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Giustino (Vivaldi) - Wikipedia

Giustino (Vivaldi)

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Il Giustino

Titolo originale:
Lingua originale: italiano
Genere:
Musica: Antonio Vivaldi
Libretto: Nicolò Beregan
Fonti letterarie:
Atti: tre
Epoca di composizione:
Prima rappresentazione: carnevale 1724
Teatro: Teatro Capranica, Roma
Prima rappresentazione italiana: {{{primaitaliana}}}
Teatro: {{{teatroprimaitaliana}}}
Versioni successive:
Personaggi:
  • Anastasio, imperatore di Bisanzio (soprano)
  • Arianna, sua sposa (soprano)
  • Giustino, contadino, poi imperatore, fratello di Vitaliano e Andronico (contralto)
  • Leocasta, sorella d'Anastasio (soprano)
  • Vitaliano, tiranno dell' Asia (tenore)
  • Andronico, fratello di Vitaliano, amante di Leocasta (contralto)
  • Amanzio, generale bizantino (soprano)
  • Polidarte, capitano di Vitaliano (tenore)
  • la Fortuna (soprano)
  • la voce di Vitaliano Seniore (tenore)
  • Corte di pincipi, dame e cavalieri, guardie (coro)
Autografo:
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Il Giustino (catalogo RV 717) è un’opera in tre atti di Antonio Vivaldi su libretto del conte Nicolò Beregan; è l'ultima opera composta dal maestro veneziano per i teatri romani, probabilmente in seguito al successo riscosso da quella scritta per lo stesso teatro l’anno precedente (e cioè, l' Ercole sul Termodonte). Il principale interprete (nel ruolo di Arianna) fu il celebre castrato del tempo Francesco Fontana, detto il Farfallino, che si era specializzato nei ruoli femminili.

L'opera rappresenta una transizione fra la prima produzione operistica di Vivaldi (Ottone in villa, Orlando finto pazzo, Tieteberga) e le opere della maturità (L'Olimpiade, Farnace, Griselda), e rappresenta la fase in cui il Vivaldi operista comincia ad essere apprezzato anche fuori da Venezia. Come molte opere vivaldiane, c'è una preminenza di voci femminili (cinque soprani e due contralti) che si esibiscono in splendide arie, mentre l'azione drammatica procede attraverso il recitativo (numerosi nell'opera quelli accompagnati).

Indice

[modifica] Il libretto

Il libretto è conservato, assieme alla musica, nell'archivio vivaldiano della Biblioteca Nazionale di Torino. Fu scritto oltre 50 anni prima della versione vivaldiana dal conte Nicolò Beregan. Il libretto fu musicato nel 1683 a Venezia da Giovanni Legrenzi, e fu molto famoso nel Seicento; fu musicato tra gli altri da Domenico Scarlatti nel 1706 e da Albinoni nel 1711, e riadattato (forse da Antonio Maria Lucchini, lo stesso librettista del Farnace) per Vivaldi nel 1724. Attraverso passaggi oscuri lo ritroviamo musicato per il Covent Garden da Händel a Londra nel 1737.

A Venezia i libretti di ambientazione orientale erano abbastanza frequenti: in parte per la vocazione naturale di Venezia, in parte per la vicinanza temporale della battaglia del Kahlenberg (1683) in cui i Turchi erano riusciti persino ad assediare Vienna. La trama dell' opera è guarda caso incentrata sull'assedio di Costantinopoli ad opera del tiranno Vitaliano, sulla ascesa al trono di Giustino, contadino e poi imperatore, zio di Giustiniano, e sulla vittoria finale della romanità sull'usurpatore asiatico. Questa trama è però, come d'uso nell'opera barocca, solo il perno attorno al quale si sviluppano intrecci amorosi e il consueto dilemma fra amore/dovere, lealtà/potere su uno sfondo ideale cavalleresco.

[modifica] La musica

Come detto sopra, "il Giustino" rappresenta una opera di transizione: Vivaldi utilizza molte arie da opere precedenti (circa una ventina in tutto), ma ne scrive molte di nuove: notevole è l'uso del motivo principale del primo movimento de La Primavera nel primo atto, poco prima dell' entrata in scena della Fortuna, che predice a Giustino il suo glorioso futuro. In sostanza, quest'opera rappresentava, per il Vivaldi desideroso di farsi conoscere sui palcoscenici italiani, una specie di antologia.

