Copa América 1983
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Copa América 1983 | |
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Dettagli del torneo | |
Organizzatore | nessuno |
Periodo | dal 10 agosto al 4 novembre 1983 |
Squadre | 10 |
Classifica finale | |
Vincitore | Uruguay (dodicesimo titolo) |
Secondo posto | Brasile |
Terzo posto | Paraguay Perù |
Statistiche del torneo | |
Incontri | 24 |
Gol segnati | 55 (2,29 per incontro) |
Capocannoniere | Burruchaga (3) Roberto Dinamite (3) Aguilera (3) |
La Copa América 1983 fu la trentaduesima edizione del massimo torneo sudamericano per nazionali di calcio.
Indice |
[modifica] Formula
Come nelle due edizioni precedenti, nessun Paese organizzò la manifestazione, che venne disputata in gare di andata e ritorno nei differenti Stati. Il torneo, svoltosi nel lungo lasso di tempo tra il 10 agosto e il 4 novembre 1983, confermava la formula sperimentata nel 1975 e nel 1979, con la squadra campione in carica (in questo caso il Paraguay) già promossa alle semifinali e le altre 9 squadre divise in 3 gironi all'italiana da 3 nazionali ciascuno. Queste si affrontavano in gare di andata e ritorno e le prime classificate accedevano alle semifinali, anch'esse in doppia sfida. Pure la finale si sarebbe giocata in due gare di andata e ritorno. Neanche in questa edizione venne disputata la finale per il terzo posto.
La composizione dei gruppi iniziali fu la seguente:
Gruppo A
Gruppo B
Gruppo C
[modifica] Riassunto del torneo
Il gruppo A vide una lotta serrata tra i vice-campioni uscenti del Cile e l'Uruguay di Francescoli e Aguilera. Battuti i rojos (2-1) e il Venezuela (3-0) nelle prime due partite, l'Uruguay si proiettò al comando del girone. Il riscatto dei cileni fu però veemente e, nelle due successive gare interne del Nacional di Santiago, la Roja prima travolse il Venezuela 5-0, poi regolò l'Uruguay per 2-0, grazie all'ottima prestazione del regista Dubó. A pari merito, con 4 punti ciascuna, Uruguay e Cile si giocarono il passaggio del turno nelle ultime partite. L'Uruguay si impose solo di misura a Caracas (1-2), lasciando a questo punto una grande chance di qualificazione al Cile, cui bastava un successo per 1-0 per qualificarsi (avendo una differenza reti migliore dei celesti). Invece, sempre a Caracas, i vinotintos, mossi dall'orgoglio di chiudere con almeno un punto, ingabbiarono le punte cilene, ottenendo lo 0-0 che estromise il Cile e diede all'Uruguay il lasciapassare per le semifinali.
Il gruppo B ripropose, per la terza edizione consecutiva, lo "scontro tra titani" fra Brasile e Argentina, accompagnate dall'Ecuador. Pronosticata quale "vittima sacrificale" del raggruppamento, la selezione ecuadoregna bloccò a sorpresa l'Argentina dei vari Brown, Burruchaga, Giusti e Pumpido (che, con Maradona, assente a questa edizione della Copa América, avrebbero formato l'ossatura della squadra campione del mondo ai mondiali '86) per 2-2 all'Olímpico Atahualpa di Quito. Il Brasile non si lasciò perdere l'occasione e, sempre a Quito, superò 1-0 l'Ecuador con rete del formidabile Roberto Dinamite. Il primo turno si concluse con l'andata della sfida tra Argentina e Brasile: al Monumental di Buenos Aires i padroni di casa ebbero la meglio dei verde-oro, grazie alla rete di Ricardo Gareca. Costretto così ad inseguire, il Brasile travolse con un netto 5-0 l'Ecuador, che di lì a poco regalò un'altra soddisfazione ai carioca: al Monumental di Buenos Aires, infatti, gli ecuadoregni bloccarono nuovamente l'Argentina, ancora per 2-2. L'ultima sfida, al Maracanã di Rio de Janeiro, vedeva dunque Brasile e Argentina a pari punti, ma i coi carioca con la miglior differenza reti. L'Argentina era dunque costretta a vincere: ma nonostante i ripetuti attacchi degli albicelesti, la Seleçao seppe difendersi e si aggiudicò un prezioso 0-0 che le valse la qualificazione alle semifinali.
