Antonio del Pollaiolo
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Antonio del Pollaiolo o Antonio Benci (Firenze, 17 gennaio 1429 – Roma, 4 febbraio 1498) è stato un pittore, scultore e orafo italiano.
Fu discepolo di Domenico Veneziano, ma subì una forte influenza artistica da Donatello e da Andrea del Castagno. Ebbe un fratello minore, Piero del Pollaiolo (1441/1442 - post 1485), anche lui noto artista.
Spaziò dalla pittura alla scultura all'oreficeria, esprimendo le arti come strumento per esternare il suo stile, che sovente minimizzava la rappresentazione in sé, per uscire prepotentemente. La sua bottega fu una delle più importanti ed interessanti in città durante la signoria di Lorenzo il Magnifico (1469-1492), in cui erano impiegati numerosi apprendisti e collaboratori, impegnati nella produzione di statue, dipinti, opere a rilievo e anche manufatti tessili.
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[modifica] Lo stile
L'attività del Pollaiolo dimostra chiaramente la sostanziale indifferenza dell'ambiente artistico fiorentino verso le influenze provenienti dall'esterno; gli artisiti locali, ad esempio, si disinteressarono quasi del tutto alle proposte di Piero della Francesca, che pure si era formato in città frequentando la bottega di Domenico Veneziano e rielaborando poi secondo i suoi personali ideali il linguaggio masaccesco. Ciò che invece caratterizza maggiormente le opere del Pollaiolo si presenta come la perfetta antitesi allo stile di Piero, che attraverso la sua ricostruzione assolutistica e simbolica del mondo, aveva cercato di offrire certezze di valori immutabili, celando quanto di mutevole possa esistere nella natura umana. Antonio tese sempre ad esaltare questa mutevolezza, il divenire incessante di ogni cosa rappresentato attraverso la riscoperta del dinamismo dell'arte classica; egli comprese infatti che gli antichi non si erano semplicemente limitati a raffigurare corpi ben proporzionati, solidi e plastici, ma anche a rendere il senso di movimento delle loro azioni, che consentiva a chi le guardava di immaginare sia cosa era successo prima che ciò che sarebbe accaduto dopo. Ecco perché i tratti distintivi dello stile del Pollaiolo sono il marcato linearismo, in continuità con quella che era stata la corrente dominante tra gli artisti già dai tempi di Filippo Lippi ed il grande dinamismo delle figure. Egli unì allo studio delle proporzioni antiche una profonda conoscenza dell'anatomia umana, per conferire ai suoi personaggi maggiore coerenza e credibilità; un primo esempio in questo senso è dato dalla Battaglia dei nudi, un'incisione su rame, oggi conservata agli Uffizi presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. La scena non ha un senso preciso, se non quello di presentare un repertorio di figure nel corso di un'azione di guerra e riunite in un insieme ben bilanciato. La propensione dell'artista verso il linerasimo risulta evidente dalle linee di contorno dei personaggi, ciascuno immortalato nell'atto di compiere il suo gesto, con particolare attenzione alla resa naturale dei corpi.
[modifica] Le sculture
Nel campo della scultura Antonio prediligeva le piccole composizioni in bronzo e non si rivolgerà mai al marmo. Resta un'unica terracotta certamente attribuitagli: si tratta un giovane guerriero, modello per un bronzo forse mai realizzato, caratterizzata da una vivace rappresentazione del movimento.
La prima opera assegnabile ad Antonio è la grande Croce d'argento del Battistero, all'Opera del Duomo di Firenze (1457 - 1459), realizzata in collaborazione con Francesco Betti. Antonio fu pagato 2006 fiorini per la parte inferiore, mentre Betto 1030 per quella superiore.
Tra le opere più celebri, va innanzitutto menzionato il gruppo di Ercole e Anteo, eseguito per Lorenzo il Magnifico, oggi al Museo Nazionale del Bargello a Firenze, databile al quinquennio 1470 - 1475. Le figure sono disposte su due archi contrapposti e spiccano per la forte gestualità e l'esasperazione dei movimenti; molto accurata è la resa dei dettagli anatomici, attraverso linee nette che quasi "scarnificano" il modello, fino ad individuare i tendini tesi per lo sforzo, mentre dal punto di vista iconografico, si nota il pieno recupero del mito antico, per cui Ercole è vestito solo con una pelle di leone e Anteo è completamente nudo.
Altro celebre bronzetto (h 40,5 cm) è l' Ercole in riposo (1475 - 1480), oggi allo Staatliche Museen di Berlino. Ercole, nudo, ha ai suoi piedi la pelle del leone nemeo, mentre nella mano sinistra stringe i pomi delle Esperidi.
Assegnato ad Antonio anche il grande Crocifisso (160 x 160 cm)in sughero (1470 - 1480) oggi nella Basilica di San Lorenzo a Firenze. La scelta del materiale, sughero, è dettata dalla destinazione dell'opera: si tratta infatti di una croce processionale.
