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Il ritorno del Re (libro) - Wikipedia

Il ritorno del Re (libro)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il ritorno del Re
Titolo originale The Return of the King
Autore: J.R.R. Tolkien
Anno
(1ª pubblicazione):
1955
Genere: romanzo
Sottogenere: fantasy
Ambientazione: Terra di Mezzo
Anno di ambientazione: 3019 della Terza Era
fino al 122 della Quarta Era
Protagonista: Frodo Baggins
Coprotagonisti: Aragorn, Gandalf
Antagonista: Sauron
Personaggi secondari: Samvise Gamgee

Peregrino Tuc
Meriadoc Brandibuck
Gimli
Legolas

Serie:
Preceduto da:
Seguito da:
EDIZIONE RECENSITA
Anno: 2001
Editore: Bompiani
Edizione:
Traduzione: Vicky Alliata di Villafranca
Collana: I libri di Tolkien
Pagine: 467
Capitoli 19 + 6 appendici
ISBN 8845290417
ISSN
Progetto Letteratura

Il ritorno del Re (in originale The Return of the King) è il terzo volume della trilogia Il Signore degli Anelli, romanzo di John Ronald Reuel Tolkien. Come ultimo libro contiene anche le appendici, che forniscono informazioni sulla storia, la lingua e gli usi delle civiltà incontrate.

Indice

[modifica] Trama

[modifica] Libro quinto de Il Signore degli Anelli

[modifica] Capitolo I

Minas Tirith (Minas Tirith)

Gandalf e Pipino arrivano nella grande, ma decadente, città di Minas Tirith per parlare con Denethor, Sovrintendente Regnante di Gondor. Pipino giura fedeltà e obbedienza a Denethor per ripagare il debito verso Boromir che gli salvò la vita. Pipino è quindi portato attraverso la città da Beregond, un soldato della guardia, e successivamente dal figlio di questi, Bergil. Pipino e Bergil finiscono la giornata guardando gli uomini di Gondor marciare per organizzare la difesa della città. L'Oscurità innaturale di Mordor ha inizio.

[modifica] Capitolo II

Il passaggio della grigia compagnia (The Passing of the Grey Company)

La narrazione ritorna a Dol Baran, dove Gandalf e Pipino hanno lasciato la compagnia. Aragorn, Legolas, Gimli, Théoden e Éomer sono raggiunti dalla grigia compagnia partiti da GranBurrone. Insieme si dirigono verso il fosso di Helm. Ivi arrivati Merry presta la sua spada in servizio di Théoden mentre Aragorn guarda nel palantír di Orthanc, rivelandosi così a Sauron e vincendo la lotta per la pietra. Aragorn decide quindi di percorrere il sentiero dei morti e va così ad Edoras e quindi a Dunclivo. Lì Éowyn prova, senza successo, prima di dissuaderlo di intraprendere quella strada e poi di accompagnarlo lungo il sentiero dei morti. La compagnia attraversa il tunnel sotterraneo dei morti e ivi convocano tutti i morti presso il colle di Erech. Alla roccia di Erech, Aragorn, chiede ai morti di fare fede al giuramento che tempo addietro, quando in vita, avevano fatto ad Isildur e seguirlo per spazzare i servitori di Sauron. Solo dopo questo il giuramento può considerarsi mantenuto e i morti potranno avere pace.

[modifica] Capitolo III

L'adunata di Rohan (The Muster of Rohan)

Théoden, Éomer, e Merry scendono le colline fino a Dunclivo. Nel forte apprendono che Aragorn ha attraversato il sentiero dei morti e Théoden racconta a Merry la storia di questa sinistro percorso. Qui Théoden riceve degli emissari di Denethor che gli chiedono di raggiungere in aiuto Minas Tirith. il re dispone che i cavalieri a suo seguito si preparino alla svelta per partire alla volta di Minas Tirith, ma ordina a Merry di restare a Dunclivo. Merry, tuttavia, riesce a seguire il re con la sua spedizione aiutato da un giovane cavaliere che si presenta con il nome di Dernhelm.