Il gruppo C presentava il Perù di Navarro, Caballero e Malásquez come grande favorita. I blanquirrojos esordirono con una vittoria di misura sulla Colombia, che già aveva battuto nel primo match del girone la Bolivia. Proprio i boliviani fermarono nella terza partita per 1-1 il Perù, costretto al pareggio anche dalla Colombia nel ritorno al Campín di Bogotà. Di fatto però i colombiani si condannarono da soli nel match successivo, quando, sempre in casa, andarono in vantaggio per 2-0, dominando il gioco, ma facendosi rimontare in 2 minuti dalla modesta selezione boliviana, sul finire della gara. Per qualificarsi così, al Perù bastava un pareggio nella sfida contro la Bolivia: al Nacional di Lima la gara non ebbe storia e il Perù ottenne il 2-1 necessario per vincere il girone.
Le semifinali posero il Perù di fronte all'Uruguay, mentre al Brasile toccò il Paraguay, che, da campione in carica, entrava nei giochi in tale fase. Le gare di andata e ritorno si giocarono negli stessi giorni. Il 13 ottobre si disputarono le gare di andata a Lima e ad Asunción: un superlativo Uruguay espugnò la "tana" dei peruviani, grazie alla rete al 65' di Aguilera; il match tra Paraguay e Brasile fu invece equilibrato e si concluse con un pareggio per 1-1, con reti di Morel per gli albirrojos e di Éder per i carioca.
Al ritorno l'Uruguay amministrò il vantaggio acquisito in Perù, pareggiando 1-1 al Centenario di Montevideo. Brasile e Paraguay invece pareggiarono nuovamente, rendendo a questo punto necessario il sorteggio (la formula, all'epoca, non contemplava i calci di rigore), che premiò i verde-oro.
La finale di andata tra Uruguay e Brasile andò in scena il 27 ottobre al Centenario di Montevideo. I celesti imposero il loro gioco e, con un goal direttamente su calcio di punizione di Francescoli al 41' e la rete finale di Diogo a 10 minuti dalla fine, si aggiudicarono un prezioso 2-0 in vista del ritorno in Brasile.
La finale di ritorno, in programma il 4 novembre, non fu giocata al Maracanã. Forse per i brutti ricordi del Maracanaço dei mondiali del 1950, i brasiliani scelsero l'Estádio Fonte Nova di Salvador de Bahia. La scaramanzia non sortì però gli effetti sperati: l'Uruguay, ottimamente schierato in chiave difensiva dal ct. Omar Borrás, fermò gli attacchi brasiliani e strappò il decisivo 1-1. Dopo 16 anni l'Uruguay tornava ad essere la regina del Sudamerica, raggiungendo così l'Argentina a 12 successi nella Copa América.
[modifica] Primo turno
[modifica] Gruppo A
Uruguay | 2 - 1 (1-0) | Cile | Estadio Centenario, Montevideo Arbitro: Arnaldo César Coelho (Brasile) |
Acevedo 45' | Orellana 76' | ||
Morena 63' rig. |
Uruguay | 3 - 0 (1-0) | Venezuela | Estadio Centenario, Montevideo Arbitro: Gabriel González (Paraguay) |
Cabrera 35' | |||
Morena 51' rig. | |||
Luzardo 68' |
Cile | 5 - 0 (3-0) | Venezuela | Estadio Nacional, Santiago Arbitro: Enrique Labó (Perù) |
Arriaza 22' | |||
Dubó 25' | |||
Aravena 35' | |||
Espinoza 51' | |||
Aravena 83' |
Cile | 2 - 0 (1-0) | Uruguay | Estadio Nacional, Santiago Arbitro: Teodoro Nitti (Argentina) |
Dubó 9' | |||
Letelier 80' |
Venezuela | 1 - 2 (0-0) | Uruguay | Estadio Brígido Iriarte, Caracas Arbitro: Carlos Montalván (Perù) |
Febles 77' | Santelli 74' | ||
Aguilera 87' |
Venezuela | 0 - 0 | Cile | Estadio Brígido Iriarte, Caracas Arbitro: Elías Jácome (Ecuador) |
[modifica] Classifica
[modifica] Gruppo B
[modifica] Classifica
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