I segreti di Brokeback Mountain
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« Love is a force of nature »
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« L'amore è una forza della natura »
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(La tagline del film)
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I segreti di Brokeback Mountain è un film del 2005 diretto da Ang Lee. È basato sul racconto omonimo di Annie Proulx, pubblicato in Italia nel 1999 con il titolo Gente del Wyoming (Baldini & Castoldi). Il film, di produzione statunitense, è uscito in Italia il 20 gennaio 2006.
L'edizione italiana è della Bibi.it, i dialoghi e la direzione del doppiaggio sono di Gianni Galassi.
Indice |
[modifica] Trama
La storia ha inizio durante l’estate del 1963 e si svolge nel Wyoming, stato dell’America rurale e conservatrice, uno di quei luoghi quasi immutabili nel tempo e difficilmente toccati dalla storia e dalle rivoluzioni culturali.
Due giovani uomini nemmeno ventenni, avvezzi al lavoro di fattoria e piuttosto spiantati si ritrovano casualmente a fare domanda per lo stesso impiego: condurre un gregge di pecore nella zona di Brokeback Mountain, in alta quota, a cui dovranno badare per tutta l’estate.
I due hanno un’indole molto diversa: Jack Twist è un ragazzo piuttosto estroverso e solare dedito alle gare di rodeo, con cui spera di ricavare un po’ di benessere economico, mentre Ennis del Mar è un giovane costretto a passare da un lavoro all’altro fin dall’adolescenza a causa della morte dei genitori, dall’animo piuttosto chiuso e semplice, di pochissime parole. Eppure l’isolamento e la convivenza forzata sopra la silenziosa montagna li porta inevitabilmente a cercare un contatto con quell’unica altra presenza umana e a stabilire a poco a poco un legame, che finisce per diventare sincera stima, e poi un affetto a fatica dichiarato. Questa amicizia immersa nel segreto della natura si fa sempre più intensa fino ad una sera in cui sfocia, senza che i due potessero aspettarselo, in una irrefrenabile e improvvisa passione fisica.
Da questo momento in poi i due, e in particolare Ennis, devono affrontare un difficile tormento interiore, una lotta tra la voce della ragione e delle convenzioni e i sentimenti innegabili che provano verso una persona del proprio sesso. Fino a quando rimangono sulla Brokeback Mountain, questo rapporto sia fisico sia emozionale che non sanno nemmeno loro definire prosegue senza essere scalfito, apparentemente, dagli occhi del mondo, in un idillio quasi perfetto e protetto da questo paradiso naturale.
Ma una volta finito il lavoro estivo, entrambi sembrano consapevoli che nella realtà questo legame non può nemmeno esistere; tornati a bassa quota tra la gente, le loro strade si dividono e si costringono a perdere i contatti.
Nei quattro anni successivi, entrambi intraprendono la vita che il mondo si aspetta da loro: Ennis convola a nozze con la sua fidanzata storica Alma, con cui ha due bambine; Jack ricomincia a partecipare a rodei fino a che in Texas non conosce Lureen, ragazza di buona famiglia con cui conclude un matrimonio un po’ d’amore, un po’ di riparazione, un po’ di interesse. I due hanno un bambino e, nonostante un rapporto conflittuale tra Jack e il suocero, questa unione garantisce al cowboy un buon lavoro e finalmente una certa agiatezza.
Al contrario, Ennis rimane relegato a lavoretti saltuari che a fatica mantengono la famiglia. In questi anni pare aver dimenticato completamente chi sia Jack Twist, fino a che non riceve una cartolina in cui quest’ultimo preannuncia una visita. A differenza di Ennis, infatti, nei quattro anni che precedono questo primo contatto Jack aveva tentato più volte di rintracciare l’amico senza successo.
Quella che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere una rimpatriata amichevole però finisce fin da subito per far cadere la loro maschera, ed è la scintilla che inesorabilmente riaccende la loro relazione amorosa. Una relazione solo autocensurata, ma non dimenticata, e che si rendono conto esista per loro al di là di Brokeback Mountain.
Jack Twist sarebbe a questo punto disposto a smettere di fingere per poter stare assieme ad Ennis, ma quest’ultimo non ne vuole sentir parlare; sa infatti che una soluzione del genere è improponibile, e che dalle loro parti una relazione omosessuale equivale ad una condanna a morte. Lui stesso ricorda bene che, quando era piccolo, un cowboy delle sue parti era stato assassinato da una spedizione punitiva proprio per questo motivo.
L’unica soluzione possibile sembra per Ennis, come poi avverrà, di proseguire questa relazione di nascosto, e abbastanza raramente da non destare sospetti.
Nei successivi sedici anni i due uomini continuano le loro rispettive insipide vite matrimoniali, concedendo di rivedersi solo un paio di volte all’anno, tornando tra le loro montagne fuori dal mondo.
Ma tra Ennis e la moglie Alma si crea un’irreparabile frattura: senza che lui lo sappia, il giorno in cui i due uomini si erano rincontrati a lei era capitato suo malgrado di scoprire il rapporto per lei a dir poco inconcepibile. Per la donna lo shock è talmente grande da impedirle per anni di affrontare il discorso. I due coniugi, vittime anche di infiniti problemi economici di cui Alma attribuisce la colpa al marito, finiscono poi per divorziare e solo dopo anni, quando già sarà risposata, Alma esploderà con Ennis buttandogli addosso tutto il suo risentimento represso.
Gli incontri tra Ennis e Jack continuano in ogni caso regolari ogni anno, ma talmente sporadici da essere, specialmente per quest’ultimo, più motivo di infelicità che di gioia; tanto che a differenza di Ennis, Jack non riesce a sopportare la situazione e cerca di compensare la mancanza del compagno; anche a costo di sostituirlo a tutti gli effetti.