Il contrasto fra parti "vecchie" e parti più recenti non è colmato del tutto, anzi rimane molto evidente, nella strumentazione anzitutto, e nella maggiore complessità formale, e ampiezza, delle arie scritte ex novo. L'impegno richiesto per il teatro romano era abbastanza gravoso, per le richieste dei cantanti anzitutto: per decreto papale, nei teatri romani le donne non potevano cantare. Di conseguenza, tutte le parti vocali nei registri acuti (soprani e contralti) erano affidate ai divi del tempo, cioè ai cantanti castrati: oltre al già citato Farfallino (Arianna), i primi interpreti furono Paolo Mariani nel superbo ruolo di Anastasio, e Giovanni Ossi in quello di Giustino.

La strumentazione è alquanto variegata: un esempio famoso è l'aria "del sonno" Bel riposo de' mortali di Giustino (Atto I, Sc. 4), un'aria pastorale in ritmo di siciliana orchestrata con violini, oboi e flauti all'unisono sopra un bordone di viola, violoncello e basso. Celebre è pure l'aria di Giustino Ho nel petto un cor sì forte (Atto II, Sc.9), un'aria eroica con salterio solista e archi in pizzicato che proietta il finale del secondo atto verso atmosfere esoteriche.
In un'opera di argomento romano non mancano pezzi orchestrati con trombe e timpani: la fanfara riecheggiante Claudio Monteverdi che precede l'aria col coro di Arianna Viva Augusto, eterno Impero (Atto I, Sc. 2); l'aria di Vitaliano All'armi, o guerrieri (Atto I, Sc. 9) che è una tipica aria eroica con tromba solista.

Ben presenti sono come di consueto le arie barocche di imitazione naturale, nelle quali Vivaldi era un vero maestro: l'aria con l'ottavino Augelletti garruletti (Atto II, Sc. 5) che imita il canto degli uccelli; l'aria di Vitaliano Quel torrente che s'innalza (Atto II, Sc. 4), nella quale gli archi imitano con le loro figure lo scorrere tumultuoso delle acque di un torrente (tra l'altro, quest'aria comparirà tale e quale, testo compreso, nel Farnace, trasposta per la voce di baritono).
Magistrale è pure l'aria di Anastasio all' inizio del secondo atto, Sento in seno ch'in pioggia di lacrime (Atto II, Sc. 1), dove i violini sono divisi in due sezioni, di cui una suona in pizzicato, e una con l'archetto, in modo da imitare lo scorrere delle goccie di pioggia: è notevole come Vivaldi attribuisca un'aria del genere all' imperatore Anastasio, in qualche modo sottolineandone l'umanità e non il ruolo politico. Famosa è pure l'aria Sventurata navicella (Atto II, Sc.13), uno dei cavalli di battaglia di Vivaldi, recuperata dall' Orlando finto pazzo, alla quale si riferisce il famoso detto del Maestro veneziano:

« Se questa non piace, non voglio più scrivere di musica »

[modifica] Personaggi

  • Anastasio, imperatore di Bisanzio (soprano)
  • Arianna, sua sposa (soprano)
  • Giustino, contadino, poi imperatore, fratello di Vitaliano e Andronico (contralto)
  • Leocasta, sorella d'Anastasio (soprano)
  • Vitaliano, tiranno dell' Asia (tenore)
  • Andronico, fratello di Vitaliano, amante di Leocasta (contralto)
  • Amanzio, generale bizantino (soprano)
  • Polidarte, capitano di Vitaliano (tenore)
  • la Fortuna (soprano)
  • la voce di Vitaliano Seniore (tenore)
  • Corte di pincipi, dame e cavalieri, guardie

