Palma di Montechiaro
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Palma di Montechiaro | |||||||||
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Sicilia | ||||||||
Provincia: | Agrigento | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 165 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 76,36 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 313,34 ab./km² | ||||||||
Frazioni: | Marina di Palma, Villaggio Giordano | ||||||||
Comuni contigui: | Agrigento, Camastra, Licata, Naro | ||||||||
CAP: | 92020 | ||||||||
Pref. tel: | 0922 | ||||||||
Codice ISTAT: | 084027 | ||||||||
Codice catasto: | G282 | ||||||||
Nome abitanti: | palmesi | ||||||||
Santo patrono: | Maria SS. del Rosario | ||||||||
Giorno festivo: | 8 settembre | ||||||||
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Palma di Montechiaro (Parma di Muntichiaru in siciliano) è un comune di 23.927 abitanti della provincia di Agrigento.
Indice |
[modifica] Storia
Palma di Montechiaro sorge su una collina sulla fascia litoranea, poco distante dal capoluogo Agrigento.
Il ritrovamento di reperti archeologici risalenti al II millennio a.c. e la presenza di numerose tombe sicane , dimostrano che in questo territorio, fin da tempi remoti, vi furono insediamenti umani i cui abitanti erano dediti all'agricoltura ed alla pastorizia.
Nel XII secolo a.c., i rodio-cretesi che popolavano la fascia costiera tra Gela e Palma, a scopo difensivo, fortificarono i siti di Castellazzo e Piano del Vento, punti strategici dai quali è visibile tutta la costa.
Il primo atto della storia di Palma, solo nel 1865 la città si chiamerà Palma di Montechiaro, è la costruzione del Castello Chiaramontano ( 1353 ), che si staglia lungo la costa a metà strada tra Punta Bianca e la foce del fiume Palma, ad opera di Federico Prefoglio che di lì a poco passò ai Chiaramonte, da cui prese il nome. L'atto di fondazione della città di Palma porta la data del 25 aprile 1637. Nello stesso documento si rileva che a fondare la città fu Carlo Caro Tomasi dopo avere ottenuto il 16 gennaio 1637 la " licentia populandi " dal re Filippo IV. Il 3 maggio 1637 fu posta la prima pietra.
La scelta del luogo dove sorse la città fu davvero felice se, non appena mezzo secolo dopo, l'abate Saint-Non nel suo " Voyage pittoresque " ebbe a scrivere " ...Questa graziosa cittadina è molto popolata ed ha una posizione incantevole: i dintorni sono pieni di giardini deliziosi e tutto questo paese è in genere d'una abbondanza enorme di vigneti, di coltivazioni e di ogni sorta di alberi da frutta..."
La città di Palma venne fondata il 3 maggio 1637 nella baronia di Montechiaro, dai fratelli gemelli Carlo, Barone Tomasi, e Giulio, che pochi anni dopo gli sarebbe subentrato nel titolo. L'effettivo artefice della fondazione fu però un potente zio dei gemelli, Mario Tomasi de Caro, Capitano del Sant'Uffizio dell'Inquisizione di Licata, e governatore della stessa città, da cui provenivano anche Carlo e Giulio Tomasi. Anche egli, insieme a suo cugino sacerdote Carlo de Caro era presente alla posa della prima pietra della Chiesa della Vergine del Rosario.
Il progetto della città, disegnato secondo un ideale pianta ortogonale, e ricordato da una relazione redatta dall'astronomo e primo arciprete di Palma Giovan Battista Odierna. In una tela che si conserva nella sacrestia della Chiesa Madre, si rede raffigurato l'Odierna al suo tavolo di Studio con sullo sfondo, bene in evidenza, un disegno a pianta quadrata col titolo “Chronologia Terrae Palmae”.
Il paese sorge su un'altun rocciosa da cui domina la vallata sottostante che si protende fino al mare. Spiccano in primo piano, ben visibili dallo scorrimento veloce che attraversa la vallata, i monumenti storici del secondo palazzo ducale, (1659), la bellissima Chiesa Madre, (1666), in cima ad una larga scalinata e il Monastero delle Benedettine, (1637) primo edificio della città.
