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Affori - Wikipedia

Affori

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Voce principale: Milano.

Àffori (in dialetto locale: Àffer) è un quartiere situato a nord di Milano, facente parte della zona 9, ma fino al 1923 è stato un Comune autonomo.

Confina coi quartieri di Comasina, Bruzzano, Niguarda, Bovisasca e Dergano.

Indice

[modifica] Storia

Affori era un antico borgo, già citato negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” (in cui appare compreso nella pieve di Bruzzano). Dell'antico abitato rimangono tracce medievali e rinascimentali come la torre di guardia in via Osculati (costruita attorno al XIV secolo), che faceva parte del complesso dell'antica chiesa di Santa Giustina. Il nucleo principale del borgo, parte del quale è tuttora esistente come centro storico, era presso l'attuale strada via Taccioli - Via Cialdini.

Tale strada era all'epoca secondaria rispetto a due più importanti vie d'epoca romana che da Milano si dirigevano in direzione nord verso Como. Una (l'attuale via Bovisasca), realizzata per il traffico militare, che passava ad ovest di Affori, presso la quale sorse l'antica chiesa di San Mamete (alcune cui parti ancora esistenti risalgono al XI secolo) e l'omonima cascina (nei pressi dell'attuale quartiere Bovisasca). L'altra (l'attuale via Giuditta Pasta), per il traffico civile, a est dove sorse Bruzzano.

Questo condizionò lo sviluppo e l'importanza del borgo di Affori che rimase secondario rispetto e dipendente dai centri vicini più importanti.

Questo anche dal punto di vista ecclesiastico. Affori, cosa abbastanza insolita, era divisa tra due plebane, una parte dipendeva dalla pieve di Bruzzano (ad est della via militare), l'altra da quella di Bollate (ad ovest) (alla fine del XIII secolo, secondo quanto scritto da Goffredo da Bussero nel 1285 circa nel "Liber notitiae Sanctorum Mediolani", vi erano nel territorio di Affori 8 chiese, di cui 5 dipendevano dalla pieve di Bruzzano e 3 da quella di Bollate).[1].

L'economia era prevalentemente agricola, con numerose cascine che sfruttavano per l'irrigazione l'acqua a temperatura mite tutto l'anno delle risorgive, che consentiva la coltura a marcite. diffusa era anche la coltivaizone del gelso, incoraggiata nel contado milanese dagli Sforza, e il conseguente allevamento di bachi da seta.

[modifica] Origine del nome

La più antica menzione di Affori risale al 915, nel "Codice Diplomatico Longobardo" (colonna 796/d) in cui si legge "Signum manus Ambrosii de loco Affoni".[1]. In un atto di compravendita del 1006 si cita una certa persona, Pasquale detto anche Aminzone come figlio di Magnefredo del "luogo di Afoni" [2]. E in un documento del 1214 è citato un certo Rugerium de Afori.[2]

Il nome di Affori compare in altre fonti più antiche vico Afori (1009), loco et fundus Avori (1019): locus Afori (XIII secolo). Potrebbe essere connesso con il nome proprio Afer attestato in un'antica lapide milanese in latino (CIL V, 5864)[3]. L'alternanza -r/-n rilevata nelle trascrizioni Afori/Afoni sembra puntare a una realizzazione dialettale di tipo Affer/Affen, analoga a quella che si riscontra nel nome di persona Cristoffer/Cristoffen.

Altre etimologie del nome ipotizzano che esso derivi da Ad forum, che potrebbe indicare la presenza di un antico mercato[4].

Secondo altri, deriverebbe dalla presenza e abbondanza d'acqua (Ad fontem, alla fonte) per la presenza delle risorgive. Ipotesi avvalorata dall'antica dicitura Affoni per indicare il paese.[1]

Un'altra ipotesi riguarda l'origine dall'espressione "Sancta Iustina a foris" (in latino medioevale "Santa Giustina di fuori") per indicare la chiesa, intendendo "fuori Milano" per distinguerla da un'altra Santa Giustina (altare presente in un'altra chiesa, l'antichissima chiesa di Sant'Agata, all'interno di Milano, dentro le mura presso la Porta romana). "Foris" quindi come "al di fuori", non solo dalla città vecchia delimitata dalle mura romane ma anche dalla "Cerchia dei Corpi Santi" (i paesi immediatamente attorno a Milano), un etimologia quindi simile a quella di termini come "chiese foranee", "vicario foraneo", ecc.. Il termine, contratto in "ad forem" da cui poi "Affori", sarebbe poi passato ad indicare il borgo attorno a tale chiesa.[1]

Da rilevare che il toponimo Affori è attestato anche come nome di una cascina di Boffalora sopra Ticino, e parrebbe connesso con un cognome identico, diffuso nella zona[5].