[modifica] Sinopsi

Atto I
A Costantinopoli si celebrano le nozze fra Arianna, vedova del defunto imperatore Zenone, e Anastasio, il nuovo imperatore bizantino. Polidarte, ambasciatore del tiranno nemico Vitaliano, offre la pace a patto che Arianna venga concessa al suo signore. In campagna, il contadino Giustino riposa appoggiandosi all'aratro, sognando la gloria militare (aria Bel riposo de' mortali). Al suono di un’«allegra sinfonia» (melodia della Primavera), improvvisamente compare ex machina la Fortuna, promettendo gloria, regno e ricchezze a Giustino (aria Giustin lascia i riposi), che decide di cambiare vita. Ha subito occasione di provare il suo valore: Leocasta, sorella dell’imperatore, è inseguita da un orso. Giustino uccide prontamente la belva e viene invitato da Leocasta a palazzo. Andronico, fratello di Vitaliano, travestito da donna e sotto il falso nome di Flavia, si è introdotto a corte per rimanere vicino all’amata Leocasta. Giustino si interessa immediatamente a Flavia, che dice di essere una principessa fuggitiva. Arianna, che per amore aveva deciso di seguire Anastasio sul campo di battaglia, viene catturata da Vitaliano. Giustino allora si avvia anche lui al campo, cantando la sua prima aria eroica (All'armi o guerrieri). Nell’accampamento nemico, Arianna è condotta davanti a Vitaliano e rifiuta le sue proposte, decisa a preferire la morte piuttosto che tradire Anastasio (aria Vanne sì superba va' ). L’atto termina con l’aria virtuosistica in cui essa canta il proprio addio allo sposo amato (Mio dolce amato sposo).

Atto II
Giustino e Anastasio approdano su una spiaggia dopo aver fatto naufragio, giusto in tempo perché il giovane soldato possa liberare Arianna, incatenata ad uno scoglio come preda per un mostro marino, allo stesso modo di Andromeda. A palazzo, Leocasta e Flavia si travestono da soldati per raggiungere Giustino al campo, in quanto la prima è gelosa dei favori che Arianna potrebbe accordare a Giustino. Intanto Amanzio, generale delle armate imperiali, per invidia sobilla Anastasio contro Giustino, accusando Giustino di complotto contro l'imperatore e cercando di coinvolgere nelle calunnie anche Arianna. I sospetti di Anastasio aumentano quando la sposa intercede presso di lui in favore di Giustino, per il quale chiede maggiori ricompense. Mentre Leocasta e la finta Flavia si dirigono al campo di battaglia, quest’ultima rivela di essere Andronico e dichiara il proprio amore alla donna, cercando di violentarla. Leocasta è salvata da Giustino, al quale confessa il proprio amore, scoprendosi ricambiata (recitativo Come! Tu nutri in seno). Il soldato conclude l’atto con la famosa aria con salterio solista Ho nel petto un cor sì forte.

Atto III
Anastasio, ormai succube di Amanzio, fa imprigionare Giustino ed esiliare Arianna. Leocasta libera Giustino, che scopre di essere fratello di Vitaliano e Andronico, che erano in precedenza riusciti a fuggire dalla prigione. Amanzio si incorona imperatore e imprigiona Arianna e Anastasio. Giustino e Vitaliano catturano Amanzio. Giustino viene incoronato co-imperatore da Anastasio, che lo unisce in matrimonio con Leocasta (recitativo Vieni, famoso eroe e coro finale Dopo i nembi e le procelle).


[modifica] Discografia

Come per molte opere barocche, l'interesse per l'esecuzione de Il Giustino è abbastanza recente: una difficoltà aggiuntiva è data dal fatto che Vivaldi, nel musicare il testo seicentesco prolisso del conte Beregan, scrive una opera che nella sua versione integrale arriva alle cinque-sei ore, un caso piuttosto eccezionale anche per il paziente pubblico del XVIII secolo. Esistono in commercio due versioni discografiche, di cui una (quella di Alan Curtis) notevolmente più breve dell'altra (Esteban Velardi). La versione di Curtis taglia molto i recitativi (e anche qualche aria, soprattutto quelle di Andronico), mentre quella di Esteban Velardi è caratterizzata da una maggiore attenzione filologica (nessun taglio, il che giustifica la lunghezza doppia dell'incisione).

  • Il Giustino - Il Complesso Barocco, dir. Alan Curtis
    • Virgin (2 CD, 2002)
      • Dominique Labelle, Francesca Provvisionato, Geraldine McGreevy, Laura Cherici, Leonardo de Lisi, Marina Comparato
  • Il Giustino - Stradella Consort, dir. Esteban Velardi
    • Bongiovanni (4 CD - edizione integrale, 2002)
      • Leonardo de Lisi, Cristiana Presutti, Manuela Custer, Silvia Bossa, Gianluca Belfiori Doro, Linda Campanella .
Altre lingue


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