Manfredi III Chiaramonte
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Manfredi III Chiaramonte, spesso citato più semplicemente come Manfredi Chiaramonte fu uno tra i rappresentanti più importanti ed in vista della nobiltà latina in Sicilia del XIV secolo.
Ebbe la signoria di Modica, Ragusa, Chiaramonte Gulfi (RG), Castronovo (CL), di Lentini (SR) e sul castello di Palma di Montechiaro (AG), sul castello di Mussomeli (CL). Stabilì la propria corte presso il palazzo Steri (o Chiaramonte) a Palermo.
Nel 1354 Manfredi fu assediato a Lentini dalle truppe aragonesi di Artale I Alagona. Ma riuscì a resistere e solo nel 1359 Artale riuscì ad occupare la città ed infine il 25 marzo 1360 grazie al tradimento di alcuni soldati a prendere possesso del castello. Manfredi ed i suoi familiari catturati vennero imprigionati a Catania. Ma dopo alcuni anni riuscirono ad rientrare in possesso dell loro proprietà.
Fra gli incarichi più importanti rivestiti da Manfredi vi fu quello di gran siniscalco del Regno, vicario del Regno e maestro Giustiziere del Regno.
Manfredi fu comunque una personalità controversa. Pur se investito da Federico IV d'Aragona della signoria di Modica, allora il più importante stato feudale dell'isola, fu comunque spesso avverso agli Aragonesi di Sicilia e più vicino agli Angiò anche in conseguenza delle origini francesi della sua famiglia. Con la minorità di Maria di Sicilia venne eletto a Vicario del Regno (fine XIV secolo). Manfredi fu l'organizzatore il 10 luglio 1391 di una riunione dei baroni siciliani nella Chiesa di San Pietro a Castronovo di Sicilia con l'intento di ottenere un giuramento di fedeltà, patto che fu largamente disatteso dai nobili. Manfredi III morì nel 1391 ed a questi succedette il figlio Andrea che proseguì la politica anti-catalana.
Per approfondire, vedi la voce Chiaramonte (famiglia). |