Bucintoro
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Il Doge sul Bucintoro si dirige verso San Nicolò di Lido |
Francesco Guardi, 1766 |
olio su tela, 66 × 100 cm |
Parigi, Musée du Louvre |
Il Bucintoro era la galea di stato dei dogi di Venezia, sulla quale si imbarcavano ogni anno nel giorno dell'Ascensione per celebrare il rito dello sposalizio di Venezia con il mare.
Indice |
[modifica] Origine del nome
Il nome bucintoro deriva dal veneziano buzino d'oro (barca d'oro), latinizzato nel Medioevo come bucentaurus, nome di una ipotetica creatura mitologica simile al centauro ma con corpo bovino. Questo ha portato qualcuno a sostenere che il nome derivasse da una testa bovina utilizzata come polena della galea, ma l'ipotesi è erronea: il nome bucentaurus non esiste nella mitologia greca, e la polena dei Bucintori (come appare nei dipinti che li raffigurano) è il leone di San Marco. Sembra comunque che qualsiasi grande e sontuosa galea veneziana fosse chiamata con il nome Bucintoro. Du Cange cita dalla cronaca del doge Andrea Dandolo (morto nel 1354):
(LA)
« (...) cum uno artificioso et solemni Bucentauro, super quo venit usque ad S. Clementem, quo jam pervenerat principalior et solemnior Bucentaurus cum consiliariis. »
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(IT)
« (...) con un ricco e solenne Bucintoro, sopra il quale venne fino a S. Clemente, dove già era giunto il principale e più solenne Bucintoro con i consiglieri. »
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(Charles du Fresne, sieur du Cange)
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Come si vede, nella frase sono nominate due diverse imbarcazioni chiamate Bucintoro.
[modifica] Storia e caratteristiche del Bucintoro
Il Bucintoro aveva sede nell'Arsenale di Venezia, dove esisteva un apposito scalo coperto, detto Casa del Bucintoro, dove la nave era conservata all'asciutto e priva degli addobbi. Prima di essere utilizzato il Bucintoro veniva accuratamente calafato, per ripristinare l'impermeabilità dello scafo, e riaddobbato. Ai remi erano per esclusivo privilegio gli operai dell'Arsenale, detti Arsenalotti, mentre il comando spettava all'Ammiraglio dell'Arsenale, coadiuvato da prua dall'Ammiraglio del Lido, che verificava la rotta, e da poppa dall'Ammiraglio di Malamocco, che sovrintendeva al timone.
[modifica] Il Bucintoro trecentesco
La più antica notizia certa relativa al Bucintoro risale al 1311, citato nella promissione ducale del doge Marino Zorzi. L'imbarcazione si presentava già con le sue tipiche caratteristiche: due ponti, uno per i rematori ed uno di rappresentanza, sovrastato dal tiemo, la peculiare copertura a volta con ampie aperture laterali, tale da ricreare sulla nave una vasta sala destinata alle autorità, sopraelevata verso poppa, nella zona destinata al trono ducale. La prua già reca una grande statua raffigurante Venezia nelle vesti della Giustizia.
[modifica] Il Bucintoro cinquecentesco
Un nuovo e ancor più grande Bucintoro venne varato nel 1526, in sostituzione del precedente, oramai vetusto. Questa nave presentava per la prima volta i due speroni prodieri, simili a quelli delle galee, caratteristici poi delle versioni successive. Questo Bucintoro si presentava più grande e riccamente decorato del precedente e la grande statua della giustizia è giunta sino ai nostri giorni ed è attualmente conservata nel Museo Storico Navale di Venezia. Caratteristica unica tra tutti i casi conosciuti, la copertura, il tiemo, era mobile.
[modifica] Il Bucintoro seicentesco
Nel 1601 venne avviata la costruzione di una ulteriore versione della nave, varata nel 1605, per la prima Sensa del doge Leonardo Donà. Ancor più grande del precedente, questo Bucintoro presentava un tiemo più appoppato, per consentire una più agile esposizione dei vessilli ducali alle spalle della statua della Giustizia.
[modifica] Il Bucintoro settecentesco
L'ultimo e più magnifico dei Bucintori, venne commissionato dal Senato nel 1719, e consegnato nel 1729. Fu soggetto di numerosissimi dipinti dei vedutisti veneziani del Settecento. Sopravvisse sino alla caduta della Repubblica e all'arrivo degli occupanti francesi nel 1797. Venne distrutto il 9 gennaio nel 1798 da questi ultimi in spregio verso l'abolita Repubblica e dei sopraggiungenti Austriaci, ma soprattutto per ricavarne l'oro delle decorazioni, arse sull'isola di San Giorgio Maggiore. Lo scafo venne convertito in cannoniera e quindi in prigione galleggiante col nome di Hydra. Alcuni resti sono conservati nel Museo Correr e nell'Arsenale, dove si trova inoltre un modello in scala, realizzato nell'Ottocento dagli addetti alla demolizione dello scafo.
[modifica] Il nuovo Bucintoro
Recentemente è stato avviato un progetto per la ricostruzione di un Bucintoro nella cantieristica della città. L'imbarcazione sarà costruita tenendo presenti i progetti e le varie fonti diaristiche e pittoriche arrivate fino a noi. L'opera è in corso di realizzazione nei cantieri dell'Arsenale, nell'antica Casa del Bucintoro, e una prima sezione della nuova nave è stata esposta per un certo periodo nel corso del 2007 a Venezia, tra le colonne di Piazza San Marco.
La nuova nave sarà lunga 34.80 m al galleggiamento, con larghezza massima 7.31 m e immersione di pieno carico di 1.10 m. La portata sarà di 35.72 t, con una capacità di 168 rematori e 40 tra marinai e riseve.
[modifica] Galleria di Immagini
Il viaggio del Bucintoro verso San Nicolò del Lido, in un dipinto di Francesco Guardi (Milano, collezione privata) |
Il ritorno del Bucintoro al molo nel giorno dell'Ascensione, del Canaletto (Castello di Windsor, Royal Collection) |
Il Bucintoro rappresentato nella celeberrima Veduta di Venezia di Jacopo de' Barbari, Museo Correr, Venezia. |
[modifica] Voci correlate
- Repubblica di Venezia
- Storia di Venezia
- Bucentaure, nave francese
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Bucintoro
[modifica] Collegamenti esterni
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