I due uomini invecchiano, Ennis si fa sempre più solitario e a malapena coltiva il legame con le figlie ormai grandi, i suoi pochi rapporti umani a poco a poco falliscono tutti; gli alimenti che deve alla famiglia lo costringono a lavorare quasi ininterrottamente. Jack, nonostante le sue trasgressioni, non divorzierà mai e manterrà una parvenza di stabilità.
Passati vent’anni dal loro primo incontro a Brokeback Mountain, i due continuano a vedersi tenendo fede a questa sorta di rito che li fa ritrovare tra le montagne; ma gli incontri sono sempre più rari a causa del lavoro di Ennis, fino ad una primavera in cui lui è costretto a confessare al compagno che non potrà ritornare a Brokeback Mountain prima di molti mesi.
Tutto il senso di frustrazione, di vita sprecata che Jack aveva represso per vent’anni, subisce il colpo di grazia da questa dichiarazione e lo porta inesorabilmente a dire tutto quello che aveva taciuto fino a quel momento. I due litigano animosamente rinfacciandosi a vicenda le proprie colpe, e hanno un chiarimento ormai troppo tardivo, pieno di senso di fallimento e rimpianti. Ma quando si salutano, sembrano sapere che nulla cambierà veramente.
Arriva novembre, molto tempo dopo quella loro ultima discussione, ed Ennis si vede rispedire al mittente una cartolina inviata a Jack, recante il timbro “DECEASED”, deceduto. Incredulo e sotto shock, Ennis chiama la casa in Texas di Jack e parla con la moglie di lui, Lureen. La donna gli conferma in un tono secco e sintetico che Jack è morto in uno sfortunato incidente; ma Ennis dentro di sé legge tra le righe e si sente convinto che il suo amico sia stato massacrato per omofobia.
Lureen dice ad Ennis che Jack desiderava che le proprie ceneri fossero sepolte a Brokeback Mountain; il tono della donna è talmente triste e pieno di rancore insieme che è impossibile capire se dopotutto sappia esattamente chi Ennis era per Jack.
Devastato, Ennis si reca per la prima volta dai genitori di Jack per chiedere le ceneri dell’amico, che gli vengono inesorabilmente rifiutate; la madre però gli concede di scegliere qualcosa di Jack da tenere come ricordo, credendo che avrebbe fatto piacere anche al figlio scomparso.
Lui allora sale nella stanza del vecchio compagno, spoglia e in cui non c’è nulla che sembra appartenergli veramente; nell’incavo dell’armadio, però, trova una cosa che ricorda bene. Una vecchia camicia di Jack dei tempi in cui hanno passato l’estate a Brokeback Mountain, con la manica sporca di sangue, e dentro di essa, un’altra camicia che Ennis credeva di avere perso vent’anni prima. L’uomo rimane sconvolto dalla cosa, e sa bene che quella macchia di sangue appartiene a lui stesso, perso anni prima durante una scazzottata con Jack. Tutto era stato conservato da Jack immobile, il suo unico ricordo e appiglio di quei giorni lontani; dopo anni Ennis capisce fino in fondo la profondità di quel sentimento, e porta le due camicie con sé.
Il cowboy riprende a fare la sua vita di sempre, trasferendosi in un fatiscente trailer; la figlia maggiore viene a trovarlo per annunciargli il suo matrimonio, notizia che Ennis prende dapprima con malinconia. Promette alla figlia che ci sarà, e la lascia andare per la sua strada, senza che lei sia riuscita a capire fino in fondo quel padre triste e così solitario.
Appese con un chiodo nell’anta interna dell’armadio di Ennis e nascoste agli occhi del mondo, le due camicie: stavolta è quella di Ennis a contenere in sé quella di Jack. Vicino ad esse, una foto di Brokeback Mountain. Ennis le guarda intensamente pronunciando con le lacrime agli occhi un’eterna formula di promessa, per poi tornare rassegnato alla sua ormai completamente grigia quotidianità.
[modifica] Dal racconto al film
« Quello che Jack ricordava e rimpiangeva con un'intensità che non poteva soffocare nè capire era la volta che, in quella lontana estate sulla Brokeback, Ennis gli era andato alle spalle, attirandolo a sé... » | |
(da Gente del Wyoming di Annie Proulx)
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Uno dei fotogrammi più noti della pellicola I segreti di Brokeback Mountain è proprio l’immagine in cui un Ennis Del Mar/ Heath Ledger abbraccia alle spalle il Jack Twist di Jake Gyllenhaal in un gesto dolce e affettuoso. Nello svolgimento del film, come nel libro, la scena è inserita in un significativo flashback; ed è solo uno dei tanti esempi di come gli sceneggiatori abbiano deciso di rimanere profondamente aderenti al breve racconto di Annie Proulx, Gente del Wyoming.
Molte scene e soprattutto battute del film infatti riprendono pedissequamente, a volte senza cambiare una virgola, i dialoghi e gli eventi del racconto pubblicato sul New Yorker nel 1998; Diana Ossana e Larry McMurtry, gli sceneggiatori del film, hanno infatti colto da subito le potenzialità della storia e di quei dialoghi scarni e oggettivi e hanno voluto rendere loro giustizia modificando con intelligenza solo il minimo indispensabile.
Questa profonda fedeltà all’opera originale rende quindi i cambiamenti piccoli e grandi inseriti nell’economia del film ancora più significativi; e avendo tra le mani una storia breve, i due sceneggiatori non sono stati necessariamente costretti a tagliare qualcosa come accade spesso negli adattamenti cinematografici, ma anzi hanno potuto dare più respiro alla storia, approfondirne alcuni aspetti e dare maggior spazio ad alcuni personaggi.