Pur essendo uno degli artisti più amati dal Magnifico, Antonio trascorse l'ultima fase della sua vita a Roma; partì nel 1484 e fu prevalentemente impegnato nella realizzazione di due importanti monumenti funerari, considerati i suoi massimi capolavori nell'ambito della scultura. Il primo è il monumento funebre per Sisto IV risale agli anni 1484-1493 e si trova esposto all'interno del Museo Storico Artistico "Tesoro di San Pietro", nella Basilica di San Pietro in Vaticano; venne commissionato dal cardinale Giuliano della Rovere, futuro Papa Giulio II e fu realizzato in bronzo, a dimostrazione l'altissima qualità di cesello raggiunta dallo scultore.
Il defunto è posto su un largo catafalco elegantemente decorato e circondato dalle personificazioni delle Virtù e delle Arti, in omaggio al mecenatismo che aveva contraddistinto il suo pontificato e tra cui spicca la Prospettiva, musa del Rinascimento.
L'altra opera, che ebbe una notevole influenza sull'ambiente artistico locale è il monumento a Innocenzo VIII, situato anch'esso nella Basilica di San Pietro, ma fortemente rimaneggiato; il Pollaiolo adottò in questo caso il modello della tomba a muro, ma la particolarità sta nel fatto che la figura del pontefice appare due volte, in basso, disteso sul letto da morto ed in alto seduto, vivo, nell'atto di benedire. Questo nuovo impianto compositivo ebbe appunto un notevole successo a Roma e costituisce l'originale alternativa proposta da Antonio al tipico modello della tomba a parete della tradizione fiorentina.
[modifica] Le pitture
Contemporaneamente all'attività di scultore Antonio vi affiancò quella di pittore, che manifestava il suo bisogno di spaziare in diversi campi e con diverse tecniche, alla base delle quali restava il disegno.
Il primo dipinto conosciuto è l'Assunzione di Santa Maria Egiziaca (tempera e olio su tavola, cm 209,5 x 166,2), del 1460 ca., conservato a Staggia Senese, frazione di Poggibonsi, in provincia di Siena, nei locali attigui alla chiesa di Santa Maria Assunta.
Il suo interesse verso la mitologia lo portò a realizzare per il Palazzo Medici negli anni sessanta del Quattrocento le Fatiche di Ercole, in tre tele perdute, ma di cui esiste una riproduzione in due piccole celebri tavolette oggi agli Uffizi: Ercole e l'idra e Ercole e Anteo, databili nel decennio 1470 - 1480.
L'artista viene ricordato anche per i freschissimi ritratti di Giovani gentildonne, quasi tutte anonime: la più nota è certamente la Ragazza di profilo, opera simbolo del Museo Poldi Pezzoli di Milano, 1470 - 1475, anche se si tratta di un'opera variamente attribuita sia ad Antonio che a Piero (la critica comunque recentemente sembra protendere per il fratello maggiore - cfr. A. Galli, 2005, p. 35)
Secondo la sue volontà testamentarie fu sepolto a Roma, nella Basilica di San Pietro in Vincoli, sulla sinistra, entrando in chiesa.
[modifica] Elenco delle opere
- Croce d'argento del Battistero, argento e smalti, cm 250 (h), Firenze, Museo dell'Opera del Duomo, 1457 - 1459
- Busto di ragazzo in armatura da parata, terracotta, cm 50, Firenze, Museo Nazionale del Bargello, 1460 - 1470
- Assunzione di Santa Maria Egiziaca, tempera e olio su tavola, cm 209,5 x 166,2, Staggia Senese, Museo del Pollaiolo, 1460 ca.
- Battaglia di dieci uomini nudi, incisione, Cleveland, The Cleveland Museum of Art, 1460 - 1465
- Ragazza di profilo, tempera e olio (?) su tavola, cm 45,5 x 32,7, Milano, Museo Poldi Pezzoli, 1470 - 1475
- Ercole e l'idra, olio su tavola, cm 17,5 x 12, Firenze, Uffizi, 1470 - 1480
- Ercole e Anteo, bronzo, cm 46, Firenze, Museo Nazionale del Bargello, 1470 - 1475
- Adamo, matita nera, penna e acquarello su carta, mm 283 x 179, Firenze, Uffizi, Gabinetto Disegni e Stampe, 1470 - 1480
- Ercole in riposo, bronzo, cm 40,5, Berlino, Staatliche Museen, 1475 - 1480
- Crocifisso, sughero, cm 160 x 160, Firenze, Basilica di San Lorenzo, 1470 - 1480
- Monumento funebre di Sisto IV, bronzo, Città del Vaticano, Basilica di San Pietro, Museo del tesoro, 1484 - 1493
- Monumento funebre di Innocenzo VIII, bronzo parzialmente dorato, Città del Vaticano, Basilica di San Pietro, 1493 - 1497
[modifica] Bibliografia
- Aldo Galli, I Pollaiolo, collana "Galleria delle arti" n.7, Milano, 5 Continents Editions, 2005.
[modifica] Altri progetti
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[modifica] Voci correlate
Pittura · Pittori · Dipinti · Musei del mondo