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Leovigildo - Wikipedia

Leovigildo

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Statua nel retiro di Madrid (F. Corral, 1750-53)

Leovigildo dei Visigoti (? – Toledo586) è stato un sovrano visigoto. Chiamato anche Liuvigild, Leuvigild, Leoviglild, Leogild, regnò dal 569 alla sua morte.

Indice

[modifica] Biografia

Era fratello dei suoi predecessori, i re Atanagildo e Liuva I.

Nel 569 il re Liuva I, sovrano dei Visigoti, dal 568, dopo un breve periodo di anarchia seguito alla morte del fratello il re Atanagildo, elevò al trono il terzo fratello Leovigildo con cui spartì il trono. Entrambi fedeli alla religione ariana, suddivisero il governo territoriale dei Visigoti in modo tale che Leovigildo sovrintendesse alla parte iberica; mentre Liuva si occupava oltre che del resto del territorio al di là dei Pirenei, la Settimania, posta sotto pressione dall’attacco dei Franchi, anche della provincia Tarraconense. Leovigildo riprese immediatamente i rapporti con l’impero, comunicando all'imperatore Giustino II la propria ascesa al trono e riconoscendone l’autorità, stipulò una tregua, anzi propose all’imperatore un’alleanza in chiave anti-Sveva, che lo portò ad attaccare il re suebo Teodemaro, e le regioni indipendenti del nord ovest; conquistò Palencia, Zamora e León, ma non Astorga che gli resistette tenacemente. Nel 570, dimenticate le dichiarazioni di sottomissione attaccò le province Bizantine, occupando in due anni: il distretto di Malaga, Medina-Sidonia e Cordova.

La massima espansione bizantina della Provincia di Spagna. ██ Territorio bizantino conquistato da Atanagildo (565) ██ Territorio bizantino conquistato da Leovigildo (568-586) ██ Territorio bizantino alla morte di Leovigildo (586) Col pallino rosso sono indicate le città che si suppone siano state sotto dominazione bizantina, con il quadrato rosso quelle città in cui è attestata la presenza bizantina.
La massima espansione bizantina della Provincia di Spagna.

██ Territorio bizantino conquistato da Atanagildo (565)

██ Territorio bizantino conquistato da Leovigildo (568-586)

██ Territorio bizantino alla morte di Leovigildo (586)

Col pallino rosso sono indicate le città che si suppone siano state sotto dominazione bizantina, con il quadrato rosso quelle città in cui è attestata la presenza bizantina.

Dopo la morte della prima moglie, Teodosia, madre dei suoi figli, Leovigildo si sposò con la vedova di suo fratello Atanagildo, Gosvinda, che influenzerà fortemente anche il regno del successivo sovrano visigoto, Recaredo I.

Nel 573, mentre Leovigildo stava preparando un attacco agli Svevi, che sotto la guida del loro re Miro, stavano avanzando in territorio Bizantino, Liuva I morì lasciandolo come unico regnante dei Visigoti. Nominati i suoi due figli, Ermenegildo e Recaredo I, duchi di Narbona e Toledo, avanzò verso gli Svevi e, occupando la valle del Sabor e la provincia di Braganza arrivò al confine del regno degli Svevi.

Nel frattempo, nel corso del 574 dovette fronteggiare diverse sedizioni di nobili, che erano trattati troppo duramente da Leovigildo: in Cantabria, nelle Asturie, e a Toledo riportò delle vittorie seguite da terribili punizioni.

Debellate le ribellioni interne si mosse alla conquista di alcuni territori indipendenti che esistevano ancora (erano i resti dell'impero Romano che non erano del tutto debellati dal territorio iberico, sopravvivendo nella parte meridionale e mantenendo addirittura la nomenclatura di Hispania Baetica, ma anche nel nord). Nel 575 occupò la zona di Orense in Galizia e poi la zona dei monti Orospeda tra Alicante e l’Andalusia, che era al confine delle province dell’impero bizantino. I Bizantini allora fomentarono altre ribellioni in Settimania, Catalogna, Valencia e valle dell’Ebro, che Leovigildo, con l'aiuto del figlio secondogenito, Recaredo, domò in circa due anni. Nel 578 attaccò il regno degli Svevi e costrinse il loro re Miro a chiedere ed ottenere una tregua di due anni.

Sebbene in costante conflitto con i Bizantini, Leovigildo ne imitò il metodo di amministrazione del territorio e il cerimoniale, arrivando addirittura ad ispirarsi al suo sistema di conio. Leovigildo riformò la legge dei Visigoti e creò la possibilità di una successione pacifica al trono facendosi coadiuvare alla reggenza dai suoi due figli, Ermenegildo e Recaredo.