Di seguito le diversità più evidenti tra il racconto originale e il famoso film che ne è stato tratto:
- Una differenza apparentemente superficiale ma abbastanza importante è stata un po’ bonariamente e un po’ maliziosamente riscontrata da tutti coloro che hanno confrontato le due opere. Mentre Annie Proulx insiste molto nel racconto a descrivere i due protagonisti come “poveri diavoli” senza arte né parte, sottolineandone molto spesso più i difetti che i pregi fisici e rendendo per contrasto ancora più singolare questa storia d’amore così pura e incontaminata che si instaura tra i due, al contrario il casting del film ha scelto due attori piuttosto belli a attraenti: il biondo Heath Ledger, dalle spalle grandi e lo sguardo dolce, e il moro Jake Gyllenhaal dai grandi occhi celesti sui cui moti la telecamera indugia spesso volentieri. Una scelta del genere inevitabilmente fa un po’ cambiare rotta allo spirito della storia e chi l’ha criticata ha accusato la produzione di aver fatto una scelta banalmente commerciale; ma tali scelte sono d’altro canto frequenti nel cinema, e al di là del mero dato estetico alla fine il pubblico e la critica ha apprezzato la ricca e intensa interpretazione dei due giovani attori in questo ruolo complesso, giudicando pertinente e ben impiegata a livello espressivo la loro fotogenia attoriale.
- Tra i due protagonisti il personaggio che ha poco più spazio nella storia (e soprattutto nel racconto originale) è Ennis Del Mar: tuttavia nella versione cinematografica il personaggio risulta diverso dal suo prototipo su carta, e molto più caratterizzato. Nella storia originale, Ennis è un tipico cowboy, rude nei modi e nel linguaggio, dal forte senso pratico e che sembra avere le idee ben chiare sulla vita e sul mondo. Ma nel film, e senza nemmeno cambiare la maggior parte delle sue battute, gli sceneggiatori ne fanno un personaggio più particolare e interessante: lo rendono un uomo fortemente chiuso in se stesso, sofferto, implosivo, che non ama esprimere se stesso con le parole. Un uomo che soffoca la maggior parte delle sue emozioni, finché queste non esplodono da sole, violente e irrazionali. Questa caratterizzazione viene ancora più accentuata dall’interpretazione potente e scarna di Heath Ledger, che ha ammesso di aver recitato pensando che l’animo di questo personaggio fosse “come un pugno chiuso”.
- Il personaggio di Jack Twist interpretato da Jake Gyllenhaal, al contrario di Ennis, risulta abbastanza simile a quello narrativo, ma la pellicola approfondisce molto di più le sue vicende personali rendendo più equilibrato lo spazio dato ad ognuno dei due personaggi. Il film ci mostra per esempio l’incontro di Jack con la texana Lureen (interpretata da Anne Hathaway) in seguito all’estate a Brokeback Mountain, l’inizio della loro relazione e poi la nascita del loro bambino; i suoi successi e insuccessi ai rodei; il conflittuale rapporto con il suocero; la sua delusione dopo il divorzio di Ennis a causa dell’ultimo rifiuto di questi a vivere insieme, e le conseguenti digressioni di Jack in Messico; il suo incontro con un altro cowboy del Texas; tutte situazioni che Annie Proulx non raccontava, ma a cui accennava solo brevemente e sempre attraverso le parole di qualche personaggio (quasi sempre lo stesso Jack) quando l’evento apparteneva ormai già da tempo al passato. Il film aggiunge poi una scena durante la Festa del Ringraziamento in cui Jack litiga violentemente con il padre di Lureen, sequenza assente nel racconto, ma che viene inserita creando un parallelismo temporale con quella che riguarda Ennis (ripresa invece fedelmente dalla storia originale).
- Viene molto ampliato anche lo spazio dato ad alcuni personaggi secondari che spesso nel racconto erano a malapena nominati: Lureen Twist, che nel libro fa una fugace apparizione solo verbale attraverso la breve conversazione telefonica con Ennis Del Mar a fine storia, o altrimenti è citata per conto terzi; mentre nel film è un personaggio importante e a tutto tondo, che appare più volte nella storia insieme alla sua famiglia. Alma Junior del Mar, la figlia maggiore di Ennis, che nel film cerca e riesce a mantenere i contatti col padre dopo il divorzio dei genitori, occupa molte scene che nel racconto semplicemente non esistono: soprattutto l’ultimo significativo scambio di battute del film, tra lei e il padre. Nella storia di Annie Proulx poi un Ennis vicino ai quaranta racconta enpassànt a Jack di stare frequentando una cameriera di Riverton; nel film costei conquista un nome, Cassie Cartwright, e un volto, quello di Linda Cardellini: una donna dal piglio deciso che si innamora di Ennis, ricavandone solo dolore e incomprensione.
- Stranamente, il nome di un paio di personaggi cambia nel passaggio da libro a film: il proprietario del negozio in cui Alma lavora, e suo futuro neo-marito, nel primo si chiama Bill, nel secondo Monroe. La seconda figlia di Alma e Ennis nel libro si chiama Francine, nel film Jenny.
- L’edizione definitiva del film contiene una scena che non solo non era presente nel libro, ma nemmeno nella sceneggiatura; dopo aver mostrato la prima notte d’amore tra Ennis e Jack esattamente come la descrive il racconto, “spiccia e rude”, cruenta e ferina, il film ne aggiunge una seconda del tutto speculare e voluta in questo caso dal regista stesso, Ang Lee. In essa i due si avvicinano l’uno all’altro in un modo che sembra del tutto opposto a quello precedente, pacato e rassicurante, dolce e intimo, fatto di sguardi e di gesti. Questa scena dà una sfaccettatura volutamente più poetica ed emozionale alla storia, e di certo è quella in cui il “tocco orientale” del regista si sente di più.
