Siluro San Bartolomeo
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Siluro San Bartolomeo | |
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Descrizione generale | |
Tipo | armamenti |
Cantiere | Officine San Bartolomeo La Spezia |
Entrata in servizio | a partire dal 1935 |
Caratteristiche generali | |
Stazza lorda | Kg. 2.200 t |
Lunghezza | 6,77 mt m |
Larghezza | 0,79 mt m |
Altezza | 1,08 mt m |
Profondità operativa | 15 - 30 mt m |
Propulsione | motore diesel da 7,5 CV elettrico da 800 CV |
Velocità | in immersione: 4,5 nodi - normale 2,3 nodi nodi |
Autonomia | 4 miglia alla massima velocità, 75 miglia alla velocità di crociera |
Equipaggio | 2 uomini |
Equipaggiamento | |
Armamento | Testata normale: carica esplosiva da 300 kg
versione 2: Testata intermedia da 400 kg versione 3: Testata doppia da 180/200 kg |
Il Siluro San Bartolomeo era un sommergibile tascabile da attacco sviluppato dalla Marina Militare Italiana durante la seconda guerra mondiale.
Durante l'utilizzo del "Siluro a Lenta Corsa" si erano notate lacune nella progettazione che hanno messo in evidenza la necessità di realizzare una versione aggiornata del mezzo di attacco subacqueo. Il progetto venne redatto da il Maggiore del Genio Navale Mario Maciulli dal Capitano G.N. Travaglino e l'ingegner Guido Cattaneo su specifica richiesta del raggruppamento italiano di incursori subacquei.
Gli unici S.S.B. effettivamente impiegati due risultino siano rimasti a La Spezia ed uno inviato in Adriatico a Venezia, dove venne ritrovato alla fine della guerra. I due S.S.B. della Spezia vennero assegnati al “Gruppo Operativo della Castagna” una vecchia batteria posta sul lato occidentale della rada – della Decima Mas. agli ordini del T.V. Augusto Jacobacci (pilota dei S.S.B.), già designato per l’azione contro Gibilterra pianificata per il 2 ottobre 1943.