[modifica] Capitolo IV

L'assedio di Gondor (The Siege of Gondor)

La narrazione ritorna a Gandalf e Pipino. Pipino viene convocato dal Sovraintendente di Gondor il quale lo nomina suo scudiero. Durante una pausa, Pipino incontra nuovamente Beregond. La conversazione dei due è interrotta da grida feroci e il suono di una tromba: è Faramir che è attaccato dai Nazgul. Faramir, grazie a Gandalf che gli era corso incontro per soccorrerlo, riesce a raggiungere la città fortificata. Qui farà rapporto al padre, Denethor, e dirà di aver incontrato Frodo e di averlo lasciato continuare verso Cirith Ungol, il passo maledetto che porta a Mordor. Denethor incalza il figlio, criticandolo per non aver preso l'anello da Frodo, ma Gandalf interviene dicendo che l'anello non avrebbe portato nessun bene a Gondor. Il mattino seguente Faramir parte per guidare la guarnigione di Osgiliath, la prima che sarà raggiunta dal nemico. Nell'attacco, le forze di Sauron, in sovrannumero, ha la meglio su quelle di Faramir che è quindi costretto a ritirarsi. Durante la ritirata viene però ferito. Ha così inizio l'assedio di Minas Tirith. Denethor, afflitto di dolore per suo figlio morente, lascia il comando in mano a Gandalf e si ritira nelle sue stanze. Gli orchi incendiano il primo cerchio della città, mentre Denethor, ormai impazzito, decide di erigere una pira dove bruciare in rogo lui e il figlio. Gli orchi sfondano il cancello di ingresso della città guidati dal signore dei Nazgul e Gandalf gli si fa avanti per affrontarlo. Il capitolo si chiude con il suono dei corni di Rohan giunti in soccorso.

[modifica] Capitolo V

La cavalcata dei Rohirrim (The Ride of the Rohirrim)

I Rohirrim Attraversono la foresta Druadana dove incontrano gli uomini selvaggi. Il loro capo, Ghân-buri-Ghân da informazioni su quanto sta succedendo a Minas Tirith e si offre di condurli per sentieri che solo lui conosce in modo da aggirare le vedette nemiche, poste lungo la strada proprio per rallentare l'arrivo dei rinforzi, e travolgere, con un assalto improvviso, gli assedianti, tuttavia si rifiuta di aiutarli in battaglia. Le truppe di Rohan superano così, senza incidenti, la Foresta Druadana e Valle Cavapietra e arrivano a Minas Tirith. Qui, vedendo che ormai gli orchetti avevano aperto il cancello, caricano il nemico.

[modifica] Capitolo VI

La battaglia dei campi del Pelennor (The Battle of the Pelennor Fields)

La carica di Rohan travolse le truppe a nord bruciando accampamenti e distruggendo le macchine d'assedio, a guidare la carica c'era il Re in persona con la sua scorta. Vedendo questo, la cavalleria degli Haradrim, guidata dal loro capitano, contrattacca puntando diritto verso Théoden. Nonostante la cavalleria Haradrim era tre volte superiore, Théoden e i suoi hanno la meglio: il re stesso ucciderà il loro comandante.

Il re dei Nazgul, che aveva abbandonato il cancello, attacca, con il suo destriero alato, Theodén mettendo in fuga la guardia. Nevecrino, il cavallo del re, spaventato a morte si sbizarrisce e, colpito da una freccia, cade sul fianco travolgendo il suo cavaliere. Théoden rimane lì, morente, solo al suo destino, quando si frappone tra il re il signore dei nazgul il giovane cavaliere Dernhelm. Il signore oscuro lo intima di andarsene e di non osare a sfidarlo perché "nessun uomo vivente" può sconfiggerlo, alchè Dernhelm si rivela per quello che è:Éowyn, quindi una donna, non un uomo. Approfittando dello stupore dello schiavo dell'anello, Éowyn taglia di netto la testa del destriero alato. Il re stregone a questo punto incalza Éowyn distruggendo a colpi di mazza lo scudo e rompendogli il braccio. Quando il cavaliere oscuro sta per uccidere definitivamente la giovane, Merry lo colpisce alle spalle con il suo pugnale elfico, fabbricata tra l'altro proprio per sconfiggere il signore di Angmar: Il signore dei Nazgul è stato sconfitto, non da uomo vivente, come lui aveva detto, ma da una donna e un hobbit.