I primi abitanti di Palma vennero da Ragusa, città natale dei Tomasi, e da Agrigento, Licata, Naro, Caltanissetta. A difesa della città dagli attacchi provenienti dal mare dei pirati saraceni il duca Carlo fece costruire, dopo avere ottenuto il permesso da Filippo IV di Spagna, una torre che dedicò a San Carlo. E' da registrare che Palma, dopo pochi anni dalla fondazione, ebbe un notevole aumento demografico tanto che nel 1652 furono censite 2.470 abitanti e 473 abitazioni.
[modifica] La famiglia Tomasi
La fondazione ex novo di città nella Sicilia del XVI e XVII secolo è fenomeno di grandi proporzioni; nel caso di Palma, il motivo della fondazione era una campagna di legittimazione di una famiglia nobiliare emergente ma ancora insufficientemente radicata nel territorio e nell'aristocrazia della Sicilia; Il capostipite, Mario Tomasi, era giunto in Sicilia al seguito di Marcantonio Colonna, che lo aveva nominato Capitano d'armi di Licata, solo nel 1585. Solo il suo matrimonio con Francesca Caro di Montechiaro aveva segnato la sua accettazione nell'alto ceto.
L'acquisizione da parte di Carlo, Barone dal 1616, della Licentia Populandi nel 1637 con la conseguente elevazione al titolo di Duca di Palma, è un evidente passo nella stessa direzione. Poco dopo Carlo Tomasi, dalla salute fragile e da sempre attratto dalla vita religiosa, lascia il ducato e la fidanzata Rosalia Traina, nipote del potente Vescovo di Agrigento al fratello Giulio, per entrare nell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini. La dote della Nuova Duchessa, numerosi feudi e un largo patrimonio liquido, permettono il definitivo consolidamento della Famiglia Tomasi nei più alti strati dell'aristocrazia Isolana, di cui alla fine doveva risultare tra le più durature famiglie: è ben noto che il penultimo dei Tomasi di Lampedusa Giuseppe, autore del Gattopardo possedeva ancora vaste seppur sterili proprietà nella zona di Palma, e che vi ambientò gran parte delle vicende del suo romanzo, appena mascherandone il nome in "Donnafugata".
[modifica] Palma, Città Santa
Pur nel generale clima di fervore religioso della Sicilia della Controriforma la famiglia Tomasi spiccava. Palma, infatti, già dalla fondazione fu concepita come un luogo fortemente spirituale, una Nuova Gerusalemme .
Il duca Giulio ( detto il Duca Santo), dopo aver cresciuto nel fervore religioso i 6 figli avuti dalla moglie nel più casto matrimonio, chiede al Papa di ottenere lo scioglimento in vita del matrimonio dalla moglie e la separazione, dopo aver rinunciato al ducato e alle gioie del matrimonio, si ritira per poter vivere gli ultimi anni delle sua vita da eremita. La moglie Rosalia Traina, prima duchessa di Palma, decide di entrare in monastero insieme alla figlie, col nome di Suor Maria Seppellita e lì rimane sino alla sua morte. Monastero che era stato fortemente voluto da una delle figlie del Duca, Isabella Tomasi, la Beata Corbera del Gattopardo, per accontentare la richiesta della figlia il duca preferì donare addirittura il suo palazzo e la sua cappella privata,e costruirsi un altro palazzo ai piedi della chiesa Madre. Isabella entrò nel monastero col nome di Suor Maria Crocifissa della Concezione e all'epoca divenne punto di riferimento dei nobili della Sicilia e non per il suo fervore religioso e il suo grande misticismo, di lei si ricordano le pagine nel romanzo il gattopardo, si ricordano le innumerevoli tentazioni da parte del demonio, e le lettere colme di fede e devozione verso il Signore. La suora divenuta venerebile è da anni in attesa di beatificazione. Dei due figli maschi il maggiore seguì lo zio fra i Teatini, e diventerà infine il cardinale San Giuseppe Maria Tomasi, il minore sposà la figlia del principe di Aragona e vive appena il tempo di dare un erede. Muore infatti a 17 anni.