- Alcune piccoli elementi presenti nel libro vengono tralasciati nel film, per esempio il riferimento alla città di Denver, oppure il fatto che il figlio di Jack abbia seri problemi di apprendimento.
- Il film segue un filo conduttore rigorosamente cronologico, a parte due scene, veri e propri flashback: quella in cui ad un Ennis bambino viene mostrato il cadavere di Earl mentre la sua voce adulta fuori campo racconta la faccenda, e l’abbraccio di Ennis durante la prima estate a Brokeback Mountain tanto rimpianto da Jack Twist l’ultima volta che si vedranno. Tutte le altre piccole digressioni temporali del libro non sono presenti nello svolgimento del film, oppure sono state reinserite cronologicamente in esso: come il momento in cui Jack Twist va a trovare Ennis dopo il divorzio di quest’ultimo, scena nel film successiva al divorzio stesso, e che invece nel libro è citato solo in seguito, come ricordo di Ennis.
- Nel film Alma prega Ennis di trasferirsi con le figlie nella “casa sopra la lavanderia” per non rimanere troppo isolati dal paese; allo stesso punto del libro Alma lo prega di potersene andare dalla casa sopra la lavanderia dove invece già abitano, perché troppo piccola.
- Il film si chiude una pagina prima rispetto alla conclusione del libro, proprio sull’ultima enigmatica e struggente battuta che Ennis pronuncia.
[modifica] Difficoltà di produzione
Il racconto di Annie Proulx Gente del Wyoming uscì sulle pagine del New Yorker nel 1998 e fu un piccolo caso; il suo adattamento cinematografico ebbe poi una gestazione lunga e difficoltosa. La sceneggiatura, scritta dal premio Pulitzer Larry McMurtry e da Diana Ossana (che poi sarà anche tra i produttori del film) aveva visto la luce già nel 1999, ma nonostante si fosse ormai a ridosso del nuovo millennio restava diffuso un certo timore all’idea di produrre, dirigere e interpretare una storia ancora ritenuta così “rischiosa”.
Il primo regista che si era detto disponibile a portarlo sullo schermo è stato Gus Van Sant, già autore di pellicole ben più particolari e discusse; il progetto era praticamente agli inizi, e si parlava di Joaquin Phoenix e Matt Damon come possibili protagonisti. Ma quest’ultimo come altri giovani attori prima di lui non accettò il ruolo, e rimasto solo Phoenix nel progetto, alla fine fu costretto a chiamarsi fuori per poter interpretare un’altra pellicola, Walk the line.
La produzione subì quindi una battuta d’arresto a questo punto, e il progetto del film diretto da Van Sant andò in fumo. Nel frattempo, la pellicola fu offerta anche ad altri registi: il caso più singolare è quello dello spagnolo Pedro Almodovar, che fu contattato nonostante sia da sempre un regista che si tiene volontariamente distante dall’industria cinematografica americana; costui dirà in seguito che, sebbene abbia rifiutato, è stata l’unica tra le proposte fattegli da Hollywood che abbia preso in seria considerazione e si sia quasi pentito di non avere accettato.
Il progetto quindi rischiava di risolversi in una bolla di sapone, ma alla fine l’intuizione di affidare questa storia alla sensibilità di un regista non americano si rivelerà vincente: fu chiamato Ang Lee, che accettò praticamente subito. Come era successo per Van Sant e Almodovar, la produzione pensò a Lee in quanto regista che aveva dimostrato di saper affrontare i generi più delicati e “trasgressivi”. La filmografia del regista Taiwanese è poi particolarmente varia, avendo girato film di produzione cinese (La tigre e il dragone), inglese (Ragione e sentimento), Hollywoodiana (Hulk), dimostrando la propria duttilità artistica e adattabilità culturale; eppure allo stesso tempo le sue opere pur così diverse hanno anche un filo conduttore interno molto forte, trattando spesso il conflitto tra i sentimenti e le costrizioni: una sensibilità dunque molto adatta alla sceneggiatura di Brokeback Mountain, tanto più che Ang Lee aveva già toccato il tema omosessualità in una sua famosa commedia, Il banchetto di nozze.
Un altro problema nell’adattare la storia al cinema, visto che si svolge nell’arco di vent’anni, era decidere se scegliere attori più giovani per interpretare gli Ennis e Jack ventenni e altri due più maturi per Ennis e Jack quarantenni, oppure se fosse meglio prendere due interpreti di età mediana tra i due estremi, al limite invecchiandoli con l’ausilio del trucco.
Alla fine si è deciso per la seconda soluzione, in modo da dare un unico volto in cui identificare ognuno dei personaggi: dopo un lungo casting la scelta ricadde su Heath Ledger e Jake Gyllenhaal (all’epoca della lavorazione del film entrambi attorno ai 24/25 anni), che Ang Lee giudicò molto bene assortiti sullo schermo: le loro capacità erano equilibrate, venivano entrambi da carriere avviate e solide anche se molto diverse, ed entrambi aspettavano un ruolo per mettere definitivamente in luce le proprie doti recitative.
Le riprese del film si svolgono finalmente nell'estate del 2004, con un budget a livelli da cinema indipendente; per contenere ulteriormente i costi si decise di girare tutto il film in Canada, nella regione di Alberta. Anche le montagne che si vedono film, che nella finzione fanno parte della catena del Big Horn in USA, si trovano in realtà nelle Canadian Rokies nel sud di Alberta e non nel Wyoming.