Éowyn cadde come morta in avanti, mentre il re, ignaro che nelle vicinanze giaceva inanime la sua nipote adorata, muore sereno tra le braccia di Merry. Giunge nel frattempo Éomer con il resto della scorta per tentare di salvare il re, ma vedendolo morto gli tributa un ultimo saluto. Éomer più in là scorge anche sua sorella tra i caduti, credendola morta, ritorna con i suoi in battaglia ormai senza più interesse per il suo destino. Merry comincia a sentirsi male dopo essere entrato in contatto con il Signore dei Nazgul. Nel fiume, nel frattempo, veleggiano vele nere e, in loro cuore, i difensori di Gondor credo che la fortuna ormai li abbia abbandonati pensando che quelle vele fossero dei corsari di Umbari giunti a dargli il colpo di grazia, ma in realtà è Aragorn giunto in loro aiuto. Con questi rinforzi ormai sopraggiunti, la battaglia termina a favore di Gondor, ma grande sono comunque le perdite sofferte.

[modifica] Capitolo VII

Il rogo di Denethor (The Pyre of Denethor)

Pipino racconta a Gandalf della pazzia di Denethor. Entrambi si dirigono nelle stanze dove Beregond difende il ferito Faramir dall'immolazione. Gandalf termina il conflitto salvando Faramir dal rogo e, per un momento, Denethor sembra riprendere senso. Si scopre che Denethor ha usato un palantìr e, ingannato da Sauron, ormai non aveva nessuna speranza di vittoria e, soprattutto, non voleva andare sotto il comando di Aragorn. Faramir è portato alle casa di guarigione.

[modifica] Capitolo VIII

Le case di guarigione (The Houses of Healing)

Théoden è deposto nella Sala della Torre. Éowyn, Merry e molti altri giaciono feriti nelle case di guarigione e Gandalf chiama Aragorn in assistenza perché le mani del re sono mani di guaritore. Aragorn utilizza le foglie di re (Athelas) per curare Faramir, Éowyn, Merry e gli altri feriti. Nel frattempo, gli abitanti di Minas Tirith cominciano a dire che il re è tornato.

[modifica] Capitolo IX

L'ultima discussione (The Last Debate)

Gimli e Legolas entrano a Minas Tirith e qui incontrano Merry e Pipino. I capitani decidono, nel frattempo, la prossima azione da intraprendere. Al termine del consiglio decidono di marciare con un'armata di 7000 uomini contro i cancelli neri di Mordor per distrarre l'attenzione di Sauron ed evitare che si accorgesse di Sam e Frodo che marciavano verso la distruzione dell'anello.

[modifica] Capitolo X

Il cancello nero si apre (The Black Gate Opens)

L'esercito, con Gandalf, Aragorn, Gimli, Legolas e Pipino, arrivano ai cancelli neri. Da qui esce il portavoce di Sauron che gli mostra dei beni appartenenti a Sam e Frodo. In cambio della vita di questi, la "Bocca di Sauron" chiede una resa incondizionata e che tutte le terre ad est dell'Anduin fossero riconosciute di Sauron, mentre quelle ad ovest fino alle montagne nebbiose e alla breccia di rohan diventino tributarie di Sauron sotto la guida di un suo luogotenente. Gandalf chiede di vedere gli ostagi, ma l'emissario esita, quindi Gandalf rigetta tutti i termini imposti. Il portavoce se ne va e presto le truppe di Sauron li circondano. Il gran capo dei troll di Gorgoroth, stordisce Beregond e lo sta per finire, ma interviene pronto Pipino a difesa dell'amico uccide il nemico che, nella caduta, li travolge. Pipino sviene, le ultime parole che sentirà sono: "Arrivano le Aquile!".