[modifica] XVII e XVIII secolo

Nel 1686 Pier Paolo corbella divenne marchese del feudo di Affori, acquistato dalla famiglia nobile dei Rissi di Parma, e comprò un grande terreno su cui sorgevano i ruderi della villa dell'arcivescovo Giovanni Visconti, villa costruita nel 1350 e un tempo lussuosa. Fece quindi costruire una villa, all'epoca Villa Corbetta, circondata da un ampio parco (più ampio dell'attuale parco di Villa Litta, nome col quale è nota ora.) che al pari delel altre ville di campagna che circondavano all'epoca Milano divenne un luogo di ritrovo per la nobiltà milanese. Il paese di Affori venne quindi a trovarsi a maggior contatto con la città, e l'economia inizio a gravitare attorno alla villa, non solo con produzione agricola, ma anche artigianale.

Storia, topografia, aspetti della vita quotidiana di Affori sono noti grazie a resoconti redatti dai parroco di Affori, e in particolare da Alessandro Astesani (14 luglio 1762, Fagnano Olona - 18 novembre, Affori; sacerdote, scrittore, archeologo) [6]

[modifica] XIX secolo e inizio del XX

La secondarietà e dipendenza di Affori rispetto alle zone limitrofe perdurò finché tra il XVIII e il XIX secolo durante la Repubblica Cisalpina si decise di costruire una strada più nuova e moderna, che (lungo le attuali via Imbonati, via Pellegrino Rossi, via Astesani, via Comasina) passava da Affori. Si invertì allora la situazione precedente, Affori crebbe d'importanza diventando il centro principale della zona.

Il 9 febbraio 1808 il comune di Affori, con altri 34 (tra cui il Comune dei Corpi Santi), venne aggregato a Milano, ma tale unione non durò a lungo. Con il ritorno della della dominazione austro-ungarica, che non gradiva una grande Milano che potesse fare concorrenza a Vienna, ne venne separata nel 1816 (notificazione 12 febbraio 1816).

[modifica] Il comune di Affori e uniti

Nel 1869 Affori, Bruzzano, Bresso e Dergano formarono il comune di Affori e uniti (R.D. 24 dicembre 1868, n. 4790). Nel 1884 Bresso ridiventò autonoma, staccandosi da Affori e uniti (R.D. 3 agosto 1884, n. 2570). Bruzzano e Dergano rimasero invece con Affori e ne seguirono le vicende successive. Il 14 agosto 1912 la denominazione del comune divenne più semplicemente Affori.

[modifica] Maggiori rapporti con Milano e aggregazione in quel comune

Nel frattempo, col progressivo aumento dell'industrializzazione in Milano che necessitava quindi di maggiore spazio per ospitare gli stabilimenti e i lavoratori da essi richiamati, i rapporti tra la città di Milano e i paesi limitrofi si facevano sempre più stretti. La città di Milano necessitava di nuovi spazi. Inoltre un parte della popolazione dei paesi limitrofi gravitava su di essa e ne utilizzava i servizi, mentre le tasse per finanziarli gravano prevalentemente sui residenti in Milano. Questi fattori portarono a decidere l'unificazione dei comuni limitrofi con Milano, non senza resistenze e timori più o meno fondati (c'era chi si preoccupava del fatto che gli abitanti dei comuni limitrofi, in gran parte ancora di tipo contadino, dovessero assumere gli usi e i costumi degli abitanti della città).

Nel 1923 il comune di Affori venne nuovamente aggregato al comune di Milano, con un provvedimento (R.D. 23 dicembre 1923, n. 2943) che accorpava alla metropoli altri 10 comuni (Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorlaprecotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e Vigentino) e due frazioni (Ronchetto sul Naviglio, già frazione di Buccinasco, e Lorenteggio, già frazione di Corsico).

[modifica] Sviluppo dei servizi di trasporti

Le trasformazioni industriali e l'ampiamento terrritoriale che stavano avvenendo in Affori comportò una nuova e maggiore necessità di servizi di trasporto.

A tale esigenza rispondeva l'apertura della nuova linea ferroviaria Milano-Erba delle Ferrovie Nord Milano, che dal 1878/79 attrasversava Affori. (Il suo percorso, già previsto in una mappa cattastale del 1867, comportò il taglio dell'anitco viale d'accesso alla Villa Litta. Il servizio avveniva con trazione a vapore su un solo binario ed ebbe ben presto un notevole traffico, perché attraversava una zona densamente popolata e a carattere operaio. Già nel 1909 venne proposto dalle Ferrovie Nord Milano un progetto per raddoppiare a due binari l'intera linea, con anche un terzo binario nella tratta Bovisa—Affori per servire le numerose industrie che erano sorte in quella zona. A causa della prima guerra mondiale tale progetto venne rinviato e il secondo binario tra Bovisa e Varedo venne inaugurato il 6 febbraio 1928. Il 1 luglio sempre del 1928 la fermata di Affori divenne stazione (assieme a quella di Cesano Maderno