[modifica] Riferimenti narrativi
I segreti di Brokeback Mountain è debitore ed erede di due grandi generi cinematografici (ma anche letterari): il western e il melodramma romantico.
Per quanto riguarda il western, questo film ne riprende perfettamente gli stilemi tipici: i vasti spazi naturali incontaminati, la solitudine di chi li solca, i personaggi maschili silenziosi e grezzi, le bevute intorno al fuoco. Ogni più piccolo dettaglio rimanda alla grande cultura western, ma con uno strisciante senso di decadenza; in fondo il film è ambientato tra il 1960 e il 1980, quindi la realtà che vediamo non è così lontana da noi nel tempo e tutti le mitizzazioni non sembrano ormai più possibili: i paesi abitati sono sì città fantasma, ma è lo squallore e l’alienazione della gente a renderli tali, i cowboy badano non più a mandrie ma ad un gregge di pecore, i rodei sono come un circo itinerante, questi uomini duri sono spesso dei disgraziati squattrinati che non riescono a centrare un coyote a pochi metri di distanza; persino l’armonica è ammaccata. E, naturalmente, l’atmosfera ambigua che da sempre nel western circonda queste amicizie virili, questi cowboy troppo spesso senza donne accanto, per la prima volta non è più solo sottintesa. Precedenti illustri sono film come Ultima notte a Warlock con Anthony Quinn o Fiume Rosso con Montgomery Clift: casi in cui la sessualità sfumata dei personaggi è già avvertibile; ma da sempre, situazioni e battute tra le righe dei film western hanno dato adito a sospetti. Il cowboy stesso, come tutte le icone della marcata virilità, è come altra faccia della medaglia anche un’icona gay: basti pensare ad una delle sei maschere indossate dai Village People, il gruppo per antonomasia della cultura omosessuale.
Tutta questa importante eredità è stata riconvertita da Ang Lee senza lo strumento della provocazione facile: non ha nessuna intenzione di distruggere questo mito o di criticarlo, ma anzi, lo rispetta e lo omaggia a più riprese, rompendo solo quei tabù narrativi che ormai il nuovo cinema non sente più ragione di celare.
Persino la scelta dei due interpreti maschili non è lasciata al caso: fisicamente Heath Ledger e Jake Gyllenhaal ricordano quelle accoppiate western alla Robert Redford e Paul Newman (nota di costume: Paul Newman nella realtà è anche il padrino di Gyllenhaal) tanto radicate nell’immaginario collettivo. Naturalmente convertire in amore omosessuale quelle che nel western classico sono, per molti, ammirevoli amicizie virili e nient’altro, ha fatto storcere il naso a più di un purista del genere. Tuttavia la critica ha accettato di non considerare Brokeback Mountain come una pellicola estranea al genere western, ma anzi ultima interessante evoluzione di un filone sacro alla vecchia Hollywood e che invece stenta ormai, forse per sua stessa natura, a trovare una sua collocazione nella cultura contemporanea se non in forme nuove.
Al secondo genere citato all’inizio Brokeback Mountain deve forse ancora di più, e anzi, questo film si inscrive in un filone che si radica ben prima della storia del cinema, e che convenzionalmente ha il suo archetipo nella storia di Romeo e Giulietta: la tragedia romantica. I due personaggi si incontrano, si innamorano a dispetto di tutte le proibizioni sociali, lottano contro se stessi divisi tra la voce della ragione e quella dell’amore, e spesso per questo amore vanno incontro ad una fine infelice.
La tematica di eros e thanatos, amore e morte, per secoli spina dorsale della letteratura, è stata più volte presa in prestito molto degnamente dal grande schermo, e questo permette a Brokeback Mountain di essere per esempio il diretto successore di un film come Titanic, maggiore incasso della storia del cinema. Titanic è appunto anche una delle più grandi storie d'amore viste sullo schermo assieme a Via col Vento e Casablanca, che ha lasciato un grande segno culturale negli anni 90 ed oltre.
I protagonisti di Titanic, Rose e Jack, appartengono a caste sociali opposte e per questo non si incontrerebbero mai se non si trovassero sulla stessa nave; la loro vita altrimenti vuota e priva di senso (specialmente per Rose) viene travolta da questo incontro. Per i due, il Titanic è ciò che per Ennis Del Mar e Jack Twist è la montagna di Brokeback, la zona franca del loro amore. La diretta parentela con Titanic è intenzionalmente sottolineata dal poster scelto per promuovere il film: la locandina di Brokeback Mountain infatti cita esplicitamente quella di Titanic. [1]
Si possono riscontrare anche parecchie assonanze tra Brokeback Mountain e un'altra famosa storia d'amore del cinema: quella raccontata ne I ponti di Madison County di Clint Eastwood.
Quella che qui è una storia d'amore tra uomini, lì è tra una donna sposata e sfiorita e un maturo fotografo, che ritrovano una rinnovata giovinezza nello stare insieme, anche se per poco.
In entrambi i casi sono amori impossibili, in cui i due amanti sono condannati a rimpiangere per sempre un breve e idilliaco periodo di vita insieme, impossibile da riavere (anche se nel caso di Ennis e Jack i due personaggi si rivedranno, sporadicamente, più volte nel corso degli anni) ma impossibile da dimenticare.
