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Lingua ergativo-assolutiva - Wikipedia

Lingua ergativo-assolutiva

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Si dice ergativo-assolutiva, o semplicemente ergativa, una lingua che tratta il soggetto o, meglio, l'agente di un verbo transitivo, in maniera diversa dal soggetto di un verbo intransitivo e dall'oggetto di un verbo intransitivo.

Indice

[modifica] Lingue ergative vs. lingue accusative

La caratteristica distintiva di una lingua ergativa è che mantiene un'equivalenza tra l'oggetto di un verbo transitivo e il soggetto di un verbo intransitivo, e tratta il soggetto, meglio definito come agente, di un verbo transitivo in maniera differente. Questo contrasta con le lingue nominativo-accusative (come l'italiano, ma più evidente in latino), dove il soggetto di un verbo transitivo e quello di un verbo intransitivo sono trattati allo stesso modo (spesso sotto il caso nominativo) e contrastano con l'oggetto del verbo transitivo (spesso sotto il caso accusativo).

Allineamento ergativo
Allineamento ergativo
Allineamento accusativo
Allineamento accusativo


Le lettere si riferiscono a:

  • O = oggetto di un verbo transitivo (spesso simboleggiato con P per paziente)
  • S = soggetto di un verbo intransitivo
  • A = agente di un verbo transitivo

La relazione tra i sistemi ergativo e accusativo possono essere rappresentati schematicamente come in seguito:

  Ergativo-assolutivo Nominativo-accusativo
O uguale differente
S uguale uguale
A differente uguale

Si noti che soggetto come usato qui si riferisce solamente all'unico argomento obbligatorio di un verbo intransitivo. Il termine soggetto viene spesso definito nelle grammatiche delle lingue nominativo-accusative combinando i ruoli del soggetto intransitivo e dell'agente transitivo, ma non è corretto quando ci si riferisce alle lingue ergativo-assolutive, o quando si parla di allineamento morfosintattico in genere.

[modifica] Realizzazione dell'ergatività

L'ergatività si può esprimere sia in modo morfologico sia in modo sintattico.

[modifica] Ergatività morfologica

Se la lingua possiede dei casi morfologici l'argomento del verbo viene marcato in questo modo:

  • L'agente di un verbo transitivo (A) è marcato con il caso ergativo.
  • Il soggetto di un verbo intransitivo (S) e l'oggetto di un verbo transitivo (O) sono marcati entrambi con il caso assolutivo. In alcune tradizioni scientifiche il caso assolutivo ritiene il nome di caso nominativo (esso è infatti, prima che il caso dell'agente, il caso della nominazione di un referente, di un concetto, il caso in cui si nomina una cosa, indipendentemente dalla sua funzione sintattica. Ecco che alcune trattazioni dell'ergatività, anziché parlare di sistemi ergativo-assolutivi, parlano di sistemi ergativo-nominativi, ma sono in tutto equivalenti).

I seguenti esempi dalla lingua basca dimostrano il sistema di casi ergativo-assolutivo:

Lingua ergativa
Frase: Gizona etorri da.      Gizonak mutila ikusi du.
Parole: gizona-∅ etorri da      gizona-k mutila-∅ ikusi du
Schema: l'uomo-ASS è arrivato      L'uomo-ERG il ragazzo-ASS vide
Funzione: S VERBintrans      A O VERBtrans
Traduzione: ‘L'uomo è arrivato.’      ‘L'uomo vide il ragazzo.’

In basco gizona è "l'uomo" e mutil è "ragazzo". Gizona ha una marcatura di caso differente a seconda del fatto che sia l'argomento di un verbo transitivo o di un verbo intransitivo. La prima forma è all'assolutivo, marcato dal morfema zero (-∅) e la seconda forma è all'ergativo, marcato da un suffisso -k. Il soggetto della proposizione intransitiva e l'oggetto della frase transitiva hanno entrambe lo stesso caso assolutivo, mentre il caso ergativo appare solo sull'agente transitivo.

Invece il giapponese, una lingua nominativo-accusativa, marca i nomi con un differente sistema di casi:

Lingua accusativa
Frase: Otoko ga tsuita.      Otoko ga kodomo o mita.
Parole: otoko ga tsuita      otoko ga kodomo o mita
Schema: uomo NOM arrivò      uomo NOM bambino ACC vide
Funzione: S VERBintrans      A O VERBtrans
Traduzione: ‘L'uomo arrivò.’      ‘L'uomo vide il bambino.’

In questa lingua otoko, soggetto di un verbo intransitivo e agente della frase transitiva, viene marcato dal nominativo ga. Comunque kodomo, oggetto della frase transitiva, viene marcato dall'accusativo o.