Nell'anno 1882 entrò in funzion uin linea di tram a cavalli da Porta Volta ad Affori fino al la Pianta, lungo il percorso via Carlo Farini—via Pellegrino Rossi—via Astesani. Per volere di Emilio Osulati, direttore e consigliere delegato della Omnibus Vettura e responsabile dei trasporti pubblici milanesi per cira un trentennio, che era afforese d'adozione e figura importante nella vita pubblica di Affori, venne anche costruito un ampio stabiliemnto per il ricovero della paglia e foraggi per i cavalli, di più di 5.000 m2 e situato nei pressi delle attuali via Astesani, via Zanoli e viale Affori, quindi nel parco stesso di Villa Oscualati. Nel 1898 la trazione a cavalli fu sostituita da vetture elettriche Edison. [7]

[modifica] Affori parte del comune di Milano

Divenuto parte del Comune di Milano, il quartiere di Affori ha a lungo sofferto della sua posizione periferica, con i tipici fenomeni di degrado delle periferie. Negli ultimi tempi, però, grazie anche al miglioramento dei collegamenti col resto della città, Affori ha assunto le caratteristiche di un quartiere bene integrato. Al suo interno hanno sede numerose associazioni culturali, sportive e sedi di servizi. In particolare, i due poli della Villa Litta e dell'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini (che si trova nel quartiere Comasina, non molto lontano dal confine con Affori) ospitano diverse strutture:

  • il Museo d'arte Paolo Pini (via Ippocrate 45), inaugurato nel maggio del 1995, che ospita soprattutto opere di autori emergenti contemporanei (tra essi Enrico Baj, Günter Brus, Martin Disler, Piero Gilardi, Giuseppe Maraniello, Klaus Karl Mehrkens, Aldo Spoldi, Emilio Tadini, Bernd Zimmer).
  • Il Presidio Psichiatrico Paolo Pini (via Ippocrate 45).
  • La Biblioteca Affori (viale Affori 21), riaperta al pubblico nel 2006 dopo un restauro durato tre anni, con un patrimonio librario di oltre 30.000 volumi ed ampie sezioni dedicate alla letteratura per ragazzi (in particolare, oltre 500 titoli riguardano pubblicazioni a fumetti) e cataloghi interamente informatizzati[8].

[modifica] La "Banda d'Affori"

Il quartiere è anche sede di una storica banda musicale (il "Corpo Musicale Gaetano Donizetti", fondato nel 1853, nota anche come Banda d'Affori), che conobbe una certa notorietà per via di una canzone dialettale milanese, Il tamburo della banda d'Affori (parole di N. Rastelli e M. Panzeri, musica di N. Ravasini), del 1942, di cui rimase celebre il ritornello

« L'è lù l'è lù, sì sì l'è propi lù:
l'è il tamburo principal della banda d'Affori,
Che comanda cinquecentocinquanta pifferi »

in cui molti vedevano adombrata un'allusione al potere dittatoriale del Duce (oltretutto, 550 era all'incirca il numero di componenti della Camera dei Fasci e delle Corporazioni), per cui il motivetto ebbe larga diffusione in ambienti antifascisti.

[modifica] Luoghi d'interesse

[modifica] Monumenti storici

Sopra l'altare della navata di sinistra dell'attuale chiesa di Santa Giustina (in piazza Santa Giustina) si trova un dipinto molto somigliante alla Vergine delle rocce [9] di Leonardo da Vinci, che molto probabilmente fu dipinto in quegli stessi anni da Ambrogio de Predis sulla base di una prima versione del dipinto.

Nella chiesa vi è anche l'organo Amati (dal nome della famiglia Amati dei liutai che lo realizzarono), precedentemente situato nel Duomo di Pavia.

Altro monumento è Villa Litta, fatta costruire da Pier Paolo Corbella (nominato nel 1686 marchese per il feudo di Affori) nei pressi dei ruderi di quella che in precedenza era una lussuosa villa fatta costruire dall'arcivescovo Giovanni Visconti nel 1350. La villa era utilizzata come residenza estiva (un tempo infatti Affori era una località di villeggiatura per chi voleva allontanarsi da Milano) e come luogo di ritrovo della migliore nobiltà milanese con feste ed eventi mondani caratterizzati dallo sfarzo tipico del '600. La villa passò poi a D'Adda e poi ai Litta (successivamente Litta-Modignani). Alla morte del nobile Giovanni Litta Modignani (1905) la villa passò all'amministrazione provinciale, e, dal 1927, al Comune di Milano. Nonostante numerose perdite, deterioramenti di opere d'arte (tra cui i I Sirenei e un'antica cancellata del '700, trasferiti poi a villa Clerici a Niguarda), e alienazioni di parte di quello che era stato un magnifico parco all'inglese (opera del conte Ercole Silva), la Villa Litta e il parco ad essa annesso caratterizzano ancora il margine occidentale del quartiere. Attualmente la superficie totale è di 81.543 m2, di cui 2.925 coperti[10].