Le due pellicole hanno un’ambientazione simile, sia spaziale sia temporale, e nella trama si riscontrano significativi parallelismi, tanto che Brokeback Mountain sembra a tratti rendere omaggio al suo precedente storico o comunque dimostra di avvicinarglisi molto; per esempio, la scena in cui Ennis trova le camicie si avvicina molto alla sequenza in cui una Francesca ormai anziana, nell'altro film, apre la scatola lasciatale dal suo antico amore; oppure, prima che la passione si concretizzi, il momento in cui Francesca sbircia dalla finestra il fotografo mentre si sta lavando nel suo giardino ha un corrispettivo molto simile in Brokeback Mountain: qui "l'oggetto del desiderio" è Ennis, con la differenza che il contatto visivo non si compie fino in fondo; ma il volto di Jack Twist manifesta lo stesso imbarazzo e la stessa tensione della Francesca di Madison County.
In entrambi i film poi, l’unione non compiuta in vita cerca sfogo nel desiderio degli amanti di far spargere dopo la morte le proprie ceneri nel luogo che li ha visti insieme; ma in questo caso I segreti di Brokeback Mountain compie un passo ulteriore, più frustrante e tragico. Dove infatti in I ponti di Madison County la società e la famiglia finiscono, anche se dopo la loro morte, per capire e perdonare l’amore adultero ma puro tra Francesca e Robert esaudendo infine il loro desiderio, nessuna redenzione è possibile per Ennis e Jack. Non basterà nemmeno la morte a far sì che famiglia e società accettino la loro relazione. Questo legame, nonostante tutto, continua ad essere possibile solamente nel segreto di un armadio. (A proposito dell’armadio: il simbolismo potenzialmente insito in questo particolare oggetto appare più chiaro ad un americano che ad un italiano. L’espressione inglese be in the closet, essere nell’armadio, significa infatti il nascondere la propria omosessualità; invece coming out of the closet, uscire dall’armadio, significa quello che noi italiani abbiamo storpiato in “fare outing”. È proprio a questo modo di dire che fa riferimento anche il titolo della commedia americana In & Out).
Si può ravvisare un terzo genere, in questo caso totalmente letterario, a cui il film I segreti di Brokeback Mountain rinvia sensibilmente: il poema pastorale. Un riferimento culturale antichissimo, che ha le sue radici nella cultura classica e il suo apice nelle Bucoliche di Virgilio. Centrale in questo tipo di poema, o anche nei brevi componimenti chiamati Idilli, il paesaggio. Che è sempre lussureggiante e meraviglioso, e descritto dai poeti con nostalgia come il luogo dell’Età dell’Oro, il Paradiso Perduto a cui si vorrebbe tornare e non è più possibile. I personaggi sono in genere pastori o comunque uomini e donne che vivono a contatto stretto con la natura, a volte in solitudine, e il tema sentimentale è centralizzante. Tutta la prima parte del nostro film deve molto a questa reminiscenza culturale (e i due protagonisti sono in effetti dei pastori), perché la montagna di Brokeback è mostrata come luogo incontaminato e perfetto, paradiso in terra, luogo di sentimenti puri e semplici che non si può far altro che rimpiangere una volta che la vita vera torna a irrompere.
Esattamente come il paesaggio della poesia pastorale, Brokeback Mountain é un luogo dell’Anima ancor più che un luogo reale.
[modifica] Pop culture
Il film é entrato prepotentemente nell’immaginario collettivo, in particolare negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo. È facile capire perché: calca un terreno che prima a causa di certi tabù non era stato mai battuto, riempie un vuoto che il cinema hollywoodiano aveva creato attorno al tema dell’omosessualità. Per la prima volta il tema dell’amore omosessuale è centrale in un film mainstream, ovvero un film potenzialmente rivolto ad un grande pubblico, non ad un target ristretto e di nicchia. Ovviamente, il progetto era abbastanza rischioso da rivelarsi un flop o da passare inosservato, o peggio da attirarsi addosso delle grottesche ilarità.
La vittoria al Festival di Venezia 2005 è però il trampolino che gli permette una decisa risonanza mondiale. A partire da quel momento in poi, il film grazie alla pubblicità e al passaparola attira molto pubblico nelle sale, e in USA diviene un vero e proprio caso, cosa per niente scontata visto che, se già nel resto del mondo il tema omosessualità è considerato spesso scottante di per sé (e infatti in Italia il film esce al cinema Vietato ai minori di 14 anni) in patria c’é anche il problema dell’inserimento di questa storia proprio nel cuore delle loro tradizioni, l’epoca e i luoghi quasi mitici del western. Infatti uno stato americano molto conservatore, lo Utah, bandisce del tutto la pellicola dai propri cinema.
Comunque gli spettatori americani (e non solo) dimostrano di amare il film, forse ancora più della critica. Ad apprezzarlo e ad identificarsi nella tragica storia è il pubblico più trasversale, al di là di età, sesso e sessualità. Molti hanno spiegato questa novità dicendo che il film ha il merito di trattare il tema omosessualità, forse per la prima volta, senza filtri: da un lato non c’è traccia degli stereotipi tipici del cinema hollywoodiano, come quello del “gay però bravo, sensibile, spiritoso e creativo”, eterno confidente comprimario senza relazioni (se ne ha non sono certo i grandi amori degli eterosessuali), e viene nel film anche evitata del tutto la radicata equazione gay=femminile. E dall’altro lato, si rifiuta la provocazione gratuita, l’intento militante o didascalico. Brokeback Mountain è la storia d’amore tra due uomini, nient’altro che questo. Non intende celare un messaggio, non cerca il politically correct, si presenta esattamente per quello che è, e forse proprio per questo evita l’autoghetizzazione. Lo spettatore si identifica nella situazione, ed è solo lui che deciderà se assolvere o condannare secondo la propria coscienza; il regista ha empatia per la storia ma non cerca mai di imporre il suo punto di vista, si limita a raccontarla.