Al seguito dei Tomasi arrivò a Palma don Giovanni Battista Hodierna, di Ragusa, insigne pioniere della scienza ed intellettuale.
Anche nell'edificazione della città l'aspetto religioso è preponderante; trent'anni dopo la fondazione Palma conta solo 4.630 abitanti, ma vanta ben dieci chiese, più il Monastero del SS. Rosario, Il santuario extra moenia del Calvario meta di processioni, sedici sacerdoti ed altrettanti chierici, e le chiese risultano al visitatore tutte ben tenute e dotate di ricchi arredi, tutti assolutamente conformi ai dettami del recentissimo Concilio di Trento; ingenti somme sono spese nell'acquisto di reliquie, che d'altronde attraggono pellegrini anche da luoghi lontani.
L'organizzazione della società laica era basata sulle confraternite.
[modifica] La storia più recente
Nel 1812 Palma venne eletto a comune autonomo.
L'11 luglio del 1943, subito dopo lo sbarco anglo-americano in Sicilia (Operazione Husky), la 3a Divisione estese la testa di ponte della Settima Armata da Licata verso Ovest. La Settima Fanteria, dopo una dura battaglia casa per casa, spinse i difensori italiani fuori da Palma di Montechiaro. Nello stesso tempo, il Comando Combat A e la 2a Divisione Armata, si unirono alla 3a, fecero un attacco alla successiva città di Naro. Subisce il 24 settembre 1943 un massacro della popolazione che protestava contro il richiamo alle armi, da parte di alcuni reparti militari americani.
Nel dopoguerra, diverrà terra di forte emigrazione, specie verso il nord Italia ed i paesi dell'Europa Occidentale. Giuseppe Fava, nel suo Mafia cita Palma come uno dei luoghi dove la tragedia meridionale, quella che nasce secondo lui dalla concomitanza di tre fattori, povertà, ignoranza, assenza dello Stato, "raggiunge una negativa prefezione".
[modifica] Palma oggi
Palma oggi è un grosso centro agricolo. L'emigrazione continua verso la Germania (settore della ristorazione) e le regioni settentrionali italiane (settore edilizio) ed in tutte le città universitarie italiane, dove sono migliaia gli studenti che ormai vi si trasferiscono per proseguire i loro studi. Le speranze per uno sviluppo risiedono soprattutto nelle spiaggie incontaminate del litorale e nel turismo correlato alle bellezze artistiche del territorio.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Monumenti
[modifica] Chiesa Madre
Tra tutte le chiese di Palma quella che riveste maggiore importanza è la chiesa Madre che, posta in cima ad una ampia scalinata, rappresenta una delle opere più significative del barocco siciliano.
Essa sorge ove prima era situata la chiesa di San Giuseppe che, fondata nel 1644 dal ragusano D. Vincenzo Ottaviano, venuto a Palma con i Tomasi, fu demolita. A ricordo fu costruita nella nuova chiesa una cappella consacrata a San Giuseppe.
L'atto di fondazione della chiesa Madre è datato 2 ottobre 1666. Il disegno fu di Angelo Italia che contribuì anche alla costruzione della cappella del Crocifisso nel Duomo di Monreale. La realizzazione della Chiesa fu affidata al palmese Francesco Scicolone, l'ingegnere che sovraintendeva ai lavori tale Pennica di Agrigento.
La facciata, realizzata con conci di pietra delle cave del Casserino, è costituita da un portale centrale fiancheggiato da due colonne sormontate da un frontone spezzato e da due portali minori ai cui lati si ergono due alti torri campanarie.
L'interno del Duomo, vasto, a tre ampie navate con cupola sul transetto, rivela un movimentato scenario decorativo in stucco di sapore neoclassico. In fondo alla navate è l'ampio presbiterio, cinto da splendide inferriate e due ricche cappelle intitolate al SS. Sacramento e alla Madonna del Rosario.
