Dottrina Truman
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Con Dottrina Truman si intende quella dottrina formulata dall'allora presidente degli Stati Uniti d'America Harry S. Truman il 12 marzo 1947 all'indomani della seconda guerra mondiale, in un discorso tenuto alle camere in seduta comune, che prendeva spunto dai casi di Grecia e Turchia, i quali avevano lasciato intravedere la possibilità dell'espansionismo sovietico. Questa dottrina si proponeva di combattere l'espansionismo comunista in Europa e in Asia. È importante sottolineare come l'Unione Sovietica fosse chiaramente al centro dei pensieri di Truman, anche se nel suo discorso la nazione non venne mai direttamente menzionata.
[modifica] Storia
Harry S. Truman, supportato dal senatore Arthur H. Vandenberg, promulgò la dottrina dopo un incontro con il Presidente Greco. Il presidente americano sosteneva che per la sicurezza interna gli Stati Uniti non potevano rimanere insensibili e indifferenti di fronte a casi in cui l’indipendenza e la sovranità di popoli liberi venisse messa in pericolo da tentativi di sovversione interna o da pressioni esterne. In tal caso gli Stati Uniti avrebbero supportato i popoli liberi a resistere ai tentativi di assoggettamento da parte di minoranze armate o da pressioni esterne.
La dottrina trova esplicazione nella teoria di George F. Kennan del contenimento, secondo la quale ad ogni atto teso a destabilizzare l’ordine mondiale sarebbe stato opposto un atto uguale e contrario.
La dottrina ebbe conseguenze anche in Europa. I governi dell'Europa occidentale con potenti movimenti comunisti come Italia e Francia vennero incoraggiati di tenere i gruppi comunisti fuori dal governo. Queste mosse furono compiute in risposta a quelle dell'Unione Sovietica che volevano mandare i gruppi di opposizione nell'Europa dell'Est.
[modifica] Collegamenti esterni
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