Rotacismo
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Il rotacismo (parola che deriva dal greco ῥῶ rhô, « la lettera r ») è una modificazione fonetica consistente nella trasformazione di un fonema in r (IPA [r]).
Questo fenomeno è particolarmente consistente nella storia della lingua latina, è documentato in alcuni dialetti del sardo, del corso e del napoletano ed anche in alcune lingue germaniche antiche.
[modifica] lingua latina
(LA)
« In multis verbis, in quo antiqui dicebant s, postea dicunt r... foedesum foederum, plusima plurima, meliorem meliosem, asenam arenam »
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(IT)
« In molte parole in cui gli antichi dicevano s, in seguito dicono r... foedesum foederum, plusima plurima, meliorem meliosem, asenam arenam »
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(Varr. De lingua Latina, VII, 26)
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Nella lingua latina la flessione e la derivazione ci testimoniano numerose tracce del fenomeno. Tra le più evidenti
- declinazione nominale: i nominativi flos, aes, opus, ("fiore, bronzo, opera") rispetto ai genitivi floris, aeris, operis ("del fiore, del bronzo, dell'opera")
- coniugazione verbale: gli infiniti presenti attivi in -re derivano dal rotacismo di un arcaico -se, si confronti amare, delere, legere, audire, capere con gli atematici esse, velle (velle <-- *velse)
- composizione: il prefisso separativo dis- si trova sia nel verbo dis-cedo, "me ne vado", sia in dir-imo (<-- *dis-emo), "io separo"
Ad esempio il nomen Valesius, testimoniato da epigrafi del VI secolo a.C., si trasforma in Valerius o ausosa cambia in aurora.
La linguistica storica tramite indizi nelle fonti letterarie ha permesso di delimitare cronologicamente il fenomeno: Cicerone ci riferisce infatti che Papirio Crasso, console nel 336 e 330 a.C. primus Papisius est vocari desitus ("per primo smise di farsi chiamare Papisius"), mentre il Digesto (I, 2, 2, 36) ci riporta la notizia che Appio Claudio Cieco (censore nel 312, console nel 307 e nel 296 a.C. r litteram invenit, ut pro Valesiis Valerii essent, pro Fusiis Furii ("inventò la lettera r cosicché si scrivesse Valerii invece di Valesii e Furii invece di Fusii"): tenendo conto della maggiore conservazione fonetica tipica di nomi propri se ne può dedurre che entro la fine del IV secolo a.C. il fenomeno dovesse essere ampiamente compiuto.
[modifica] Bibliografia
- Max Niedermann, Elementi di fonetica storica del latino, Bergamo, Istituto italiano d'Arti Grafiche, 1948.