[modifica] Trasporti

Affori è collegata al centro città con tre linee automobilistiche urbane dell'ATM (41, 52 e 70), con i treni delle linee S2 ed S4 del servizio ferroviario suburbano di LeNord (che fermano alla stazione ferroviaria FNM di Affori).

Sono in fase di realizzazione i lavori di prolungamento della linea metropolitana M3 che giungerà con le stazioni Affori Centro e Affori FNM nel 2010-2011[citazione necessaria]. Attualmente, la stazione metropolitana più vicina è Maciachini M3, alla quale il quartiere è collegato dalle tre suddette linee automobilistiche.

È collegata con la parte nord dell'hinterland milanese da una tranvia interurbana Milano - Limbiate dell'ATM (linea che ha il capolinea milanese proprio in Affori. In precedenza il capolinea era più in centro città, in via Valtellina, ma fu poi arretrato per consentire i lavori di realizzazione della metropolitana 3), dalle già citate linee ferroviarie suburbane S2 e S4, e dalla linea automobilistica interurbana CantùCesano Maderno—Milano dell'Air Pulman S.p.A.. Vi sono inoltre le linee interurbane 165 (Milano ZaraLimbiate; notturna, sostitutiva della tramvia interurbana) e 620 (Milano CentraleSenago) che attraversano Affori con un numero limitato di corse.

Molti vedono come una minaccia per la qualità della vita nel quartiere la progettata strada di scorrimento chiamata Strada Interquartiere Nord, più comunemente conosciuta come "Gronda Nord", che secondo il progetto raccorderà con un tracciato ovest—est i quartieri della parte settentrionale di Milano (Quarto Oggiaro, Bovisasca, Affori, Niguarda, Precotto, quartiere Adriano). La parte in Affori di tracciato minaccia di far scomparire parte di un parco pubblico, detto "Parco delle Favole" e parte del "Parco Nord Milano". Dal 1985 esiste un Comitato contro la Gronda Nord di Affori, che si affianca ad altri Comitati Antigronda sorti lungo il tracciato di tale strada.

[modifica] Politica

Affori fa parte attualmente della zona 9 del comune di Milano.

Prima della riforma delle suddivisioni in 9 zone faceva parte, assieme alla Bovisasca, a Bruzzano e alla Comasina, dell'allora zona 8.

Ad Affori, in Via Carlo Bellerio 41, vi è la sede nazionale della Lega Nord.[11]

[modifica] Voci correlate

[modifica] Note

  1. ^ a b c d Luigi Ripamonti. La storia di Affori. op. cit., sezione "Perché Affori" (pag 19-23)
  2. ^ a b Luigi Ripamonti. La storia di Affori. op. cit., sezione "Primi nomi di afforesi nei documenti" (pag 26)
  3. ^ Pierino Boselli, Toponimi lombardi, Milano, SugarCo, s.d. [1977], p. 19 s.v. "Affori".
  4. ^ Pierino Boselli, Ivi.
  5. ^ Boselli 1977, loc. cit.
  6. ^ Luigi Ripamonti. La storia di Affori. op. cit.
  7. ^ Luigi Ripamonti. La storia di Affori. op. cit., capitolo "Trasporti, viabilità, urbanistica, abitazioni", a sua volta basato su Mariani A. e Stelluto A. "Riqualificazione del Borgo di Affori" e su "Soc. An. degli Ominibus di Milano - sunto dal 1862 al 1888"
  8. ^ "Rivive la biblioteca Affori, con numeri record", Vivimilano.it
  9. ^ Luigi Ripamonti. La Vergine delle Rocce di Affori : una storia di 500 anni. Milano, La buona parola, 1998.
  10. ^ Dati tratti da: Luigi Ripamonti, "La Villa Litta di Affori", ABC-Il giornale di Milano Nord. Zona 9, anno 13, n° 2, febbraio 2007, pag. 12 (testo in pdf)
  11. ^ sito ufficiale della Lega Nord. URL consultato il 11-05-2007.

[modifica] Bibliografia

  • Luigi Ripamonti. La storia di Affori. Milano, La Buona Parola, Periodico della Parrochia di Santa Giustina, Milano (Affori), 1995.

[modifica] Collegamenti esterni



Quartieri di Milano
Discussioni Milano


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