Viriato
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Viriato, eroe della Lusitania, fu un celebre condottiero iberico vissuto fra il 180 a.C. e il 139 a.C..
Combatté per l'indipendenza della penisola Iberica da Roma dal 147 a.C. fino alla sua morte.
La sua tecnica per opporsi agli eserciti romani era quella della guerriglia, questo condottiero da esperto montanaro usava attaccare il nemico con rapide sortite per poi rifugiarsi fra i monti.
[modifica] Origini
Delle origini di Viriato si conosce poco. Probabilmente era uno dei tanti pastori lusitani che periodicamente si dedicavano al saccheggio dei territori confinanti con la Lusitania. In seguito alle razzie, il senato romano decise di mandare in spagna Servio Sulpicio Galba, per porre fine ai saccheggi. Dopo una serie di primi successi, i lusitani chiesero la pace e Galba concesse loro di spostarsi in una regione più fertile, ma il comandante romano voleva in realtà porre fine al problema lusitano sterminado i lusitani. Al massacro scampò Viriato, che decise di vendicarsi e si mise a guidare le bande dei lusitani sopravvissuti che attaccavano i romani dalle montagne.
[modifica] Successi
Il suo successo iniziò quando riuscì, con pochi uomini, a prendere prigioniero il pretore Caio Vetilio; impresa che gli diede la fiducia del suo popolo che lo scelse come capo della rivolta. Da allora raccolse una serie di successi sgominando ogni pretore che Roma gli mandò contro, fino al 143 a.C., data in cui riuscì a strappare gran parte del territorio lusitano a Roma. La repubblica gli manda quindi contro il proconsole Quinto Fabio Serviliano che dopo una serie di successi contro gli spagnoli, cade in trappola durante un assedio. Per la salvezza del romano e del suo esercito, Viriato chiede e ottiene dal senato romano l'indipendenza per le regioni da lui occupate.
[modifica] Morte
Rimangiandosi la parola data, il senato manda nella penisola iberica il console Quinto Servilio Cepione che riconquista brevemente tutti i territori liberati dal Lusitano. Nel 139 a.C Viriato, ormai messo alle strette, viene assassinato da tre suoi subalterni corrotti dai romani. La sua morte mette la parola fine alle speranze d'indipendenza della penisola iberica.