[modifica] Libro sesto de Il Signore degli Anelli

[modifica] Capitolo I

La torre di Cirith Ungol (The Tower of Cirith Ungol)

Sam va alla ricerca di Frodo nella torre degli orchi. Sam scopre che gli orchi si sono uccisi l'uno con l'altro per dividersi le cose di frodo, specialmente la cotta di mithril. Sam trova Frodo in cima alla torre dove gli restituerà l'anello.

[modifica] Capitolo II

La terra d'ombra (The Land of Shadow)

Travestiti da orchetti, Sam e Frodo attraversano Mordor. Dal Discorso di due orchi che sentono mentre sono nascosti, scoprono che Gollum, rubando la cotta di Frodo, ha contribuito a disperdere le tracce dei due Hobbit, più avanti hanno anche prova che li sta seguendo. Durante il cammino vengono intercettati da una truppa di orchetti, gli Urukai, credendoli due orchetti disertori, li costringono ad unirsi alla loro marcia. Approfittando di un momento di confusione, riescono comunque a fuggire.

[modifica] Capitolo III

Monte Fato (Mount Doom)

Frodo e Sam raggiungono Monte Fato. Gollum li attacca all'improvviso tendando di rimpadronirsi dell'anello, ma Frodo riesce a sconfiggerlo. Sam si prepara ad uccidere Gollum, ma , mosso a pietà, gli risparmia la vita. Sull'orlo del vulcano, Frodo non ha la forza di gettare l'anello, ma, anzi, lo pretende per se e lo infila al dito, proprio in quel momento, Gollum rispunta all'improvviso e attacca Frodo staccandogli a morsi il dito e quindi l'anello. Tuttavia Gollum cade nel vulcano portandosi con se l'anello e quindi distruggendolo.

[modifica] Capitolo IV

Il campo di Cormallen (The Field of Cormallen)

La narrazione ritorna la dove è stata interrotta nel capitolo 10 del libro V. Le aquile arrivano a dare man forte agli eserciti dell'Ovest. Sauron, nel momento in cui Frodo indossa l'anello, si rende conto finalmente dell'enorme pericolo e richiama tutti i Nazgul, ma ormai è troppo tardi: l'anello è distrutto e con lui Sauron. Le forze di Mordor, orfane di Sauron, fuggono. Gandalf, con l'aiuto delle aquile, recupera Sam e Frodo in cima il monte fato. Sam e Frodo si risvegliano in Ithilien e qui vengono festeggiati con grandi onori. Entrambi si riuniscono con Grampasso, ora re, e il resto della compagnia dell'anello.

[modifica] Capitolo V

Il Sovrintendente e il Re (The Steward and the King)

La narrazione comincia a Minas Tirith nelle case di guarigione dopo che gli eserciti dell'ovest sono partiti per i Cancelli neri. Éowyn, affidata alle cure dei guaritori, chiede di vedere colui che ha il comando a Gondor per potergli chiedere di lasciare le case di Cura e partecipare anche ella alla battaglia. Il custode della casa di guarigione la porta allora dinanzi a Faramir che di diritto è destinato a essere il nuovo sovraintendente di Gondor. Faramir, vedendola, se ne innamora. Merry, anche lui a Minas Tirith per essere curato, racconta a Faramir le pene che Éowyn soffre. Lentamente i due giovani si innamorano fino a quando Éowyn accetta di sposare Faramir. Aragorn, con Gandalf e gli Hobbit, fa ritorno a Minas Tirith. Qui Gandalf incorona Aragorn re. Aragorn nomina Faramir principe dell'Ithilien e Beregond capo della guardia di Faramir. Gandalf conduce Aragorn sui monti Mindolluin per svelargli che ormai il mondo è affidato alla stirpe degli uomini e che quindi dovrà governare con saggezza. Qui Aragorn trova un piccolo arbusto di Albero bianco, il simbolo di Gondor, lo prende e lo pianterà nel cortile del palazzo a sostituzione dell'antico albero appassito. Gli elfi giungono anche loro a Minas Tirith e Arwen sposa Aragorn.