Il successo di pubblico fa entrare quindi il film nella pop culture, anche attraverso due delle più efficaci forme di pubblicità, che da sempre hanno fatto la fortuna di alcuni film: la citazione e soprattutto la parodia.
In America per esempio diviene un vero e proprio tormentone una delle battute del film: I wish I knew how to quit you!, traducibile più o meno in “Vorrei riuscire a lasciarti!”, che per mesi e mesi dopo l’uscita del film e ancora adesso è continuamente citata dai mass media statunitensi nelle situazioni più diverse.
Esistono poi le più svariate parodie della storia: sia nel film Scary Movie 4, dove ne è inserita una, e sia alla Notte degli Oscar 2006 basta una canadese in mezzo ai boschi per evocare subito questo film; un programma televisivo americano annunciò una finta versione del film con due donne al posto di due uomini (con il commento divertito del conduttore dopo una scena di bacio tra due belle cowgirls, una mora e una bionda: “Scommetto che i questo caso nessuno avrà niente da criticare”); on-line circola una parodia a cartoni animati in cui i personaggi sono tutti sotto forma di paffuti conigli, che riesce a riassumere l’intero film nel giro di un minuto.
Anche il trailer del film, diventato molto popolare, ha praticamente dato vita a un sotto-genere di parodia che attraverso Brokeback Mountain va a colpire anche altre pellicole. Il trailer originale di Brokeback Mountain ha infatti la caratteristica che le scene del film vengono accompagnate da alcune frasi didascaliche, la prima delle quali è Era un’amicizia… e diventò un segreto – da questo estratto del trailer deriva la titolazione francese del film, Le secret de Brokeback Mountain, mutuata poi in italiano nel plurale I segreti – seguita da altre frasi come ci sono bugie che bisogna dire, ci sono verità che bisogna negare. La cosa pare prestarsi molto alla presa in giro, e così diversi appassionati scovano tutti quei film e telefilm in cui un’amicizia maschile risulta in qualche modo ambigua, e ne elaborano un trailer parodistico in versione Brokeback. Alcune tra le moltissime accoppiate prese di mira sono: Frodo e Sam de Il Signore degli anelli, JD e Turk di Scrubs, Ryan e Seth di OC, Sirius e Lupin di Harry Potter, persino Spongebob e il suo amico Patrick Stella. Estrapolando alcune scene dal loro contesto e abbinandole alle musiche e alle frasi ad effetto del trailer originale, ognuna di queste amicizie diventa “un segreto”, qualcosa di più: mettendo per esempio, quando appare la scritta ci sono bugie che bisogna dire, al posto della scena del matrimonio di Ennis quella del matrimonio di Sam Gamgee, e così via.
Il fandom di Brokeback Mountain è molto vasto, e oltre alle parodie in Internet sono anche molto diffuse le fan fiction del film, ovvero racconti scritti da fan (soprattutto ragazze) che prendono a prestito i personaggi della storia. Ci sono persino interi siti Internet dedicati all’amicizia tra Jake Gyllenhaal e Heath Ledger, nella realtà dichiaratamente eterosessuali ma ormai identificati spesso dal vasto pubblico proprio nel ruolo di “cowboy gay”. Non è una cosa che ha dato fastidio ai due attori, entrambi candidati all'Oscar per questo ruolo e dunque grati al film che ha consacrato le loro carriere (quella di Heath Ledger purtroppo conclusasi bruscamente nel Gennaio 2008, quando l’intero mondo ha pianto la sua morte per overdose di farmaci, a soli 28 anni).
Il film, probabilmente per il tema delicato e per come è affrontato, è stato una delle pellicole maggiormente pluripremiate della storia: dopo Venezia ha vinto praticamente tutto quello che era possibile vincere in tutto il mondo, che a votare fosse una giuria, la stampa o il pubblico; ha mancato però la consacrazione definitiva, perché il 5 Marzo 2006 per un soffio non ottiene proprio quello che viene considerato nel mondo del cinema il premio più importante di qualunque altro: l'Oscar al miglior film. Molti appassionati e simpatizzanti del film insorgono per questa non attesa privazione, e i più accesi accusano addirittura l’Academy di omofobia; nonostante il premio gli sia stato portato via da un altro film piuttosto democratico e antirazzista, Crash – Contatto fisico. Sicuramente invece uno dei premi più originali ricevuti da Brokeback Mountain è stato quello conferito il 3 giugno 2006 durante gli Mtv Movie Awards: "Best Kiss", Miglior Bacio. La manifestazione premia non tanto le qualità artistiche di un film ma le scene e i personaggi ritenuti di culto, votati rigorosamente dal pubblico. Così, il bacio sotto la casa di Ennis scambiato tra Jake Gyllenhaal ed Heath Ledger è stato considerato il migliore di tutto l'anno cinematografico per intensità e pathos, come era successo per altre scene di bacio rimaste nella storia, quello di Spiderman oppure Cruel Intentions - Prima regola non innamorarsi (Cruel Intentions). Il premio (a forma di confezione di Pop Corn dorati) è stato ritirato da Gyllenhaal in persona, che la stessa sera ha anche conquistato l'award come "Best Performance".
Oltre ai personaggi, persino alcuni oggetti del film hanno subito un fenomeno di mitizzazione: in particolare le camicie che Ennis ha trovato una nell'altra all'interno dell'armadio di Jack, che tra l’altro sono state battute all'asta su Ebay, il 21 febbraio 2006, per oltre 100.000 dollari americani. [2] L'acquirente, un collezionista di memorabilia cinematografica, ha definito le camicie "le scarpette rosse del nostro tempo" (il riferimento è alle calzature magiche di Dorothy nel Mago di Oz) ed ha dichiarato che non ne se separerà mai. Il provento della vendita è stato devoluto ad una associazione benefica americana a favore dei bambini. [3] Qualche mese dopo è stato venduto all’asta anche il pick-up di Jack Twist dal vero proprietario, che ci ha ricavato un bel gruzzolo per pagarsi gli studi.