Nella prima cappella a sinistra è l'urna contenente le reliquie di San Traspadano donate a Carlo Tomasi, nel 1666, dal cardinale Sforza Pallavicini. Numerose sono le reliquie conservate tra le quali quelle di Santa Cecilia martire, San Luciano, San Bonifacio, San Pio, Sant'Emiliano, Sant'Elia, San Clemente, San Celso.
L'altare maggiore è opera del palermitano Giuseppe Allegra; la cantoria dell'organo in legno scolpito è di Calogero Provenzani, padre di Domenico.
Numerosi e pregevoli sono i dipinti custoditi nella chiesa e che sono stati realizzati da Domenico Provenzani, Gaspare Serenario e Raffaele Manzelli. Disposti a croce ai lati del Duomo furono costruiti i due oratori del SS. Sacramento e della Vergine del Rosario.
[modifica] Il Castello
Nei dintorni, in prossimità di Marina di Palma, si può visitare il Castello. Tra i diversi bei castelli chiaramontani in Sicilia, quello di Palma di Montechiaro è il solo edificato su su un costone roccioso a picco sul mare.
Realizzato nel 1353 fu, per la sua posizione strategica, di grande importanza nella storia della lotta contro i pirati. Dopo la morte di Andrea Chiaramonte e la confisca di tutti i suoi beni, il castello passò alla famiglia Moncada che ne cambiò il nome in Montechiaro con il chiaro intento di cancellare la memoria dei precedenti signori. Dopo vari passaggi il castello perviene nel XVII secolo, per linea femminile, alla famiglia Tomasi un componente della quale, Carlo Tomasi Caro, ricevette dal re Filippo IV il titolo di duca di Palma. Questi, abbracciata la vita monastica, cedette tutti i suoi beni al fratello Giulio che fu II duca di Palma e I principe di Lampedusa. Abbandonato al degrado per parecchio tempo, solo da poco ha subito lavori di restauro.
E' da ricordare che all'interno della cappella è custodita una statua della Madonna che il Caputo attribuisce ad Antonello Gagini. Assai interessante è la leggenda in cui si narra che la statua, sottratta dai vicini abitanti di Agrigento, fu riportata dai palmesi nel castello dopo una lunga e furibonda lotta. Ad avvalorare tale fatto è il nome dato ad un corso d'acqua che da allora fu indicato come il " vallone della battaglia ".
[modifica] Monastero delle Benedettine
Costruito tra il 1653 e il 1659, inglobò il primo Palazzo ducale e accolse con la regola cassinese anche le figlie di Giulio, II duca di Palma, e in seguito anche la moglie Rosalia Traina. Si trova su una semicircolare e impervia gradinata, in una piazza quadrata con le strade che si incrociano nel luogo che un tempo era segnato dalla colonna con la croce. Venne inaugurato il 12 giugno 1659.
Il monastero ha un aspetto semplice con finestre prive di decorazioni. Sul cortile interno, invece, si affacciano delle finestre decorate in stile barocco. All'interno il parlatorio ha volte a botte da cui si accede ad un giardino ricco di alberi in cui è sistemata una scultura della Madonna con San Benedetto.
Le suore custodiscono, inoltre, la Madonna della Colomba Rosata. Ancora oggi è uno dei pochi monasteri di clausura in Sicilia, il cui accesso è impedito quasi a chiunque.
[modifica] Palazzo Ducale
Il palazzo ducale fu costruito dopo che il primo venne inglobato nel Monastero delle Benedettine ( 1653-1659 ). Acquisito dal demanio comunale e recentemente restaurato dopo anni di grave degrado, mostra un esterno semplice e compatto con due grandi facciate, una verso il mare e l'altra a oriente, unite a livello del piano nobile da un balcone angolare.
L'edificio è caratterizzato da una estensione di soffitti a lacunari lignei dipinti che coprono le otto sale del primo piano e corrono su due fasce parallele, l'una verso il mare e l'altra verso la collina.