[modifica] Capitolo VI

Molte separazioni (Many Partings)

La compagnia va a Nord, verso Rohan, per seppellire Théoden e quindi celebrarne la memoria con grandi festeggiamenti. Da qui vanno a Isengard, dove gli Ent hanno ripiantato gli alberi, ma, mossi da pietà, hanno rilasciato Saruman. Legolas e Gimli proseguono per Fangorn; Aragorn ritorna al suo regno portandosi la chiava di Orthanc, mentre il resto della compagnia prosegue il suo viaggio verso nord incontrando durante il cammino Saruman e Grima. Saruman non si mostra affatto pentito. Gli Hobbit e Gandalf arrivano quindi a Granburrone dove visitano Bilbo ormai molto invecchiato.

[modifica] Capitolo VII

Verso Casa (Homeward Bound)

Nel loro cammino verso la contea, gli Hobbit e Gandalf si fermano a pernottare nella locanda del Puledro Impennato dove apprendono dall'oste, Omorzo Cactaceo, che ci sono stati problemi in Brea durante la loro assenza. Gli Hobbit lo assicurano che le cose andranno meglio da quando Aragorn, conosciuto da Omorzo come il Vagabondo Grampasso, è Re e quindi lasciano Brea e partono per la contea. Gandalf abbandona gli Hobbit per andare a visitare Tom Bombadil.

[modifica] Capitolo VIII

Percorrendo la Contea (The Scouring of the Shire)

Arrivati alla Contea, gli Hobbit scoprono che ora è comandata da un lontano cugino di Frodo, Lotho Baggins,che in realtà è il burattino di un certo "Sharkey" che tiranneggia per la contea con i suoi uomini e mezz'orchi al seguito.

Merry e Pipino guidano una rivolta contro gli uomini di Sharkey e li ricacciano dalla contea nella battaglia di Lungacque, l'ultima battaglia combattuta nella Contea.

Scoprono che Sharkey non è altro che Saruman. Saruman prova ad uccidere Frodo che però si salva grazie alla cotta di Mithril, nonostante questo Frodo decide di risparmiargli la vita. Saruman confessa, compiaciuto, che Lotho è stato ucciso nel sonno da Gríma e quindi, percuotendo con un calcio il suo servitore, si allontana, ma Vermilinguo, stanco dei maltrattamenti, uccide Saruman e tenta di fuggire, ma nella fuga viene trafitto da frecce Hobbit. Saruman lascia una contea ridotta ad una landa desolata.

[modifica] Capitolo IX

I porti grigi(The Grey Havens)

In questo capitolo si narra della ripulizia della Contea: Gli Hobbit che furono incarcerati da Saruman vengono tutti liberati; Sam utilizza il dono di Galadriel per ripiantare gli alberi nella Contea. Con il passare degli anni Frodo comincia a sentirsi male a causa delle ferite e del lungo contatto che ha avuto con l'anello. Frodo, terminato di scrivere la sua storia sul libro rosso, va, insieme a Sam, ad incontrare gli Elfi. Insieme agli elfi trovano Bilbo e Gandalf. Tutti, eccetto Sam che era all'oscuro delle reali intenzioni del padrone, lasciano la terra di Mezzo per raggiungere i rifugi oscuri. A salutarli vengono anche Merry e Pipino. Dopo che le navi lasciano la riva, i tre Hobbit rimasti nella terra di mezzo tornanando poi a casa.

[modifica] Appendici

A - Annali dei Re e Governatori

I. I re Númenoreani
II. La casa di Eorl
III. Il popolo di Durin

B - Il calcolo degli anni

C - Alberi genealogici

D - Calendario della Contea valido per tutti gli anni

E - Scrittura e pronunzia

I. Pronunzia di parole e nomi propri
II. Scrittura

F - Notizie etnografiche e linguistiche

I. Popoli e lingue della Terza Era
II. A proposito della traduzione

[modifica] Adattamenti cinematografici

Nel 2003 il regista Peter Jackson ha tratto da questo volume il terzo ed ultimo film della sua trilogia cinematografica: Il ritorno del Re.

[modifica] Voci correlate

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