Anche se in alcuni paesi del mondo la pellicola è stata bandita, è la prima volta che un film che tratta una tematica del genere vanta canali di promozione così molteplici oltre che rilassati: viene tranquillamente proiettato sugli aerei di linea, per esempio, e nel 2006 viene proposto in un sito statunitense come primissimo film scaricabile legalmente.
La diffusione di quest’opera ha comportato che Ennis Del Mar e Jack Twist siano ora la coppia di soli uomini per antonomasia del cinema, tanto che il termine brokeback in inglese e alcune altre lingue è diventato sinonimo stesso di gay, nel parlare comune. Ma sono diventati una delle coppie più celebri del cinema anche a prescindere dal sesso; in una recente classifica sulle accoppiate cinematografiche che più influenzano l’immaginario contemporaneo, in cui figurano anche Leonardo di Caprio e Kate Winslet, Richard Gere e Julia Roberts, Patrick Swayze e Jennifer Grey, Ledger e Gyllehaal ottengono l’ottavo posto. [2]
[modifica] I premi maggiori
Il film è stato presentato in anteprima mondiale alla 62a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove ha vinto il Leone d'Oro al miglior film, il 10 settembre 2005, ed è uscito nelle sale negli Stati Uniti nel dicembre dello stesso anno.
Tra il dicembre 2005 ed il gennaio 2006, il film ha vinto numerosi premi della critica americana tra cui il Critics' Choice Awards.
Il 16 gennaio 2006 ha vinto 4 Golden Globe, i premi della stampa estera di Hollywood: "miglior film drammatico", "miglior regia", "miglior sceneggiatura", "miglior canzone originale" (a Emmylou Harris per A Love That Will Never Grow Old).
Il 31 gennaio il film ha ricevuto 8 candidature ai Premi Oscar 2006: "miglior film", "miglior regia", "miglior attore protagonista" (Heath Ledger), "miglior attore non protagonista" (Jake Gyllenhaal), "miglior attrice non protagonista" (Michelle Williams), "miglior sceneggiatura non originale", "miglior fotografia" e "miglior colonna sonora", aggiudicandosi 3 statuette il 5 marzo (per regia, sceneggiatura non originale e colonna sonora); a sorpresa il premio per il miglior film, dato da tutti per certo a I segreti di Brokeback Mountain, è andato a Crash - Contatto fisico di Paul Haggis.
Il 19 febbraio, a Londra, ha ottenuto 4 premi maggiori dalla BAFTA: "miglior film", "migliore adattamento" (Diana Ossana e Larry McMurtry), "miglior regia" (Ang Lee) e "miglior attore non protagonista" (Jake Gyllenhaal).
Il 30 aprile è il trionfatore alla notte IOMA: porta a casa le "web-statuette" per "miglior film", "miglior regia" e "miglior colonna sonora", dopo che aveva ricevuto nomination anche per "miglior attrice non protagonista" (Michelle Williams), "miglior sceneggiatura non originale" e "miglior fotografia".
[modifica] Estratti del film
- Ennis del Mar : È una cosa che inizia e finisce qui. - It's a one shot thing we got goin' here.
- Jack Twist : Non deve saperlo nessuno. - Nobody's business but ours. (Trad. lett.: "E' affar nostro e di nessun altro.")
- Jack Twist : Se tu volessi potrebbe essere così, per sempre. - It could be like this, just like this, always.
- Ennis del Mar : Fattene una ragione. - If you can't fix it, you gotta stand it. (Trad. lett: "Se non puoi aggiustarla, devi lasciarla com'é.")
- Jack Twist: Tu non immagini come cazzo ci si sente! - You got no fucking idea how bad it gets!
- Jack Twist : Riuscissi almeno a lasciarti! - I wish I knew how to quit you!
- Ennis del Mar : Se non hai niente non ti serve niente. - If you don't got notin', then you don't need notin'.
- Ennis del Mar : Jack, io giuro. - Jack, I swear.
[modifica] Bloopers
- Quando Aguirre va a far visita Jack per dirgli che un suo zio ha la polmonite, Jack sta spaccando legna. Mette un ciocco sul tronco, che nell'inquadratura successiva sparisce. Infatti Jack incastra nel tronco l'accetta.
- Quando i due cowboy protagonisti del racconto sono seduti attorno al fuoco a Brokeback Mountain durante il loro incarico (inizio del film), Jake sta sorseggiando una bottiglia di whisky. In una inquadratura la bottiglia è piena per circa la metà, in quella immediatamente successiva è piena quasi fino all'orlo.
- Terminato l'incarico a Brokeback Mountain, Jack si appresta a salutare Ennis, che lo aiuta a far ripartire la sua macchina nera. Ennis ha aiutato Jack a far ripartire l'auto, armeggiando nel vano motore. In una scena si vede Ennis che riporta il cofano dell'auto nella sua posizione normale ma il cofano non si chiude. Nella scena successiva, il cofano è normalmente agganciato al resto della carrozzeria.
[modifica] Note
- ^ [1]
- ^ La notizia della vendita. URL consultato il 20-11-2007.
- ^ Dichiarazioni dell'acquirente, ultimo accesso il 20 novembre 2007
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Sito ufficiale
- Scheda su I segreti di Brokeback Mountain dell'Internet Movie Database
- Recensioni da Culturagay.it.
- Recensioni da offscreen.it.
- Recensione su Brokeback Mountain da Persinsala.it
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