Per aiutare la comprensione, si può simulare che l'italiano sia una lingua ergativa; la declinazione, ad esempio dei pronomi, è legata alla funzione di tale pronome in una frase:

Italiano accusativo (come effettivamente è)

Io (S) ho viaggiato.
Io (A) ho invitato te (O) a venire con me.

Italiano ergativo (ipotetico)

Me (S) ho viaggiato.
Io (A) ho invitato te (O) a venire con me

In questo caso, la declinazione per S e O è la stessa (Acc).

Se non esiste una marcatura dei casi, l'ergatività si può marcare attraverso altri mezzi, come la morfologia verbale. Ad esempio, la lingua abkhaza non ha un caso ergativo morfologico, ma la struttura dell'accordo verbale è ergativa. Nelle lingue con sistemi ergativo-assolutivi, la forma assolutiva è di solito la meno marcata.

Un certo numero di lingue hanno una morfologia sia ergativa sia accusativa. Un tipico esempio è una lingua che ha una marcatura nominativo-accusativa per i verbi e una marcatura ergativo-assolutiva sui nomi.

Il georgiano ha un allineamento ergativo, ma l'agente viene marcato solo nelle frasi al passato (detto anche "aoristo skriv"). Si compari:

Katsi vashls chams. (კაცი ვაშლს ჩამს) "L'uomo sta mangiando una mela."
Katsma vashli chama. (კაცმა ვაშლი ჩამა) "L'uomo ha mangiato una mela."

Kats- è la radice della parola "uomo". Nella prima frase (presente iterato) l'agente è al caso nominativo (katsi). Nella seconda frase, che mostra un allineamento ergativo, la radice viene marcata con il suffisso ergativo -ma.

Comunque ci sono alcuni verbi intransitivi in georgiano che si comportano come transitivi, e perciò utilizzano l'ergativo al passato. Si consideri:

Katsma daatsemina. (კაცმა დააცემინა) "L'uomo starnutì."

Nonostante il verbo starnutire sia chiaramente intransitivo, viene coniugato come ogni altro verbo transitivo. In georgiano ci sono pochi altri verbi come questo, e non c'è una chiara spiegazione sul perché questi verbi si siano evoluti in tal modo. Una spiegazione può essere che tali verbi come "starnutire" avevano un oggetto diretto (l'oggetto forse era "naso" nel caso di "starnutire") e nel corso del tempo hanno perso o sottinteso questo oggetto, mantenendo però il loro comportamento transitivo.

[modifica] Ergatività sintattica

L'ergatività si può manifestare anche attraverso la sintassi insieme alla morfologia. L'ergatività sintattica è abbastanza rara, e, mentre tutte le lingue che la manifestano hanno anche l'ergatività morfologica, poche lingue che manifestano l'ergatività morfologica hanno anche una sintassi ergativa. Come per la morfologia, l'ergatività sintattica si può porre su un continuum, in base a cui certe operazioni sintattiche possono esprimersi accusativamente mentre altre ergativamente. Il grado dell'ergatività sintattica e quindi dipendente dal numero di operazioni sintattiche che trattano il soggetto come l'oggetto. L'ergatività sintattica si riferisce anche all'ergatività inter-frasale, come appare tipicamente nelle relazioni tra due proposizioni..

L'ergatività sintattica può apparire:

  • nell'ordine delle parole (ad esempio l'argomento assolutivo viene prime del verbo e l'ergativo dopo del verbo)
  • nelle proposizioni relative (determinando quale argomento debba essere relativizzato)
  • nelle subordinate

[modifica] Esempi

Ecco un esempio dell'ergatività sintattica nella costruzione della riduzione di congiunzione (proposizioni coordinate) in djirbal in contrasto col sistema italiano (la (i) sovrascritta indica coreferenza). Per facilitare il raffronto non sono stati immessi gli articoli nell'esempio italiano

Italiano (Ordine delle parole SVO):

  1. Padre tornò.
  2. Padre vide madre.
  3. Madre vide padre.
  4. Padre (i) tornò e padre (i) vide madre.
  5. Padre tornò e ____(i) vide madre.
  6. Padre (i) tornò e madre vide padre(i).
  7. *Padre tornò e madre vide ____(i). (forma non corretta, poiché il soggetto S e l'oggetto omesso O non possono essere coreferenziali.)