Il più anziano dei due fratelli, Ermenegildo, nel 579, si unì in matrimonio con una principessa franca, fervente cattolica, Ingunda, figlia di re Sigeberto I, sovrano d'Austrasia e di Brunilde, figlia del re Atanagildo. La moglie di Leovigildo, Gosvinda, fervente ariana, era stata la moglie di Atanagildo, era quindi la mamma di Brunilde e la nonna di Ingunda, cercò di convincere la nipote a convertirsi all’arianesimo, anche con le minacce. Per evitare che la situazione precipitasse e non avere problemi con i Franchi, Leovigildo, nel 580 mandò il figlio Ermenegildo a governare Siviglia, una delle province della frontiera coi bizantini; Ermenegildo, per le pressioni della moglie Ingunda ma anche per merito del vescovo di Siviglia, Leandro, si convertì al Cattolicesimo e intorno a lui si coagulò la protesta cattolica. La notizia della conversione rinfocolò il malcontento ispano-romano della Betica, che si ribellò; i rivoltosi proclamarono re Ermenegildo, che accettò, probabilmente con l'appoggio dei vescovi cattolici, ma le gerarchie ecclesiastiche (Gregorio di Tours, Giovanni di Biclar, e sant'Isidoro di Siviglia) ufficialmente condannarono la rivolta e definirono Ermenegildo un usurpatore. Leovigildo reagì con prudenza, mandando ambasciatori al figlio perché si sottomettesse e dando ordine alle sue truppe di non attaccare, ma eventualmente solo di difendersi, se attaccate dagli insorti. Ermenegildo però non cedette, anzi chiese l'aiuto di Svevi e Bizantini.

Regno visigoto alla morte di Leovigildo, indicando le sue campagne militari. In viola i territori governati dai Bizantini.
Regno visigoto alla morte di Leovigildo, indicando le sue campagne militari. In viola i territori governati dai Bizantini.

Nel 580 Leovigildo convocò, a Toledo, un sinodo di vescovi ariani che sancì che per aderire all'arianesimo bastava l'imposizione delle mani e non un secondo battesimo e ordinando ai suoi sudditi di religione cattolica di convertirsi alla religione ariana; solo una piccola parte di cattolici aderì all'invito del concilio scatenando una persecuzione che portò all'abolizione dei privilegi della chiesa cattolica, alla confisca dei beni ed alla messa al bando di nobili ed ecclesiastici ed infine all'uccisione di altri nobili ed ecclesiastici. Nel frattempo Ermenegildo si era rafforzato, avendo ottenuto il favore anche di Merida e Caceres, ed aveva, per due vote sconfitto le truppe lealiste.


Nel frattempo (580) i Baschi, influenzati dalla rivolta della provincia della Betica, si erano ribellati e, nel 581, Leovigildo li attaccò personalmente, li batté e fondò una città, Victoriacus, poi nel 582 raccolse un potente esercito che, appena pronto, si mise in marcia, conquistando Caceres e Merida, e nel 583 marciò contro la Betica, dopo aver comprato, con 30000 monete d’oro la neutralità dei cattolici Bizantini; pose l’assedio a Siviglia e andò incontro al re dei Suebi Miro, che veniva in aiuto a Siviglia, sconfiggendolo e costringendolo a rientrare nei suoi domini. Ermenegildo, che aveva lasciato Siviglia per cercare aiuto inutilmente dai Bizantini si rifugiò a Cordoba dove, nel 584, venne catturato e dopo essersi prostrato ai piedi del padre, fu esiliato a Valencia, poi fu trasferito a Tarragona, dove venne assassinato il 13 aprile 585 dal duca Sigeberto, secondo la voce popolare, per ordine di suo padre. Il vescovo di Siviglia, Leandro fu costretto a riparare in Mauretania. Ermenegildo venne in seguito canonizzato da papa Sisto IV su richiesta del sovrano iberico Filippo II il Cattolico.

Approfittando della usurpazione della corona sveva, fatta da Andeca, che nel 584 si era proclamato re dei Suebi della Galizia, avendo detronizzato Eborico che aveva siglato un trattato con lui, Leovigildo, dichiarata guerra ad Andeca invase immediatamente il territorio suebo e, secondo quanto afferma il cronista Isidoro, «con la massima rapidità», sconfisse in due sole battaglie, a Portucale ed a Bracara l'esercito dell'ultimo sovrano suebo, Andeca, ed annesse il regno svevo di Galizia, che, nel 585, divenne una provincia del regno visigoto.

L'ultimo anno di regno di questo sovrano venne tormentato dal conflitto aperto con i Franchi lungo i confini settentrionali del territorio visigoto. Tuttavia quello di Leovigildo fu uno dei periodi di governo più saldi della storia dei Visigoti in Spagna, grazie anche all'ampliamento ede all'abbellimento della nuova capitale, Toledo, da cui spesso si indica il regno iberico dei Visigoti come regno di Toledo.

Alla sua morte, nel 586, Leovigildo stava preparando l’attacco agli ultimi due distretti bizantini, il trono venne ereditato da suo figlio minore Recaredo I che nel 589 si convertì al Cattolicesimo eleggendolo a religione di stato.

[modifica] Discendenza

Leovigildo e Teodosia ebbero due figli:

[modifica] Bibliografia

  • Rafael Altamira, La Spagna sotto i Visigoti, in <<Storia del mondo medievale>>, vol. I, 1999, pp. 743-779
  • L.M. Hartmann e W.H. Hutton, L’Italia e l’Africa imperiali: amministrazione. Gregorio Magno, in <<Storia del mondo medievale>>, vol. I, 1999, pp. 810-853

[modifica] Voci correlate

Predecessore: Sovrani visigoti Successore: [[Immagine:{{{immagine}}}|30x30px]]
Liuva I 573586 Recaredo I I
II
III
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