Magic Johnson
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Magic Johnson | ||
Magic Johnson |
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Dati biografici | ||
Nome | Earvin Johnson, Jr. | |
Nato | 14 agosto 1959 Lansing, Michigan |
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Nazionalità | Stati Uniti d'America | |
Altezza | 201 cm | |
Peso | 116 kg | |
Dati agonistici | ||
Disciplina | Pallacanestro | |
Ruolo | Playmaker, guardia tiratrice | |
Ritirato | 1996 | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1977-1979 | Michigan State Spartans | |
Club professionistici | ||
1979-1991 | Los Angeles Lakers | |
1996 | Los Angeles Lakers | |
Nazionale | ||
1992 | Stati Uniti | |
Palmarès | ||
Olimpiadi | ||
Oro | Barcellona 1992 | |
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito |
Earvin "Magic" Johnson, Jr. (Lansing, 14 agosto 1959) è un ex cestista statunitense, considerato uno dei più grandi playmaker della storia di questo sport.
Giocando come point-guard, vinse cinque titoli NBA con la sua squadra (1980, 1982, 1985, 1987 e 1988), oltre ad aver guidato la sua università, Michigan State, ad un titolo NCAA nel 1979. Johnson è inoltre l'unico rookie (matricola) nella storia della lega americana ad aver vinto il premio "NBA Finals Most Valuable Player Award", il premio per il miglior giocatore delle finali, nel 1980. Solo quattro giocatori hanno vinto consecutivamente un titolo NCAA e quello NBA.
Indice |
[modifica] Caratteristiche tecniche
Dotato di un talento e di un carisma fuori dal comune, era in grado di eseguire spettacolari e precisissimi passaggi smarcanti. Conosciuto non come un grande marcatore, Johnson si distingueva in tutti gli altri aspetti del gioco, dagli assist, arte nella quale era secondo solo a John Stockton (ex-playmaker degli Utah Jazz), ai rimbalzi, alla difesa.
Si trattava di un giocatore atipico per quel periodo e, per questo, rivoluzionario e di enorme impatto, grazie ai suoi 206 centimetri che non gli impedivano di giocare come playmaker, ruolo solitamente adatto a giocatori decisamente più bassi.
[modifica] Carriera
[modifica] High school e college
Nato a Lansing, Michigan, Johnson si guadagna il soprannome che lo ha reso celebre, "Magico", già al liceo dopo una partita da 36 punti, 18 rimbalzi e 16 assist.
Il passaggio dal liceo all'università vide "Magic" confermare le sue qualità. Divenne in breve tempo il leader indiscusso della squadra degli Spartans, cioè Michigan State, portandola nel 1979 alla vittoria nella finale del campionato NCAA contro i Sycamores della Indiana State University, guidati da Larry Bird. Ancora oggi la finale del 1979 tra Michigan State e Indiana State rimane la partita di college più vista della storia del campionato. L'anno seguente passò alla NBA come prima scelta assoluta del Draft, atteso come pochi giocatori universitari prima e dopo di lui. 7575no place in the eworld questo è ciò che diceva prima di ogni sua partita
[modifica] NBA: i Los Angeles Lakers
Molti temevano che "Magic" potesse in un certo senso "sgonfiarsi" all'impatto con la lega professionistica, fatto che accadeva, e accade tuttora, a molti promettenti giocatori universitari. Al contrario, però, Johnson sfruttò l'occasione per fare il definitivo salto di qualità, affermandosi già al suo primo anno come un elemento di grande spicco, riuscendo ad inserirsi in un team ricco di storia e stelle e molto competitivo, vincendo, come già detto, il premio "NBA Finals Most Valuable Player Award", il premio per il miglior giocatore delle finali, alla sua prima stagione nel 1980, quando addirittura giocò la sesta gara di finale contro i Philadelphia 76ers segnando 42 punti, ricoprendo il ruolo di centro al posto dell'infortunato Kareem Abdul-Jabbar.In questa stagione fu anche la prima matricola di sempre a entrare nel primo quintetto assoluto in un All-Star Game.
Con "Magic", i Lakers vincono in totale cinque campionati NBA: 1980, 1982, 1985, 1987 e 1988. Per tre anni, "Magic" vince l'NBA MVP Award (il premio per il giocatore dell'anno della NBA), nel 1987, 1989 e 1990. Probabilmente per la franchigia di Los Angeles questi sono gli anni migliori e, in ricordo di questo periodo in cui le partite venivano chiamate Show Time, la maglia numero 32 indossata da Magic fu ritirata dalla franchigia californiana.