Djirbal (Ordine delle parole OSV):

  1. Ŋuma banaganyu. (Padre tornò)
  2. Yabu ŋumaŋgu buṛan. (let. Madre padre-ŋgu vide, cioè Padre vide madre)
  3. Ŋuma yabuŋgu buṛan. (let. Padre madre-ŋgu vide, cioè Madre vide padre)
  4. Ŋuma(i) banaganyu, yabu ŋumaŋgu(i) buṛan. (let. Padre(i) tornò, madre padre-ŋgu(i) vide, cioè Padre tornò, padre vide madre)
  5. *Ŋuma(i) banaganyu, yabu ____(i) buṛan. (let. *Padre(i) tornò, madre____(i) vide; forma non corretta perché il soggetto S e l'agente omesso A non possono essere coreferenziali)
  6. Ŋuma(i) banaganyu, ŋuma(i) yabuŋgu buṛan. (let. Padre(i) tornò, padre(i) madre-ŋgu vide, cioè Padre tornò, madre vide padre)
  7. Ŋuma(i) banaganyu, ____(i) yabuŋgu buṛan. (let. Padre(i) tornò, ____(i) madre-ŋgu vide, cioè Padre tornò, madre vide padre)
Padre tornò.
padre tornò
S VERBintrans
Padre tornò, e padre vide madre.
padre tornò e padre vide madre
S VERBintrans CONG A VERBtrans O
Padre tornò e vide madre.
padre tornò e ____ vide madre
S VERBintrans CONG A VERBtrans O
Ŋuma banaganyu.
ŋuma-∅ banaganyu
padre-ASS tornò
S VERBintrans
"Padre tornò."
Yabu ŋumaŋgu buṛan.
yabu-∅ ŋuma-ŋgu buṛan
madre-ASS padre-ERG vide
O A VERBtrans
"padre vide madre."
Ŋuma yabuŋgu buṛan.
ŋuma-∅ yabu-ŋgu buṛan
padre-ASS madre-ERG vide
O A VERBtrans
"Madre vide padre."
Ŋuma banaganyu, ŋuma yabuŋgu buṛan.
ŋuma-∅ banaganyu ŋuma-∅ yabu-ŋgu buṛan
padre-ASS tornò padre-ASS madre-ERG vide
S VERBintrans O A VERBtrans
"Padre tornò e madre vide padre."
Ŋuma banaganyu, yabuŋgu buṛan.
ŋuma-∅ banaganyu ____ yabu-ŋgu buṛan
padre-ASS tornò (omesso) madre-ERG vide
S VERBintrans O A VERBtrans
"Padre tornò e venne visto da madre."

[modifica] Ergatività scissa

Per approfondire, vedi la voce Ergatività scissa.

Il termine ergativo-absolutivo non viene considerato soddisfacente da alcuni studiosi, poiché ci sono poche lingue senza parti che esibiscano un allineamento nominativo-accusativo. Perciò propongono di parlare solamente di sistemi ergativo-assolutivi, che diverse lingue utilizzano a diversi livelli.

Molte lingue classificate come ergative in effetti mostrano un'ergatività scissa, in base a cui i modelli ergativi sintattici e morfologici vengono condizionati dal contesto grammaticale, tipicamente la persona o il tempo/aspetto del verbo. Il basco è quasi unico, avendo un sistema ergativo quasi completo.

In urdu ed in hindi, il caso ergativo viene marcato sull'agente dell'aspetto perfettivo per i verbi transitivi e ditransitivi, mentre in altre situazioni l'agente appare al nominativo.

लड़का किताब ख़रीदता है
laṛkā kitāb kharīdtā hai
ragazzo-NOMINATIVO-MASCHILE libro-NOMINATIVO-FEMMINILE comprare-IMPERFETTIVO-MASCHILE essere-PRESENTE ¹
"Il ragazzo compra un libro."
लड़के-ने किताब ख़रीदी
laṛke ne kitāb kharīdī
ragazzo-ERGATIVO-MASCHILE libro-NOMINATIVO-FEMMINILE comprare-PERFETTIVO-FEMMINILE ¹
"Il ragazzo ha comprato un libro."
(¹) L'analisi grammaticale è stata semplificata per mettere in risalto le caratteristiche importanti dell'esempio.

In djirbal, i pronomi hanno l'allineamento nominativo-accusativo quando sono agenti della prima o della seconda persona, ma si presentano sotto forma ergativa quando alla terza persona.

[modifica] Distribuzione delle lingue ergative

Le lingue tipicamente ergative sono, per la maggior parte, ristrette a specifiche regioni del mondo: il Caucaso, parti dell'America settentrionale e del Mesoamerica, e l'Australia.

Alcune lingue specifiche sono:

Alcune lingue aborigene australiane (es., il warlpiri) hanno un caso intransitivo ed un caso accusativo, insieme ad un caso ergativo, ma non possiedono un caso assolutivo; tali lingue sono dette lingue ergativo-accusative o lingue tripartite.

Molte altre lingue hanno un'ergatività limitata come il pashtu e l'hindi dove il comportamento ergativo avviene solo nel perfettivo.

[modifica] L’indoeuropeo come lingua ergativa.

Esistono teorie che affermano che il proto-indoeuropeo, la proto-lingua alla base della maggior parte lingue europee e di parte dell’Asia, fosse di tipo ergativo-assolutivo in origine.

