia nel 1827 dal re Carlo X.
Dopo la rivoluzione del luglio 1830 si allineò a Luigi Filippo che lo nominò nuovamente Ministro della Guerra. Sapendo di non poter contare sulla Guardia nazionale per mantenere l’ordine pubblico, Luigi Filippo incaricò Soult di riorganizzare immediatamente l’esercito di linea. Soult propose riforme che furono attuate negli anni 1831 e 1832[7]. La prima e più importante delle sue riforme fu la creazione della Legione straniera (legge del 9 marzo 1831), che non poteva essere utilizzata però sul territorio metropolitano. Seguirono le riforme delle pensioni militari, del reclutamento, sull’avanzamento di carriera e sull’età degli ufficiali. Egli fece inoltre aumentare le fortificazioni a difesa di Parigi.
Nel 1838 fu incaricato di rappresentare la Francia all'incoronazione della regina d'Inghilterra. Il 26 dicembre 1847 Luigi Filippo ripristinò per lui il titolo di Maresciallo generale di Francia. Nel 1848 ritornò repubblicano ma la morte lo colse nel paese natio che, in suo onore, nel 1851 da Saint-Amans-la-Bastide fu chiamato Saint-Amans-Soult.
Era stato tre volte capo del governo:
- Dal 11 ottobre 1832 al 18 luglio 1834
- Dal 12 maggio 1839 al 1° marzo 1840
- Dal 29 ottobre 1840 al 19 settembre 1847
Predecessore: | Primi Ministri della Francia | Successore: | |
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Casimir Pierre Perier | 1832 - 1834 | Étienne Maurice Gérard | I |
Louis Mathieu Molé | 1839 - 1840 | Adolphe Thiers | II |
Adolphe Thiers | 1840 - 1847 | François Guizot | III |
[modifica] Note
- ^ Sottomise i cantoni insorti, diede la caccia ai ribelli sulla Reuss e li inseguì fino nella valle di Urseren, diede battaglia a Frauenfeld, Altikon, Audelfinden, infliggendo gravi perdite al nemico, contribuì ampiamente alle battaglie di Zurigo e si guadagnò grandi elogi nell'ordine del giorno del 2 giugno 1799 per la sua energica difesa del campo trincerato di Zurigo. Il giorno 10 dello stesso mese cacciò, alla testa della 110a demi-brigade, gli austriaci che si erano impadroniti del monte Albis, passò la Linth il 22 settembre ed inflisse al nemico una perdita di oltre quattromila uomini (seconda battaglia di Zurigo). Poi fece fronte ai russi che avanzavano su Kaltbrun prendendo duemila prigionieri, s'impadronì di Wesen e respinse il nemico fino al lago di Costanza
- ^ Soult aveva il comando dell'ala destra: egli si diresse sul pianoro di Pratzen, difeso dall'artiglieria nemica, e se ne impadronì dopo un accanito combattimento. Napoleone, abbracciandolo sul campo di battaglia, gli disse: “Maresciallo, voi siete il primo manovriere d'Europa” “Sire ─ gli rispose Soult ─ lo credo poiché me lo dice la Vostra Maestà.”
- ^ Soult fu il primo a riconoscere il valore e l'intelligenza del defunto generale inglese Moore, la cui iniziativa era stata solo quella di rallentare il più possibile la conquista della Spagna da parte delle truppe napoleoniche, data la esiguità numerica del suo corpo di spedizione che, dopo aver raggiunto lo scopo, egli cercò, riuscendovi quasi completamente, a far reimbarcare. Soult volle, con grande onestà e spirito di lealtà, che al generale avversario fisse dato pubblico riconoscimento con un monumento funebre.
- ^ A Ocaña sconfisse, con 30.000 francesi, 60.000 spagnoli : 50 cannoni, 30 vessilli e 20.000 prigionieri furono i risultati di questa vittoria.
- ^ Pare che il risultato sia stato determinato dal mancato ricongiungimento delle truppe del duca d'Albuféra, generale Suchet, con quelle di Soult. Quest'ultimo aveva scritto al collega: «Se lei non vuole stare al mio comando, sarò io a mettermi a sua disposizione. Basta che voi facciate la vostra comparsa, le sue truppe potranno rimanere con le armi al braccio: siate solo presenti ed il successo sarà assicurato». Ma il collega non si mosse.
- ^ A parziale discolpa di Soult, occorre dire che Napoleone non gli aveva dato retta quando lo metteva in guardia sulla qualità della fanteria inglese che stava per affrontare. Inoltre, allorché Napoleone ebbe la percezione del disastro, egli impedì all'imperatore di gettarsi in mezzo alle baionette, afferrando le briglie del suo cavallo ed indirizzandolo verso Charleroi.
- ^ Soult presentò alla Camera dei deputati (20 febbraio 1831) una relazione critica sulla legge del 1818 presentata dall'allora ministro Gouvion-Saint-Cyr: egli sosteneva che il sistema di estrazione a sorte per la leva obbligatoria, con la possibilità di farsi sostituire, combinato con l’arruolamento volontario, non aveva consentito di aumentare sufficientemente il numero degli effettivi sotto le armi ed aveva contribuito a mantenere il sovrainquadramento. Egli presentò quindi un progetto di politica di arruolamento che garantisse l’aumento degli effettivi sotto le armi, assorbisse il sovrainquadramento ed assicurasse il corretto approvvigionamento d’armi e munizioni.