"Magic" si conferma un giocatore rivoluzionario e completo, pronto per essere utilizzato in ogni ruolo, anche se è come playmaker che ha lasciato un segno indelebile nella storia della NBA e della pallacanestro mondiale.
Gli allora emergenti Red Hot Chili Peppers, rock band losangelina, gli dedicano una canzone dell'album Mother's Milk (1989) intitolandola proprio Magic Johnson.
[modifica] Nazionale: il "Dream Team"
La carriera di "Magic", però, non termina così. Qualche mese dopo il suo annuncio, torna in campo a grande richiesta per l'All Star Game NBA, dove è eletto MVP dopo una grande partita condita da 25 punti e il solito gioco spettacolare. Viene inoltre selezionato per prender parte a quello che diventerà famoso come il leggendario "Dream Team" originale, vincendo l'oro olimpico a Barcellona 1992 insieme a due altre leggende della pallacanestro, gli amici Michael Jordan e Larry Bird. Per tutta la durata dei Giochi Olimpici viene assediato dai fans, dai giornalisti e da altri atleti, tutti desiderosi di manifestare il loro sostegno e la loro solidarietà al campione, diventato un simbolo internazionale.
[modifica] Il breve ritorno nella NBA
Dopo le Olimpiadi, "Magic" scatenò la gioia dei suoi ammiratori annunciando la sua intenzione di tornare a giocare, firmando un nuovo contratto nel settembre del 1992, sempre con i Los Angeles Lakers: non giocò però mai, anche perché alcuni giocatori, spaventati dalla possibilità di ferite e infezioni, manifestarono preoccupazione nel dover giocare con un giocatore sieropositivo.
Nel 1994 allenò per un breve periodo i "suoi" Los Angeles Lakers, non riuscendo però a evitare l'eliminazione dai playoffs. Il bilancio complessivo fu di solo 5 vittorie contro 16 sconfitte.
Nel Gennaio del 1996 tornò davvero in campo, ovviamente sempre con i Lakers, giocando tutto il finale di stagione e i playoffs nel ruolo di ala grande, dimostrando di esser capace, come un tempo, di ricoprire ancora tutti i ruoli nonostante i quasi 37 anni. Il definitivo ritiro arrivò dopo l'eliminazione nelle semifinali di Conference, alimentato anche da dissidi interni con alcuni giocatori (tra cui Nick Van Exel, su cui la società aveva deciso di investire come playmaker).
[modifica] Cifre e riconoscimenti
Le sue statistiche parlano da sole: 6559 rimbalzi, 10141 assist, 17707 punti (media di 19.5 punti per partita). Per tre volte fu il miglior marcatore dei Lakers, nel 1987, 1989, 1990, e due volte il miglior rimbalzista, nel 1982 e 1983. Il suo stile rispecchiava la sua personalità altruista, creando un gioco spettacolare e ricco di passaggi "no-look" (senza guardare a chi si passa la palla) e fantasiosi, contribuendo allo "showtime" dei Los Angeles Lakers degli anni '80.
Nel corso della stagione 1995-96 i Lakers hanno ritirato, in segno di rispetto e di gratitudine, il suo numero di maglia, il 32, che non indosserà più nessuno. Dopo il suo ritiro, Johnson è stato inserito nella prestigiosa Basketball Hall of Fame, il "tempio" del basket.
[modifica] Il dramma dell'HIV
Il 7 novembre 1991 il mondo del basket e dello sport mondiale è scosso da una notizia tremenda: Magic Johnson annuncia inaspettatamente il suo ritiro, dopo essere risultato positivo al test HIV.
Dopo le sue battaglie sul campo da gioco, "Magic" continua a lottare anche fuori, partecipando attivamente alla lotta contro il virus che aveva prematuramente messo fine alla sua carriera, impegnandosi in raccolte di fondi con la "Magic Johnson Foundation", per la ricerca scientifica, e conducendo campagne di sensibilizzazione, che ebbero un forte effetto grazie alla notorietà ed alla stima di cui godeva l'ex-campione NBA.
Ancora oggi è uno dei nomi più noti della lotta all'HIV in tutto il mondo.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Magic Johnson
- Wikiquote contiene citazioni di o su Magic Johnson
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Sito ufficiale
- (EN) Biografia su NBA.com
- (EN) Sito della "Summer Pro League"
- (EN, FR) Profilo di Magic Johnson sul sito del Comitato Olimpico Internazionale
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