Ciò verrebbe messo in evidenza da due aspetti della lingua che resterebbero in dubbio, almeno parzialmente, con il tipo nominativo-accusativo.

[modifica] Nominativi in -s.

La maggior parte dei nominativi di genere comune (maschile e femminile) ricostruiti presentano al nominativo un morfema suffissale -s come:

  • *dom-en-o-s (latino “dominus”)
  • *rēg-s (latino “rex”)

Il nominativo dei nomi di genere neutro però non distingue la desinenza dell’accusativo (-m), desinenza identica all’accusativo dei nomi di genere comune.

Questa situazione può essere spiegata riformulando il sistema dei casi indoeuropeo in chiave ergativo-assolutiva. In tal modo la desinenza -s sarebbe da interpretare come la desinenza distintiva del caso ergativo, mentre -m (o anche -∅) distinguerebbe il caso assolutivo. I neutri sarebbero sostantivi che non possono essere agenti di un’azione transitiva e perciò non possono presentare la desinenza -s. Tale caratteristica sarebbe evidenziata soprattutto in ittita, dove i sostantivi neutri non possono assolutamente essere agenti di un'azione transitiva, e, parzialmente, anche dalla loro incapacità di accordarsi col verbo, come al plurale, dimostrato in greco, dove i neutri plurali spesso si accordavano con il verbo alla terza persona singolare:

Τα ζόα ζῷ (gli animali vivono, ma letteralmente gli animali vive)

Così i neutri non potrebbero mai essere agenti transitivi ma solo oggetti e soggetti intransitivi e perciò avrebbero sempre la desinenza -m/-∅.

  • *jugom (latino iugum, greco ζυγόν, antico indiano yugam)

[modifica] Verbi con soggetto all’accusativo

In latino sono presenti alcuni verbi che hanno il soggetto logico espresso all’accusativo e si coniugano alla terza persona singolare. Ad esempio:

  • Me pudet = mi vergogno
  • Me piget = mi spiace
  • Me paenitet = mi pento

Queste forme trovano un riscontro nel tedesco:

  • Mich hungert = ho fame

Tali forme, non chiare in base al tipo nominativo-accusativo, verrebbero spiegate in base ergativo-assolutiva. In questo caso, essendo tali verbi intransitivi, il soggetto espresso sarebbe in caso assolutivo e coinciderebbe con la forma dell’oggetto dell’azione transitiva, esprimendosi con la forma * (da cui me latino e mich tedesco).

[modifica] Fonti

  • Anderson, Stephen. (1976). On the notion of subject in ergative languages. In C. Li. (Ed.), Subject and topic (pp. 1-24). New York: Academic Press.
  • Anderson, Stephen R. (1985). Inflectional morphology. In T. Shopen (Ed.), Language typology and syntactic description: Grammatical categories and the lexicon (Vol. 3, pp. 150-201). Cambridge: University of Cambridge Press.
  • Comrie, Bernard. (1978). Ergativity. In W. P. Lehmann (Ed.), Syntactic typology: Studies in the phenomenology of language (pp. 329-394). Austin: University of Texas Press.
  • Dixon, R. M. W. (1979). Ergativity. Language, 55 (1), 59-138. (Revised as Dixon 1994).
  • Dixon, R. M. W. (Ed.) (1987). Studies in ergativity. Amsterdam: North-Holland.
  • Dixon, R. M. W. (1994). Ergativity. Cambridge University Press.
  • Foley, William; & Van Valin, Robert. (1984). Functional syntax and universal grammar. Cambridge University Press.
  • Kroeger, Paul. (1993). Phrase structure and grammatical relations in Tagalog. Stanford: CSLI.
  • Mallinson, Graham; & Blake, Barry J. (1981). Agent and patient marking. Language typology: Cross-linguistic studies in syntax (Chap. 2, pp. 39-120). North-Holland linguistic series. Amsterdam: North-Holland Publishing Company.
  • Plank, Frans. (Ed.). (1979). Ergativity: Towards a theory of grammatical relations. London: Academic Press.
  • Schachter, Paul. (1976). The subject in Philippine languages: Actor, topic, actor-topic, or none of the above. In C. Li. (Ed.), Subject and topic (pp. 491-518). New York: Academic Press.
  • Schachter, Paul. (1977). Reference-related and role-related properties of subjects. In P. Cole & J. Sadock (Eds.), Syntax and semantics: Grammatical relations (Vol. 8, pp. 279-306). New York: Academic Press.
  • Silverstein, Michael. (1976). Hierarchy of Features and Ergativity. In R.M.W. Dixon (ed.) Grammatical Categories in Australian Languages (pp. 112-171). New Jersey: Humanities Press. Reprinted in Pieter Muysken and Henk van Riemsdijk (eds.), Features and Projections (pp. 163-232). Dordrecht: Foris.
  • Milizia, Paolo. (2002). Le lingue indoeuropee.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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