Si distinguono i soffitti delle sale delle armi, quella degli Ordini militari e questri e religiosi, quella dedicata interamente all'Ordine di San Giacomo della Spada di cui il duca Giulio era aggregato, quella con lo stemma ducale dei Tomasi, inquartato con gli emblemi dei Caro, La Restia, Traina e infine la sala angolare che conteneva l'arme dei Tomasi col leopardo rampante sul profilo del monte a tre cime. Qui si trova la decorazione più sfarzosa con i lacunari più profondamente intagliati e dipinti in bianco, rosso e oro.
I locali del piano terra ospitano la Biblioteca "Giovanni Falcone".
[modifica] Torre San Carlo
L'edificazione della Torre San Carlo, appena oltre la foce del fiume Palma, risale al 1639 ad opera di Carlo Tomasi, primo duca di Palma, che ottenne il permesso da Filippo IV di Spagna ed ebbe scopi difensivi stante le continue incursioni dei pirati saraceni sul litorale palmese.
La fortezza fu fornita di armi, attrezzi da guerra e di un adeguato numero di soldati.
Essa s'innalza con un corpo quadrangolare su un basamento a forma di piramide tronca. Vi sono tracce che indicano la presenza di un ponte levatoio e mensoloni sui quali si dovevano poggiare i piombatoi.
Accanto alla Torre fu fatta costruire una piccola chiesa, oggi non più esistente, col titolo del Santissimo Rosario, guidata da un cappellano, per la messa dei soldati. Gli apparati difensivi furono mantenuti fino al 1820.
[modifica] Palazzo degli Scolopi
L'edificio, oggi sede degli uffici comunali, è certamente uno dei più belli del patrimonio tardo-barocco.
Edificato nel 1698 da Giulio II duca di Palma e principe di Lampedusa, fu portato a termine l'8 dicembre 1712, giorno dell'Immacolata e il cardinale Giuseppe Maria Tomasi lo affidò ai Padri Scolopi di San Giuseppe Calasanzio che vi insediarono l'istituto delle Scuole Pie che nell'800 divenne una vera e propria Università frequentata da diversi rampolli dell'aristocrazia isolana.
Addossata al Palazzo è la Chiesa della Sacra Famiglia con la quale costituisce un unico complesso architettonico.
[modifica] Calvario
All'ingresso del paese, dopo il parco archeologico della Zubbia, si scorge la collina detta " Calvario " con i ruderi dell'antica chiesa di Santa Maria della Luce ( 1650 ), anch'essa dalle forme barocche.
Il Calvario segna spiritualmente l'ambiente e la storia di Palma. Infatti, Giulio Tomasi volle riproporre nella realtà locale il percorso di Gesù dal palazzo di Pilato al Golgota, collegando in un itinerario ideale segnato da stazioni, il centro abitato con la solitudine della collina del Calvario. Il Santo Duca, otteneva, come per i pellegrini della Terra Santa, l'indulgenza plenaria per quanti avessero percorso il tragitto sino alla collina del Calvario, dove nella chiesa di Santa Maria della Luce era custodita una copia della Sacra Sindone donata a Carlo Tomasi, Primo duca di Palma e teatino a Roma, dall'infanta Maria di Savoia. Tale reliquia oggi viene conservata nella Chiesa del Collegio.
L'eremo fu inizialmente abitato dai preti Romiti e successivamente dall'ordine dei Mercedari, preposto al riscatto dei cristiani prigionieri dei pirati.
Inoltre, per la sua possente struttura, quasi di fortezza e per la sua posizione dominante, serviva come punto privilegiato per l'osservazione dell'ampia valle del fiume Palma e della costa.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Rosario Giorgio Gallo dal 17/05/2005
Centralino del comune: 0922 799111
Email del comune: urp@comune.palmadimontechiaro.ag.it
Sito ufficiale del comune: http://www.comune.palmadimontechiaro.ag.it
[modifica] Altri progetti
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[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Sito Web Istituzionale Comune Palma di Montechiaro
- Il castello di Palma di Montechiaro
- Sito Web Palma di Montechiaro
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